UMBRIA MISTERIOSA.
Ferentillo: Ritorno al passato.
di Domenico Pelino
In provincia di Terni e precisamente in Valnerina, troviamo una delle tante gemme che arricchiscono il nostro territorio così costellato di tesori.
Stiamo parlando di Ferentillo, bellissimo borgo che solo a guardarlo da lontano riporta alla mente fasti dei tempi che furono. Sembra quasi di rivivere le scene del film “Non ci resta che piangere” con Troisi e Benigni che si ritrovano a Frittole verso la fine del 1400:
Si è catapultati in una passata epoca dove il tempo sembra essersi fermato.
Nel borgo Mattarella, oltre all’omonima rocca medioevale, troviamo la Collegiata di Santa Maria risalente al XIII e XVI secolo mirabilmente affrescata e ricca di simbolismi esoterici.
Spostandoci nel borgo medioevale di Precetto, cui la rocca fa da guardia, si respira un’aria serena, pulita, tranquilla e solo qualche rumore in lontananza di operosi artigiani si mescola allo scrosciare delle acque del Nera. Nel salire le ripide scalette capita sovente di incrociare lo sguardo di qualche anziano che, con il viso ed il corpo segnati dal tempo e dalle fatiche, infonde al cuore tanta tenerezza. Dopo poche decine di gradini, sulla destra e costruita su uno di uno sperone roccioso, troviamo la chiesa del XVI secolo dedicata a Santo Stefano che, oltre ad essere uno splendido esempio di stile rococò e scrigno di pregevoli d
ipinti, è anche custode di un’icona della Madonna di Loreto. Sotto il pavimento, si accede dall’esterno, troviamo l’antica chiesa risalente al XIII secolo che, chiusa dopo tre secoli, diviene cimitero cittadino, come era consuetudine dell’epoca.
Con l’editto di Saint Cloud, voluto da Napoleone il 12 giugno 1804, fu stabilito la chiusura e la dismissione dei cimiteri entro le mura cittadine. I defunti dovevano essere sepolti fuori dai centri abitati in luoghi soleggiati ed arieggiati e le tombe dovevano essere tutte uguali per evitare discriminazioni.
I frati cappuccini titolari della chiesa iniziarono così i lavori di scavo per traslare i defunti riportando alla luce l’antica chiesa a due navate scavata nella roccia con strati di affreschi ancora visibili e, con sommo stupore, dei corpi perfettamente mummificati.
La notizia fece scalpore suscitando molto interesse anche fuori dai confini locali, tanto da dar seguito a un simil-pellegrinaggio di curiosi e verso la fine del XIX secolo alla creazione di un museo all’interno della cripta stessa.
Gli studi effettuati negli anni hanno dimostrato che i corpi si sono conservati perfettamente grazie alla temperatura e all’umidità costanti oltre ad una sostanza chimica del terreno che hanno permesso l’essiccamento delle cellule umane senza intaccarne i tessuti.
Oggi il museo delle mummie è composto da teche di vetro semi aperte (per permettere la libera circolazione dell’aria) che custodiscono una ventina di corpi risalenti dal XVI al XIX secolo, delle bare e scaffali colmi di teschi. I corpi mummificati si presentano in uno stato di conservazione decente e su alcuni di loro è possibile vedere, ancora oggi, capelli, denti, unghie ed indumenti con i quali sono stati seppelliti.
Ognuno di loro ha una storia da raccontare tramandata da generazioni in generazione o ricavata dagli archivi ecclesiastici. Alcune di queste suscitano interesse come quella di una donna morta di parto e sepolta con accanto il suo bambino; un avvocato ed il suo aggressore accoltellati da un altro complice; un bambino idrocefalo; un soldato napoleonico; un giovane cinese; un uomo sottoposto ad autopsia cranica; un frate; una coppia di sposi cinesi che, malauguratamente, si sono trovati a Ferentillo proprio nel periodo in cui infuriava la peste nera.
Spostandoci nella frazione di Mecenano troviamo la meravigliosa Abbazia di San Pietro in Valle, risalente all’ VIII secolo e oggi splendida residenza d’epoca immersa nel verde. Ad oggi la chiesa edificata nel VII secolo e rimasta scorporata dal resto del complesso, quindi visitabile, è ricca di reperti archeologici, di affreschi medioevali e rinascimentali dell’Antico e Nuovo Testamento.