Immagine di apertura; Una delle scene più celebri del film horror “L’esorcista” (titolo originale “The Exorcist”) del regista William Friedkin del 1973.
Le correlazioni tra i rapimenti alieni e la possessione diabolica
di Giovanni Pellegrino
In questo articolo cercheremo di dimostrare che esistono delle correlazioni inquietanti tra alcuni casi di rapimento alieno e la possessione demoniaca.
John Keel sosteneva che in alcuni casi di rapimento alieno le vittime cadono in uno stato di coscienza alterato.
Di conseguenza viene alterato il livello della percezione della realtà cosicché il rapito è vittima di quel fenomeno noto come “missing time“ (tempo perduto) ovvero una sorta di vuoto spazio-temporale in cui chi ne è vittima non ricorda quanto tempo sia trascorso se pochi minuti o diverse ore.
2. Immagine sopra: John Keel (1930-2009)
Il “missing time” si ritrova alla base di tutti i casi di rapimento alieno come si ritrova spesso anche nei casi di contattismo.
Infatti molti contattisti sono convinti che sono saliti a bordo di una delle astronavi aliene e sono altresì convinti che gli alieni li abbiano portati sul loro mondo dal nome solitamente inesistente.
Talvolta tale esperienza rimane impressa nei ricordi coscienti del soggetto nonostante il vuoto spazio temporale mentre altre volte tale ricordo deve essere fatto riemergere mediante sedute di ipnosi regressiva.
In ogni caso gli esseri che rapiscono gli individui sembrano possedere la facoltà di indurre visioni fittizie della realtà.
Per dirla in altro modo tali esseri sembrano essere in grado di influire sull’intelletto dell’uomo agendo sulla sua mente manipolandola alterandone la percezione.
In ultima analisi tali esseri sono in grado di mostrare ai rapiti come realtà determinate situazioni che in realtà sono fittizie.
Dobbiamo dire che tale metodo adottato dalle entità che rapiscono gli individui ricorda quello attribuito ai demoni delle religioni tradizionali.
A nostro avviso tale dato di fatto deve far riflettere soprattutto nel momento che si cerca di spiegare i rapimenti alieni utilizzando la teoria parafisica.
Infatti approfondendo determinati aspetti della teoria parafisica ci si imbatte in sconcertanti analogie tra il fenomeno dei rapimenti alieni e la possessione demoniaca richiedente il rito esorcista.
Dobbiamo dire che sono pochi i ricercatori che in Italia hanno condotto studi finalizzati ad evidenziare le correlazioni tra ufologia e demonologia.
In Italia il primo a cercare di mettere in evidenza le connessioni tra ufologia e demonologia è stato Rocco Manzi autore del libro “Ufo e potere delle tenebre” (immagine in basso)
Poi in tempi recenti ha tentato di mettere in evidenza tali correlazioni inquietanti Alfredo Lissoni nel suo libro “Ufo passaporto per l’inferno” del 2011. (immagine in basso).
In tale libro Lissoni pone in risalto come sostanzialmente i resoconti antichi di ciò che oggi verrebbero interpretati come rapimenti Ufo ante litteram influenzati però da una presunta ignoranza popolare e per questo riferiti in un contesto demoniaco fossero invece davvero di natura demoniaca e di conseguenza speculari ai casi di possessione demoniaca.
Se dunque mettiamo a confronto determinati racconti coi moderni rapimenti alieni possiamo constatare come il fenomeno abbia in realtà solo cambiato maschera nel corso dei secoli ma non modus operandi.
Uno dei casi più clamorosi il rapimento alieno non andato a segno grazie ad un espediente tutt’altro che tecnologico è quello che ebbe come protagonista un frate missionario francescano ovvero padre Giuseppe Madau (immagine in basso).
La sera del 13 settembre 1948 padre Madau all’epoca novizio stava recitando il rosario nel cortile del convento e accanto a lui vi era il cane del guardiano.
Alzando lo sguardo al cielo vide una strana sfera luminosa in lontananza.
In quell’istante saltò la luce elettrica attorno al convento e nella città vicina le luci si spensero all’improvviso.
Madau vide un bizzarro oggetto volante a forma di campana schiacciata da cui discesero due esseri umanoidi di altissima statura dall’atteggiamento in apparenza gentile ed amichevole.
I due individui chiesero a Madau di venire con loro ma Madau rifiutò di andare con loro.
A questo rifiuto egli udì un suono pressante dietro la testa avvertendo una sensazione fisica terribile come se delle dita frugassero nel suo cervello.
Madau a quel punto terrorizzato si rese conto di sollevarsi dal suolo intuendo che quegli esseri volevano portarlo via malgrado il suo rifiuto di seguirli.
Con la forza della disperazione si ribellò invocando la Vergine Maria dicendo: “Madre mia aiutami non voglio!”.
In quell’istante Madau ebbe l’impressione di udire una voce femminile che con tono pacato disse:
”lasciatelo stare”.
In risposta a queste parole Madau avvertì dei rumori inquietanti a lui incomprensibili mai uditi prima.
Poi di nuovo la voce femminile ordinò di nuovo:
“ora basta! Lasciatelo!”.
Il rovistio nel cervello smise di colpo mentre Madau si rese conto di essere tornato coi piedi a terra.
Infine nello stesso istante da lontano sentiva varie voci gridare: “è tornata la luce”.
Questo caso di tentato rapimento pone dei quesiti che difficilmente possono trovare risposte convenzionali attraverso una chiave di lettura ufologica extraterrestre.
Dunque se gli alieni in questione non erano demoni perché se la diedero a gambe davanti alle preghiere?
Immagine sopra; “La tentazione di Sant’Antonio” di Salvator Rosa. Olio su tela 125,5×94, 1645. Pinacoteca Rambaldi di Villa Luca a Coldirodi, San Remo. (Credits Historia-arte.com). Le creature d’incubo dipinte dall’artista ricordano certe apparizioni di presunte entità aliene.