La ormai famosa foresta fossile o pietrificata com’è uso chiamarla di Dunarobba – Avigliano Umbro (TR), è formata da alberi fossili, resti di conifere che erano alte anche 100 metri del genere Taxodium – Taxodiacee, simili alle sequoie oggi presenti in America del Nord ed in Asia, presente in Italia “nel pliocene superiore” circa due milioni di anni fa sulle rive dell’antico lago Tiberino che allora occupava tutta la valle tra Spoleto, Perugia e Todi. Ciò che colpisce subito il visitatore è che gli alberi si sono fossilizzati in posizione di vita, ossia eretta e non orizzontale come potremmo notare nelle poche altre foreste fossili giunte sino a noi, quindi tutto lascia pensare che un’inondazione abbia sommerso gli alberi e successivamente l’argilla li abbia conservati intatti “mummificandoli”, sino al momento della loro scoperta risalente agli anni 70 a seguito di scavi per estrarre argilla per alimentare la vicina fornace di laterizi, attualmente la restante area è ancora ricoperta da sedimenti che conservano gelosamente gran parte del loro tesoro. I tronchi fossili (circa una cinquantina), che sono in realtà legnosi, in quanto l’argilla gli ha impedito il processo di mineralizzazione, sono a dir poco imponenti, infatti hanno un diametro che varia da 1 a 4 metri ed un’altezza che va dai 5 ai 10 metri, coperti con tettoie oggi fatiscenti, ed alcune coperte da rovi, che tolgono quell’alone di misticismo e di sacralità, togliendoci quella sensazione di passeggiare ancora oggi fra antichi mammiferi, ma senza le quali gli agenti atmosferici li avrebbero dissolti.
Prima della foresta si trova il Centro di Paleontologia Vegetale, realizzato negli anni 90 ed attivo dal 1999, che oltre a coadiuvare gli studi sulla foresta stessa, funge anche da museo ove viene proposta una ricostruzione in disegno dell’antica Foresta e delle faune che popolavano questo ambiente circa 2 milioni di anni fa, e da reperti paleontologici di antichi mammiferi e malacofaune rinvenute nelle aree circostanti.
A poca distanza, a partire dal 2008 il Centro di Panteologia Vegetale della Foresta Fossile di Dunarobba è stato a ampliato con un Arboretum, ossia una superficie di circa 3000 mq, sul quale oggi insistono diverse Taxodiacee, cercando di ricreare l’ambiente vegetale scomparso circa duemilioni di anni fa.
Domenico Pelino