(Immagine in alto: …verso la chiesa di San Michele a Pisterzo – foto Mario Tiberia)
Una bella domenica soleggiata di inizio primavera, con gli amici Giancarlo Pavat ed Orazio Vignola abbiamo deciso di fare una gita in montagna per goderci l’aria frizzante e carica di intensi profumi dei primi fiori primaverili allo scopo di sfuggire dallo smog cittadino e dallo stress quotidiano della vita moderna……questo per la cronaca….ma secondo Voi… una banda di ricercatori che non dormono mai…. vanno veramente in cerca solo di tranquillità e di fare passeggiate naturalistiche ?
Ovvio che no….in realtà.. questa volta la nostra curiosità unita allo spirito di conoscenza per nuove scoperte, ci ha portato fin nell’alto e piccolo borgo di Pisterzo (LT) situato su una montagna che si affaccia sulla Valle del fiume Amaseno proprio di fronte ad altri due borghi, Prossedi e Maenza, posti a controllo dell’intera vallata.
Ci troviamo nel bel mezzo di quella famosa Contea dei Conti dè Ceccano che si estendeva per tutta la vallata ed aveva in questi piccoli borghi arroccati sulle montagne, i suoi centri di controllo ed avvistamento a 360° del territorio sottostante fino al mare.
(Immagine sopra: Chiave di volta con Trigramma Cristico, chiodi della Crocifissione, lettere iniziali e anno 1779- foto M. Tiberia)
Infatti le prime notizie storiche su Pisterzo risalgono al 1125 quando, con il nome di Prius Tertium, viene occupato e bruciato da Papa Onorio II come testimoniato dalle famose “ Cronache di Fossanova”.
Dopo la sua ricostruzione si formò un piccolo agglomerato urbano che insieme con quelli di Prossedi, Roccasecca dei Volsci e Maenza costituivano una sorta di osservatorio naturale da cui controllare il passaggio dei vari eserciti nella vallata; ricordiamo che nel medioevo la valle di Amaseno era un punto di passaggio obbligato e cruciale per gli eserciti Normanni, Papalini ed Imperiali in quanto era l’unica via di comunicazione con il mare; fu a questo punto che comparvero i Conti dè Ceccano i quali ,intuendo l’importanza della zona per il controllo del passaggio,cominciarono ad estendere il loro dominio su tutti i borghi sovrastanti la vallata per diventare gli incontrastati signori del Basso Lazio.
(Immagine sopra: Orazio Vignola e Mario Tiberia indicano la Triplice Cinta incisa su un masso verticale in via Mercatario. immagine sotto: il Monumento ai Caduti di Pisterzo – foto G. Pavat)
Pisterzo fu feudo dei dè Ceccano dalla sua ricostruzione fino al 1425,per poi passare sotto il dominio della Famiglia Conti per volere di Papa Martino V.
E’ stata proprio questa sua antica appartenenza alla enigmatica Contea che ha stimolato in Noi un certo interesse… al pari dell’aria frizzante che si respira in montagna e che stimola l’appetito….ma la nostra è una fame ben diversa ed è orientata alla ricerca di quei famigerati simboli che si trovano scolpiti in tutte le pietre dei paesi del Basso Lazio e quindi il piccolo borgo meritava un giro di perlustrazione approfondita, giro che ci ha riservato delle gradite sorprese per quello che è emerso anche se il centro storico è stato profondamente modificato e ricostruito, intorno agli anni 50 del secolo scorso a causa della distruzione subita dai bombardamenti alleati della Seconda Guerra Mondiale.
(Immagine in alto: Orazio Vignola e Mario Tiberia in azione…… – foto G. Pavat)
Nonostante tutto , come ripeto, le sorprese sono state molto gradite e ci hanno fatto supporre che in passato, prima della seconda Guerra Mondiale, doveva ancora essere un gioiello medievale e contenere tanti segreti legati ai numerosi ed eruditi pellegrini che transitavano per la vallata.
La spiegazione ed il resoconto delle scoperte lo faranno i miei amici di avventura Giancarlo Pavat ed Orazio Vignola con i quali abbiamo istituito il nostro inseparabile gruppo di ricerche sul campo.
(Mario Tiberia)
(Foto sopra: Giancarlo Pavat e Mario Tiberia davanti alla chiesa di San Michele a Pisterzo – Foto Orazio Vignola)