“AERAUTO”, l’automobile volante di Luigi Pellarini; di Fiorenzo Zampieri.

Immagine di apertura: Luigi Pellarini e la sua curiosa invenzione.

 

AERAUTO”,

L’automobile volante di

Luigi Pellarini

 

di Fiorenzo Zampieri

 

Sono certo che chiunque di noi quando si è trovato imbottigliato nel solito ingorgo dell’ora di punta, ha esclamato impaziente: «Ah, se avessi le ali!».

Siamo nel 2020 e nonostante gli enormi progressi tecnici e le meraviglie sfornate da ogni tipo di industria, ancora non abbiamo la possibilità, nella congestione del traffico cittadino, di “prendere il volo” e lasciare chi ci circonda con un palmo di naso.

 

Eppure, questa è una fantasia che già era immaginata negli anni appena successivi alla fine della seconda guerra mondiale, quando le strade urbane cominciavano ad ingolfarsi di automezzi.

E, come al solito, ci voleva il “genio italico” per provare a risolvere il problema. Ci riferiamo ad un certo Luigi Pellarini (1913+2001), ingegnere aeronautico friulano di Tarcento (UD).

2. Immagine sopra: l’ingegnere friulano Luigi Pellarini

 

automezzo che potesse, con poche e semplici manovre, trasformarsi in un velivolo, così da dare la possibilità a chiunque, o quasi, di abbandonare le vie terrestri per preferire quelle celesti, abbreviando tempi e distanze a parità di costi.

L’idea non era così peregrina, e ci si misero di grande impegno.

Con la collaborazione di una nota officina milanese, l’auto volante cominciò a prendere forma.

Realizzata completamente in metallo, era dotata di ali ripiegabili lungo l’asse longitudinale dell’apparecchio riducendone la larghezza a soli 2 metri, la carlinga, dalla forma aerodinamica, alloggiava anteriormente una cabina a due posti e posteriormente l’elica ed il motore di 60 CV che potevano far raggiungere all’apparecchio una velocità di 190 km/h. I consumi erano molto simili a quelli di una normale automobile ed il prezzo di vendita si aggirava intorno alle 500.000 lire.

Dopo aver depositato il brevetto, a questo primo modello bisognava dare un nome e fu scelto “Aerauto” che parve davvero appropriato.

 

  3. Immagine sopra, i disegni dell’invenzione di Luigi Pellarini

 

 

4-5 Immagini sopra e sotto : il prototipo di “Aerauto” di Pellarini

 

Ovviamente seguirono tutti i collaudi necessari e previsti per le autorizzazioni e l’omologazione, che furono rilasciate senza eccessivi problemi.

Negli anni seguenti il primo prototipo ebbe modo di subire modifiche e ottimizzazioni, sviluppando nuove versioni sfruttando altresì l’evoluzione della tecnica per migliorarne l’aspetto e le prestazioni.

Visto il successo tecnico dell’operazione, Luigi Pellarini, pensò di creare, con l’aiuto di un gruppo di industriali, la società “Aernova SpA”, per commercializzare la sua invenzione.

Tra la fine del 1949 ed i primi giorni del 1950, per pubblicizzare il nuovo ed inusitato apparecchio, vennero incaricati due piloti collaudatori di compiere un lungo giro d’Italia (ben 4000 km) col quale toccare molte città italiane, atterrarvi e raggiungere i centri abitati ad ali ripiegate, per dimostrare la versatilità del nuovo mezzo.

Eclatante fu la visita effettuata in Roma, al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Einaudi, che rivolse all’inventore parole di elogio e di incoraggiamento.

6. Immagine sopra: Corriere della Sera del 30 ottobre 1949

 

Purtroppo, nonostante l’impegno, l’operazione non ebbe il successo sperato; evidentemente i tempi non erano maturi.

Tanto è vero che ci si mise di mezzo anche la jella che procurò un incidente talmente grosso che, per i suoi effetti sull’opinione pubblica, risultò probabilmente determinante.

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7. Immagine sopra: La Stampa del 12 novembre 1952

 

Nel 1953, la rinuncia al promesso acquisto di alcune unità da parte dell’Esercito Italiano, ed il poco interesse del pubblico, costrinse, con grande delusione e amarezza, il Pellarini a sciogliere la società e si trasferì in Australia.

Il nuovo Paese l’accolse con un po’ di diffidenza ma, una volta che riuscì a farsi apprezzare come progettista aeronautico, ebbe la possibilità di affermarsi ed avere le soddisfazioni che la Patria gli aveva negato.

 

(Fiorenzo Zampieri)

8. Immagine sopra: La Fiamma del 22 gennaio 2002

 

– Tutte le immagini sono state fornite dall’autore.

 

 

 

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Un commento:

  1. Rensto Cortelletti

    L’aerauto trovò la sua fine all aeroporto di Milano Bresso verso la fine degli.anni 70 quando ling. Pellarini emigrò in australia abbandonandola sull aeroporto.milanese. il tempo e i vandali ( fu cannibalizzata) fecero il resto alla fine quello che rimase fu bruciato.

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