A CACCIA DI TRIPLICI CINTE IN GIRO PER CASTRO DEI VOLSCI (FR)
di Giancarlo Pavat
Castro dei Volsci è un borgo medievale (paese natale dell’attore Nino Manfredi) in provincia di Frosinone, arroccato su un cucuzzolo della catena dei Monti Ausoni, che domina la valle del fiume Sacco (o valle Latina). Ma sebbene non ne faccia parte geograficamente e storicamente, per contiguità culturale e, spesso politica, ha molto più a che fare con le comunità dei paesi dell’alta valle del fiume Amaseno e dell’antica e gloriosa Contea di Ceccano.
Con la valle del fiume Amaseno è comunque collegato dal solco orografico di Vallefratta, mentre con Ceccano è collegato dall’antica ”strada per Gaeta” e dal fatto di trovarsi entrambi sulla riva destra del Sacco.
Inoltre al territorio del comune di Castro dei Volsci appartiene una porzione del versante settentrionale e sud-orientale del Monte Siserno che chiude a nord la valle dell’Amaseno.
Il territorio di Castro fu abitato sin dalla più remota preistoria, come dimostrano i numerosi ritrovamenti di utensili in pietra, oggi esposti al Museo Preistorico della vicina Pofi.
Al VII secolo a.C. è datato l’arrivo delle popolazioni italiche dei Volsci. Ai quali, molti archeologi tendono ad attribuire le muraglie ciclopiche visibili sulle pendici di Monte Nero. Una altura isolata di circa 270 slm, a poca distanza da centro abitato di Castro dei Volsci. Notevoli le testimonianze sopravvissute degli insediamenti romani; in particolare una grande villa di età repubblicana (I° secolo a.C.) riportata alla luce in località Madonna del Piano. Ulteriori scavi archeologici hanno restituito resti di una villa imperiale con strutture sovrapposte afferenti a edifici di culto paleocristiano. Inoltre è stata scoperta una necropoli con sepolture del VI e VII secolo d.C..
Per tuto il Medio Evo appartenne allo Stato della Chiesa (o Patrimonium Sancti Petri), con funzioni di sentinella di confine. Infatti ancora oggi, lungo i confini del territorio comunale si incontrano gli antichi cippi di confine in pietra. Recanti da un lato il Giglio della dinastia dei Borboni e sull’altro le Chiavi di San Pietro e l’anno 1847 (che corrisponde alla data di ridefinizione dei confini tra i due stati).
(Foto 2, 3, 4, 5 e 6: Cippo confinario posto tra Castro dei Volsci e Pastena. Si notano le Chiavi di S. Pietro incrociate, la data 1847 ed il Giglio dei Borboni)
Castro dei Volsci è caratterizzato da un impianto urbano tipicamente medievale. Con viuzze e scalinate, spesso coperte da volte, ed edifici con porte “a bandiera”. Numerose le chiese risalenti al Medio Evo ancora presenti nel paese, alcune delle quali caratterizzate dalla presenza del simbolo della Triplice Cinta. Come San Nicola, risalente al VI secolo d.C. All’interno conserva alcuni affreschi del XII e del XIII secolo ed un altare marmoreo con scolpito un “nodo quadrilobato” affiancato a due piccole “croci greche” all’interno di una “mandorla”. Su un affresco ormai illeggibile si notano almeno due croci potenziate di colore rosso. Alcuni ricercatori hanno ritenuto di individuare in alcuni personaggi vestiti di bianco affrescati nella chiesa, nientemeno che i cavalieri Templari. La cui presenza a Castro dei Volsci, sebbene da più parti ipotizzata non è stata ancora dimostrata aldilà di ogni ragionevole dubbio.
Diverse le simbologie che si incontrano passeggiando per le viuzze di Castro dei Volsci; Triplici Cinte, Fiore della Vita. Trigrammi Cristici, simboli della Vergine, segni del Golgota, mascheroni apotropaici e altri ancora.
Molte Triplici Cinte si notano in prossimità delle chiese di Castro dei Volsci.
Il primo esemplare si trova sulla pietra che funge da soglia all’ingresso principale della chiesa di San Nicola. La seconda è presente su un gradino della scalinata laterale, sul fianco destro della chiesa.
Anche la Chiesa di Santa Maria custodisce due esemplari di TC. La prima, molto grande e ben conservata, è incisa su un blocco di pietra sopra il muretto che delimita il sagrato della chiesa. La seconda si trova su un blocco di calcare posto in opera a qualche metro di altezza, sul muro esterno sinistro dell’edificio sacro, vicino alla grondaia.
Ho individuato personalmente altre Triplici Cinte nel centro storico di Castro dei Volsci. Tutte lungo la via Civita che corre ad anello cingendo la parte più alta (e antica) dell’impianto urbano.
Partendo dalla chiesa di Sant‘Oliva (quasi nel punto più alto del paese); due TC si notano su soglie di ingressi di edifici presso lo slargo formato dalla via Civita sul fianco sinistro della chiesa
A pochi metri di distanza da questi due esemplari, eccone un altro. Si trova inciso sulla soglia dell’ingresso del civico 30 di via Civita.
Proseguendo sempre lungo via Civita, ho individuato altre due TC quasi una di fronte all’altra. Il primo esemplare si trova inciso sulla soglia dell’ingresso del civico 9, che stando alla data scolpita sulla chiave di volta risale al 1881. L’altro esemplare è stato realizzato su un blocco squadrato di pietra, addossato ad un muro esterno di una casa e utilizzato un tempo come sedile ed oggi come poggia vasi di piante.
Innumerevoli i Trigrammi di Cristo IHS e i “Fiori della Vita” e mascheroni ma di questi ci occuperemo in un prossimo articolo.
Intanto per scoprire le Triplici Cinte di Castro dei Volsci (e gli altri enigmatici simboli) non resta che invitare tutti quanti all’Itinerario del Mistero, organizzato dall’Associazione “Vivi Frosinone – Vivi la Ciociaria”, in collaborazione con il Comune e al Pro Loco di Castro dei Volsci e ovviamente con la partecipazione del sottoscritto e del nostro “Mistery Team”, previsto per Venerdì 30 settembre, ore 20.00.
- Tutte le foto sono di Giancarlo Pavat.