SCOPERTO IL PIU’ ANTICO TELESCOPIO DEL MONDO?
La clamorosa notizia sul sito www.luoghimisteriosi.it di Isabella Dalla Vecchia e Sergio Succu e sulla rivista “Fenix”, diretta da Adriano Forgione, di gennaio 2013.
“Il pozzo di Santa Cristina in Sardegna, un manufatto realizzato migliaia di anni fa, in sezione presenta una sconvolgente similitudine con un moderno telescopio.
Sono una coincidenza? In esclusiva su Fenix di gennaio 2013 una nuova sconvolgente ipotesi da parte di Sergio Succu, co-fondatore di www.luoghimisteriosi.it “N. 87: monumento singolare” con questa nota il Pozzo di Santa Cristina è stato censito nella “Carta nuragografica del Comune di Paulilatino” del 1867. Questo manufatto degno di attenzione è ospitato all’interno dell’area archeologia di Paulilatino in provincia di Oristano, in cui sono presenti anche strutture a capanna e un nuraghe con annesso villaggio.
Si trova all’interno di un recinto ellittico e vi si accede scendendo una gradinata cinta da pareti di pietra basaltica abilmente lavorate a formare quasi una torsione fino ad una camera circolare in cui è presente una fonte perenne. Ha pareti finemente lavorate a formare un’ogiva, che lascia stupito chiunque alzi lo sguardo verso un unico foro del diametro di circa 35 cm che accede all’esterno. Perfezione architettonica, sacralità, geometria, sono caratteristiche distribuite in un’armonia in perfetta relazione con il cielo, le stelle, l’universo e con la nostra Madre Terra. L’Amore del creato viene riassunto nello specchio d’acqua in cui accade un incontro quasi romantico tra il Sole e la Luna, che avviene ogni 18,6 anni intorno al solstizio d’inverno. Ogni anno, in date precise (equinozi di primavera e d’autunno) i raggi solari, con un’inclinazione che sfiora la gradinata, baciano la superficie d’acqua, mentre la luna, la Signora che si sa far maggiormente attendere, tocca l’acqua pregna del calore del Sole dopo ben 18 anni e 6 mesi, alla fine di dicembre, accedendo dall’unico foro della falsa volta. Per forma e inclinazione non è neppure troppo azzardato confrontare il pozzo sacro ad un vero e proprio “osservatorio celeste” o in termini più moderni, ad un “telescopio”. La somiglianza è sorprendente, il foro potrebbe dare punti di riferimento fissi, mentre la porta trapezoidale poteva avere funzione di “bocca” del telescopio riflettore (la cui sezione somiglia incredibilmente al pozzo), all’interno della cui area, se ci si trovava dentro il pozzo, si poteva osservare ed interpretare la fotografia del cielo che “entrava” dallo schermo così ricavato. Lo stesso riflesso dell’acqua sullo zenit dava riferimenti precisi, un confronto costante tra l’orizzonte e la verticale celeste. All’interno del telescopio le immagini vengono concentrate in uno specchio convesso posto alla base che le dirige verso un altro specchio inclinato a 45° il cui riflesso viene proiettato verso l’oculare. Nel pozzo avveniva un passaggio simile. Tremila anni prima, nelle notti terse e silenziose, la posizione dell’osservatore sostituiva lo specchio a 45° del moderno telescopio, ricoverando nel suo occhio le immagini provenienti dallo zenit e quelle dall’orizzonte, così da poter avere precisi riferimenti astrali per leggere e osservare il continuo mutamento della volta celeste. Altre info su: http://www.luoghimisteriosi.it/collaborazioni-fenix.html”