Visita d’eccezione all’abbazia del Goleto.
Nei giorni scorsi un gruppo di ricercatori romani ha fatto tappa all’abbazia del Goleto sita nel territorio di Sant’Angelo dei Lombardi (AV) per ammirare dal vivo le bellezze architettoniche ed i numerosi simboli medievali e templari ivi presenti e descritti dal ricercatore avellinese Marco Di Donato nel suo libro “I misteri del Goleto”.
Durante la visita, alla quale era presente lo stesso autore, sono state eseguite alcune ricerche nonché degli specifici rilievi tecnici. In particolare, i ricercatori Fabio Consolandi e Luca Pascucci, hanno effettuato alcuni rilievi fotografici su di una misteriosa incisione presente alla base della Torre Febronia del Goleto, risalente al XII secolo, che indizi ivi rinvenuti farebbero convergere ad una sorta di invocazione. La frase è comunque ancora al vaglio di paleografi e medievisti interessati dallo stesso Marco Di Donato, anch’egli presente all’abbazia del Goleto.
Il regista e documentarista Alessandro Moriccioni coadiuvato da Marco de Berardinis e Dario Moretti del sito magazine terraincognitaweb.com, hanno osservato, nei dettagli, tutte le particolarità dell’abbazia santangiolese: dal cimitero delle monache al corrimano in serpente, dalle croci patenti alla Triplice Cinta, dai simboli medievali e templari alla Chiesa Nuova non mancando ovviamente di far visita alla Cappella di San Luca vero e proprio gioiello di questo luogo, all’interno della quale sono davvero rimasti senza parole.
Qui, le ricercatrici Roberta Zizzari e Simona D’Alessandri hanno, approssimativamente, misurato il tasso vibratorio di questo luogo, mediante il cosiddetto “quadrante Bovis”, rilevando una misurazione addirittura più alta di quella presente al centro del labirinto di Chartres in Francia anche se, come tengono a precisare le stesse ricercatrici, per avere dei dati certi sarebbe necessario utilizzare attrezzature di maggiore precisione.
La visita si è quindi conclusa con la consapevolezza di trovarsi dinanzi ad un luogo di grande fascino e magnetismo che, anche grazie alle ricerche di Marco Di Donato, sta acquisendo sempre maggiore conoscenza non solo a livello locale ma anche e soprattutto a livello nazionale.