Alla ricerca delle tracce dei Templari a Kotor (Cattaro) in Montenegro.

Un nostro lettore, Cosimo Iacca ci ha inviato una foto (scattata durante le vacanze) di una bella croce patente scolpita sull’architrave della chiesa di Santa Maria a Kotor – Cattaro in Dalmazia (oggi nella Repubblica del Montenegro).


Il lettore, che ringraziamo dell’attenzione e della cortesia nei nostri confronti per averci informato della sua scoperta, appassionato studioso di tematiche concernenti i misteri del Medio Evo e dei cavalieri Templari, ci ha chiesto informazioni sulla croce e sull’eventuale presenza dell’Ordine del Tempio nella splendida ed antichissima località di Cattaro.
Nel frattempo ci ha inviato alcune informazioni sulla chiesa in argomento:
“La chiesa, detta anche, di Sveta Maria Koledjate (Signora della Salute) si trova all’interno della città vecchia di Kotor e fu costruita nel 1221. Durante i secoli ha subito diverse modifiche, ma è a seguito del terremoto del 1979 che vennero scoperti i resti di una basilica cristiana risalente al VI secolo, sulla quale fu edificata la chiesa.
Essa conserva un Crocifisso ligneo del XIV secolo, due altari di marmo e alcune immagini di origine veneziana, tra i quali vi è la conversione di San Paolo. E’ decorata, inoltre, con affreschi del quattordicesimo secolo danneggiati a causa del terremoto (effettivamente erano molto rovinati, un peccato).
Entrando, sull’altare di sinistra, giacciono, mummificate, le spoglie della Beata Caterina da Montenegro, che visse e morì a Cattaro con il nome di Osanna (quando entrò a far parte del Terz’Ordine Domenicano). Infatti, la chiesa è conosciuta anche come Sveta Ozana”.

Passiamo, quindi, ad analizzare la “Croce” fotografata da Cosimo Iacca. Si tratta, come spiega l’araldica, di una “croce patente”. Tipologia di croce utilizzata anche (e sottolineiamo “anche”) dai Cavalieri Templari nel corso dei loro due secoli di vita.
Fu certamente la più utilizzata, ma non l’unica. Basti pensare alle “croci potenziate” o “patriarcali”, solo per fare qualche esempio, che ancora oggi si possono vede represso chiese o latri possedimenti del Tempio.
Sebbene su molti libri si trova scritto il termine “Croce Templare”, secondo l’araldica il termine è completamente errato. Esiste la “croce giovannita”, la “croce teutonica” ma, per quanto possa sembrare assurdo, non esiste alcuna “croce templare”.
Spesso si usa questo termine per semplicità espositiva e lo si usa per indicare proprio la “croce patente”.
Giova ricordare che, sebbene nell’immaginario collettivo sia ormai entrata la figura del cavaliere con la croce rossa sulla veste e sul mantello bianchi. Ma in realtà la croce sull’abito non viene menzionata né nella “Regola” in latino, né in quella in volgare d’Oil.
Fu Papa Eugenio III, il 24 aprile 1147, in occasione della partenza della cosiddetta “Seconda Crociata” (1147-1149), a concedere ai Cavalieri Templari di portare in perpetuo la croce sulle vesti.


Come ho scritto nel mio libro “Nel segno di Valcento” (Edizioni Belvedere latina 2010), “il “casus belli” della crociata, fu la caduta nel 1144, in mano dei musulmani al comando di Imad al-Din Zengi (che aveva messo insieme un enorme esercito formato da arabi, curdi e turcomanni), della città di Edessa, capitale dell’omonimo principato franco in Asia Minore. Una volta entrati nella città si scatenò l’inferno. Tutti gli uomini vennero trucidati, mentre le donne cristiane vendute come schiave. Quando la notizia, settimane dopo, giunse in Occidente, la Cristianità ne fu sconvolta. Mai, dalla presa di Gerusalemme nel 1099, l’Islam era riuscito a riconquistare una grande città. Dio non era, forse, più con i Franchi?
Papa Eugenio III, emulo di Urbano II, decise di bandire un’altra spedizione di soccorso ai Cristiani d’Outremer. Il compito di predicarla fu affidato, e non poteva essere diversamente, alla più grande personalità morale dell’Epoca. Bernardo di Chiaravalle, lo sponsor dei Templari. Non per nulla la spedizione del 47-49, viene anche chiamata “Crociata di San Bernardo”. Instancabile, con le sue celebri ed ispirate prediche, girò in lungo ed in largo l’Europa Occidentale. Il culmine di questa azione di sensibilizzazione della “Comunità dei Fedeli”, si ebbe a Vezelay, in Francia, il 31 marzo del 1146. Steven Runciman racconta come la cattedrale non fosse assolutamente in grado di accogliere tutta quella moltitudine, sovrani, cavalieri, popolani, accorsa all’appello dell’Abate in odore di Santità. Allora si decise di radunarsi in una vasta spianata fuori dalla città e là dopo la “chiamata alle armi” di San Bernardo, per tutta risposta la folla cominciò ad invocare le “croci”. Ovvero i pezzetti di stoffa rossa che i Cistercensi, su disposizione di Bernardo, consegnavano a coloro che si arruolavano. In men che non si dica, le piccole croci andarono esaurite, tanto che l’Abate di Chiaravalle fu costretto ad utilizzare la propria tonaca per ricavarne altre, ovviamente bianche. Tanti erano i fedeli che ne facevano richiesta, che il tramonto di quella giornata sorprese i monaci ancora impegnati a tagliarle ed a cucirle”.
Portare per sempre la croce sugli abiti, come concesso dal Pontefice ai Templari, sanciva il loro stato di “Crociati permanenti”. “La Croce cucita addosso faceva sentire più vicini a Cristo. Ci si immedesimava, quasi, in lui. Si diveniva pronti ad accettare anche un eventuale morte (i pellegrinaggi erano sempre rischiosi) come martirio in nome della Fede. Preparati anche a morire ma non alla ricerca del martirio a tutti i costi”.

