LA CONTEA DEL MISTERO: A SPASSO PER PATRICA ALLA RICERCA DI ENIGMATICHE SIMBOLOGIE
(1^ parte).
di Giancarlo Pavat
Il pittoresco paesino di Patrica (FR) sorge a circa 450 metri slm, all’ombra del dantesco e piramidale Monte Caccume (1095 m. slm), su un rilievo della catena dei Monti Lepini affacciato alla valle del fiume Sacco. Posizione decisamente strategica, un vero “nido d’aquila”, come ha acutamente sottolineato l’amico Mario Tiberia nel suo articolo che potte leggere in questo sito. Viene giocoforza istintivo immaginare come il controllo di Patrica abbia rivestito un ruolo importantissimo nelle vicende storiche (soprattutto medievali) del territorio circostante. Che vide protagonista per diversi secoli, la schiatta comitale dei de’ Ceccano.
Patrica (foto sopra: panorama del paese visto dalla “passeggiata Kennedy”) fece parte per molto tempo della Contea di Ceccano e, ovviamente, è nominata nel celebre Testamento del conte Giovanni I° del 1224.
Ma la prima citazione storica di cui si abbia menzione è precedente di diversi secoli. Si tratta di un documento dell’Anno del Signore 817 d.C.. Ovvero l’Atto di Donazione di Ludovico I° detto il Pio (figlio di Carlo Magno e Sacro Romano Imperatore dal 814 all’840) a papa Pasquale I° (Pontefice dal 817 al 824).
Verso al fine del XIII secolo, e precisamente nel 1291, tramite eredità il “Castrum” di Patrica passò alla famiglia Annibaldi. Da quel momento il paese seguì le tormentate vicende storiche delle famiglie nobili di Roma e del Basso Lazio.
Nel 1425 papa Martino V (al secolo Oddone Colonna, nato a Genazzano nel 1368, eletto romano pontefice nel 1417 e deceduto a Roma il 20 febbraio 1431) confermò il possesso di Patrica ad Ildebrando Conti.
Nel gennaio del 1495 la rocca di Patrica (i cui resti si possono oggi osservare dai giardini del Palazzo dei Conti Spezza) venne espugnata e messa a ferro e fuoco dalle soldataglie francesi di re Carlo VIII di Valois.
Tra il 1556 e il 1557, durante la guerra tra papa Paolo IV (al secolo Gian Pietro Carafa, nato a Capriglia il 28 giugno 1476, eletto romano pontefice nel 1555 e morto a Roma il 18 agosto 1559) egli Spagnoli, Patrica venne occupata due volte con tutte le immaginabili violenze e devastazioni che ne seguirono.
Nel 1599 fu acquistata con il titolo di “marchesato” da Tarquinio Santacroce, il cui figlio Francesco nel 1625 la rivendette alla famiglia Colonna. La quale tenne il “Marchesato di Patrica” sino alla generale soppressione dei feudi all’inizio del XIX secolo.
L’aspetto attuale di Patrica risente dei numerosi rimaneggiamenti subiti nel corso del secoli, spesso a causa di storici eventi bellici precedentemente accennati. A prima vista potrebbe apparire improbo se non impossibile rintracciarvi elementi ed emergenze architettoniche ed artistiche medievali. Ma l’osservatore attento, il ricercatore curioso, il turista che vuole liberarsi dai lacci dei percorsi tradizionali, sapranno cogliere qua e là, diverse testimonianze di quel lontano passato. In particolare singolari ed enigmatiche simbologie.
Ed è proprio una passeggiata alla ricerca di simboli ed elementi curiosi quella che suggeriamo in questa sede. Quattro passi tra vicoli, ripide scalinate, viuzze, piazzette affacciate a panorami mozzafiato, per riscoprire un altro angolo dell’antica Contea di Ceccano, che ancora una volta si propone come la vera e propria “Contea del Mistero”.
Saliti a Patrica seguendo la “passeggiata Kennnedy”, si lascia l’autovettura nel parcheggio subito dopo la galleria di via Madonna della Pace. Strada che, proseguendo a mezza costa sulla montagna, porta al paese di Supino.
