ALFEDENA (AQ), la cittadina delle “Triplici Cinte”.
di Domenico Pelino
Nel Parco nazionale d’Abruzzo, troviamo uno splendido paesino di circa 800 abitanti. Stiamo parlando di Alfedena (AQ), facente parte della Comunità Montana Alto Sangro e Altopiano delle Cinque Miglia. Stazione climatica estiva sviluppatasi sulle rive del Rio Torto a circa 900 mt. d’altitudine. Fondato dai Sanniti con il nome di Aufidena, il centro abitato si è sviluppato su l’area di una necropoli protostorica portata alla luce nel 1882, con similitudini ad altre due più note, quelle di Opi e di Barrea, portando così gli archeologi e studiosi di parlare di facies culturale dell’Alto Sangro. La maggior parte delle 1.500 sepolture rinvenute sono custodite presso il Museo Civico Aufidenate“ De Nino”, dedicato allo scopritore, e riconducibili al VII ed il III sec. a.C..
Il sito fortificato del Curino, posto a monte dell’area cimiteriale e parte di un vasto sistema funzionale di roccaforti, costituiva un punto strategico di controllo del fondovalle e del fiume Sangro. Ancora oggi la torre ottagonale ci ricorda gli antichi albori del centro storico.
Molte opere dell’epoca romana ed i resti della necropoli di Campo Consolino furono trafugati o distrutti dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale.
Troviamo poi la porta di Alfedena, che dalla piazza Umberto I si accede alla piazza Sannitica e al nucleo antico del paese ove troviamo un’inaspettata sorpresa. Infatti una volta entrati dalla porta e proseguendo per via Borgo Veroli, su gradini, ballatoi e muretti, troviamo più di venti esemplari dei simboli noti come “Triplici Cinte” e “Centri Sacri”.
Sebbene non si tratti di un caso particolarmente raro non è così facile trovarne in questa quantità e raggruppate in un unico luogo.
Ciò fa presumere che molte siano state incise a scopo ludico. Il simbolo della Triplice Cinta è costituito da tre quadrati concentrici raccordati da quattro segmenti perpendicolari, e, spesso, pure da segmenti diagonali, ed un foro centrale. In Italia ne troviamo un numero considerevole sparsi un po’ ovunque, dai castelli alle case private, dalle chiese alle rocce, dalle piazze ai muri e così via, senza dimenticare che tale simbolo è presente anche nel resto d’Europa. Il significato è molto controverso poiché la descrizione più datata ci giunge da Platone che, riferendosi ad Atlantide, descrive la casa di Poseidone circondata da cinque cinte; mentre dalla Bibbia ci giunge la descrizione di tre cinte di mura attorno alla città Santa ed al Tempio di Salomone. Da ciò, ma anche da studi concreti, se ne deduce che veniva usato sia come gioco “filetto – tris- alquerque” che come messaggio simbolico usato nel medioevo dai Templari per segnalare luoghi particolarmente sacri.