Tornando alla croce della chiesa di Santa Maria di Kotor – Cattaro, è difficile poter dire con un buon margine di sicurezza se è davvero una traccia della presenza Templare in quella località.
Sarebbe necessario contestualizzarla all’interno della storia dell’edificio su cui si trova. Ma dalle informazioni forniteci da Iacca, al momento, non è possibile trarne elementi utili e decisivi.

Rimane il fatto che i Templari a Kotor – Cattaro (ed in Dalmazia) ci sono stati. Eccome!


Nel Medio Evo, la città di Kotor – Cattaro ed il territorio circostante, per tutto il XII secolo, rimase autonomo sebbene nominalmente dipendente dal Regno di Serbia.
Nel XII secolo divenne pure sede vescovile ed intensificò i rapporti ed i legami con la sponda opposta dell’Adriatico, ovvero con la Puglia e, quindi, con il Regno Normanno – Svevo.
Dai primi decenni del XIII secolo, nel territorio di Kotor – Cattaro si ebbe una fioritura di monasteri domenicani e francescani con lo scopo dichiarato di arginare l’espansione dell’eresia dei Bogomili.
Questa eresia sorse poco prima dell’Anno Mille in Bulgaria e si diffuse nei Balcani, in particolare nella Bosnia – Erzegovina. Propugnava un rifiuto dell’Antico Testamento e della “Patristica”, mentre teneva in alta considerazione soprattutto l’”Apocalisse di Giovanni”, ovviamente interpretandola non secondo i canoni dell’Ortodossia Cattolica bensì seguendo un’impronta “Docetista”. La presenza di influenze derivate dallo Gnosticismo ha fatto ritenere che sia esistito un legame tra questa eresia, filtrata attorno XI secolo in Occidente, e quella dei Catari.
Ma la diocesi di Kotor – Cattaro aveva strettissimi legami Secondo alcuni ricercatori i Templari sarebbero giunti a Kotar – Cattaro verso la fine del XII secolo proprio per contribuire a fermare questa eresia che aveva alcuni punti di contatto con quella Catara.
Secondo alcuni storici contemporanei, i Templari (o almeno una fetta delle loro gerarchie) avevano abbracciato parte delle dottrine catare.
Asserzione che, anche alla luce delle mie ricerche, non condivido nel modo più assoluto.
Comunque, la presenza Templare a Kotor – Cattaro sarebbe continuata per tutto il XIII secolo e quello successivo sino alla soppressione dell’Ordine.

Assolutamente non dimostrata è la sopravvivenza dell’Ordine sotto mentite spoglie, addirittura sino alla conquista di Cattaro da parte della Repubblica di Venezia nel 1420.

Da questo breve excursus si nota immediatamente come la storia della presenza dell’Ordine a Kotor – Cattaro sia avvolta nelle nebbie del mistero.

Vogliamo, pertanto, di concerto con Cosimo Iacca, lanciare un appello a ricercatori, studiosi ed appassionati, per contribuire a far luce sulla “croce” scolpita sulla chiesa di Sveta Maria Koledjate.
Chi lo desidera può inviarci informazioni, immagini, articoli, idee, spunti, ricerche, segnalazioni di libri.
La ricerca continua…..

Giancarlo Pavat

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Un commento:

  1. ho letto l’articolo “alla ricerca delle tracce dei templari a Kotor (Cattaro) in Montenegro” a firma di Giancarlo Pavat e ho visto la foto di una croce patente similissima a quella riscontrata nella chiesa di san Biagio del mio paese, Cannara in Umbria non distante da Assisi. Mie segnalazioni potrete trovarle col motore di ricerca google templari-cannara-san biagio ma se vorrete altre notizie vorrete comunicarmi il vs. indirizzio mail.
    cordialità.
    mario scaloni

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