Ripassati a piedi sotto la galleria si imbocca viale Trieste si arriva ad un bivio. Lo slargo è chiamato piazza Giuseppe Mazzini. Sull’edificio d’angolo, posta piuttosto in alto (a destra della targa con il nome della piazza) a vegliare sui passanti, si nota una icona mariana. Si tratta di un dipinto con la Madonna e il Bambino che regge con la manina destra un calice. Il quadro ricorda quello molto simile presente a Frosinone sopra un edifico in via della Cattedrale. Ho scritto “molto simile” in quanto qualche piccola differenza esiste. Ad esempio il colore della veste della Vergine: rosa a Patrica, rosso a Frosinone; oppure nel Suo manto: celestino quasi bianco a Patrica, azzurro a Frosinone.
(Foto sopra: il dipinto con la “Madonna del Preziosissimo Sangue” sull’edificio di piazza Mazzini a Patrica)
Sul dipinto di Frosinone si è detto molto, spesso a sproposito. Si è arrivati addirittura ad ipotizzare che il Bambino con il Calice indicasse il nascondiglio del Santo Graal o che vi fosse celato un messaggio massonico. O meglio; che nella gestualità di Gesù Bambino vi fosse raffigurato il giuramento dell’apprendista. E questo sebbene la gestualità ed il simbolismo di tale giuramento sia leggermente diverso. Vediamone la descrizione che ne fa Julies Boucher (“Simbologia Massonica” – Atanor 2010): “Nel grado di apprendista il giuramento è pronunciato tenendo il calice nella mano sinistra e ponendo la destra sul cuore”.
(Foto sopra: il dipinto con la “Madonna del Preziosissimo Sangue” in via della Cattedrale a Frosinone)
Con la mano sinistra si regge il calice (o coppa) e non con la destra come il Bambino del dipinto. Che con la sinistra sembra reggersi sul braccio sinistro della Madre. Per la serie quando la fantasia supera gli enigmi. La lettura e spiegazione del dipinto con la Madonna e il Bambino che regge un calice è molto più semplice e per nulla misteriosa sebbene abbia una storia non meno interessante.
Infatti la Sacra Immagine raffigura la cosiddetta Madonna del Preziosissimo Sangue (foto in alto). Alla quale era particolarmente devoto San Gaspare del Bufalo (noto come il “Predicatore dei briganti”, nato a Roma il 6 gennaio 1786 e morto il 28 dicembre 1837. Nel 1904 è stato beatificato da papa Pio X e nel 1954 proclamato santo da papa Pio XII) che volle che i missionari della Congregazione da lui fondata ne portassero sempre una copia con se. Il nome completo è “Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue” e il quadro viene chiamato anche Madonna Auxilium Christianorum, Madonna delle Missioni o Madonna del Calice.
L’originale del quadro della Madonna del Preziosissimo Sangue, appartenuto proprio a San Gaspare del Bufalo è conservato nel Museo di Albano Laziale (Roma).
È quasi certo che l’autore del quadro originale sia Pompeo Girolamo Batoni (nato a Lucca il 25 gennaio 1708 e deceduto a Roma il 4 febbraio 1787), celebre anche per alcune “Madonne con il Bambino”. Successivamente, all’opera originale, Gaspare del Bufalo (che, come si evince dalla sua corrispondenza del 13 novembre 1825 con Giovanni Francesco Palmucci di Offida, probabilmente ignorava il nome dell’autore) avrebbe fatto aggiungere il calice in mano al Bambino.
Quindi i dipinti di Patrica e di Frosinone sono delle copie di quello di Albano Laziale. E a ben guardare, almeno per quanto riguarda l’esemplare di Frosinone, la soluzione dell’enigma (si fa per dire) della Madonna e il Bambino con il Calice, era davvero sotto gli occhi di tutti.
Infatti sulla medesima facciata dove si trova l’edicola con il dipinto della Madonna del Preziosissimo Sangue, nel 2004 l’Amministrazione Comunale di Frosinone ha posto una grande lapide con la seguente epigrafe (foto in basso):
“Qui il 10 marzo 1822 S. Gaspare del Bufalo tenacemente volle fondare una casa di missione per redimere la provincia di Marittima e Campagna dalla piaga del brigantaggio nel nome del Sangue Preziosissimo del Redentore dell’Uomo. La Città di Frosinone. 20 ottobre 2004“.
Ecco perché il dipinto con la Madonna del Preziosissimo Sangue si trova su quell’edificio a Frosinone. Era una delle varie sedi della Congregazione di San Gaspare del Bufalo (Foto in basso).
E forse lo stesso discorso vale anche per il dipinto di Patrica. Prossime ricerche certamente sveleranno anche questo piccolo enigma.
Dopo questo ampio excursus ritorniamo nel paese all’ombra del Caccume, proseguiamo la nostra passeggiata alla ricerca di simboli ed altre curiosità.
(Foto sopra: la facciata della Madonna della Pace. Foto sotto: interno della Madonna della Pace)
Se dal bivio in cui abbiamo trovato il dipinto con la Madonna del Preziosissimo Sangue si prosegue dritti, si imbocca via monsignore Licino Refice. Mentre prendendo a sinistra si sale lungo l’erta via della Pace che porta alla Chiesetta della Madonna della Pace risalente al 1889.
Realizzata in peperino, la chiesa si presenta con una semplice facciata decorata da un ampio frontone. I lati sono caratterizzati da arcate a tutto sesto che ricordano il Tempio Malatestiano di Rimini. (Foto in basso: decorazioni del timpano e della facciata della chiesa della Madonna della Pace)
Ridiscesi in via Licino Refice, si nota sul muro della casa ove abitò per molti anni il celebre musicista, un piccolo Monumento voluto dalla nipote Pia. Si tratta di un busto bronzeo ed una lapide che ricorda il religioso.
(Foto sopra: le lesene sui lati della chiesa della Madonna della Pace. Foto sotto: il monumento a Licino Refice).
(Foto sopra: Chiave di volta in via della Pace)
Proseguendo al bivio tra via per il cimitero e Corso Repubblica ecco la Chiesa di San Rocco. Venne costruita in peperino nel 1912. La facciata è scandita da lesene e da un loggiato in cui si trova la statua del Santo taumaturgo patrono di Patrica.
(Foto sopra: la Chiesa di San Rocco. Foto sotto: la statua di San Rocco sul loggiato della chiesa).
A chi ha letto il mio libro “I segreti della chiesa dei SS. Sebastiano e Rocco di Acuto” (2015), la cui versione e-book scaricabile da questo sito, interesserà sapere che la statua di pietra bianca di San Rocco che decora la facciata della chiesa patricana, reca la ferita sulla gamba sinistra!
Di fronte alla chiesa si notano i resti di una torre medievale (anch’essa in blocchi di peperino) che proteggeva la Porta urbica oggi scomparsa.
Murati sulla parete esterna di un palazzo sovrastante al chiesa di San Rocco, si notano due bassorilievi (foto sopra), uno in peperino con tracce di intonaco ed un altro in calcare bianco recanti il profilo di una testa coronata (il primo) ed un aquila scaccata (il secondo). In quest’ultimo si è voluto riconoscere lo stemma di Lotario dei Conti di Segni ovvero papa Innocenzo III (nato a Gavignano, oggi in provincia di Roma non lontano da Anagni, il 22 febbraio 1161, eletto romano pontefice nel 1198 e morto il 16 luglio 1216 a Perugia).
Tra l’altro proprio il bassorilievo con l’Aquila scaccata presenta una curiosità (per usare un eufemismo) che ho voluto portare all’attenzione dei lettori inserendo in questo articolo una foto del 2008 (quella in alto in cui si vedono entrambi i bassorilievi) ed una scattata lo scorso febbraio (quella qui sotto).
Mi sbaglierò (ed invito i lettori a correggermi) ma a me sembra che il bassorilievo con l’Aquila scaccata che fotografai il 20 aprile 2008 (durante l’evento turistico-gastronomico con visite guidate denominato “Il paese della buona domenica. I 100 volti di Patrica“) non è quello fotografato il 13 febbraio ( e poi nel marzo) di quest’anno!
Il bassorilievo è stato forse sostituito con una copia? E se sì, da chi?
(Foto sopra: i due bassorilievi di Patrica fotografati il 19 marzo 2016)
FINE 1^ PARTE.
(Giancarlo Pavat)
Tutte le foto sono di Giancarlo Pavat.