Una bella domenica di sole, un borgo pittoresco e affascinante, la possibilità di degustare la cucina locale grazie alla “Festa d’autunno” allestita dal Comune con diverse associazioni locali, e tanti misteri, curiosità e simbologie (alcune anche inquietanti). Ecco gli ingredienti per la ricetta del successo dell’ITINERARIO DEL MISTERO svoltosi a Pofi (FR) , la scorsa domenica 30 ottobre.
Un evento, che ha visto la partecipazione di una quarantina di persone, organizzato, come di consueto dall’associazione ITINARRANDO in collaborazione con il nostro sito e l’amministrazione comunale pofana e al quale ha partecipato il ricercatore storico, scrittore e studioso di simbologie Giancarlo PAVAT.
Appuntamento per tutti davanti al Museo Preistorico “Pietro Fedele”, al cui interoperabilità, grandi e piccini, hanno potuto vivere un’avventura nella Preistoria; tra ominidi, elefanti e cervi giganteschi, uomini di Neandertal, mammut, stambecchi, iene e tantissime altre creature estinte ma che centinaia di migliaia di anni fa popolarono il Basso Lazio. Un’avventura resa ancora più interessante grazie alle puntuali spiegazioni della guida Enzo.
Uscito dal Museo, il gruppo di ITINARRANDO si è incamminato lungo via San Giorgio sino a raggiungere la straordinaria e suggestiva chiesa di Sant’Antonino, realizzata in pietra basaltica scura.
Davanti alla chiesa, l’assessore alla cultura Marco SAVARESE, ha illustrato la storia di quello che, nel 1958, per interessamento dell’allora sindaco Pietro Fedele, è stata dichiarato Monumento Nazionale per l’importanza artistica è architettonica.
Vero gioiello in stile romanico, risalente al X-XI secolo, si trova in località “La cupa”, a poca distanza dal paese. Ha un campanile con finestre a bifora con colonnina centrale. L’interno si presenta a navata unica e la controfacciata ospita un affresco dall’eccezionale valore artistico. Si tratta di un “Giudizio Universale” (attribuibile ad artisti di scuola giottesca del XIV secolo, secondo altri dei primi anni di quello successivo) con Cristo inserito nella “vescica piscis” (o “Mandorla mistica”) , l’Arcangelo Michele con la spada e la bilancia per pesare le anime (“psicostasia“), angeli che accompagnano gli eletti verso il Paradiso e dannati, tra cui un principe, un vescovo, un cardinale e addirittura un pontefice (forse Bonifacio VIII), trascinati dai demoni verso le pene infernali che ricordano scene della Divina Commedia.
È probabile (anche se una approfondita lettura della cifra iconografica, e non solo, dell’affresco non è mai stata fatta) che si tratti di un allegorico “manifesto politico”. Forse degli stessi Colonna. Si è ipotizzato, nientemeno, che uno di loro potrebbe essere il personaggio raffigurato con la spada al fianco, addirittura aureolato, inginocchiato a fianco del Battista, ai piedi della Croce.
La scena posta quasi al centro dell’affresco, con San Michele e i defunti che escono dalle tombe, per essere giudicati e “pesati”, è evidentemente un inserto successivo. Lo si capisce dai colori, dalle proporzioni delle figure, fuori scala rispetto alle altre scene, e dall’armatura senza dubbio quattrocentesca dell’Arcangelo guerriero. PAVAT ha successivamente illustrato pure le valenze simboliche del pregevole bassorilievo rinascimentale con San Michele che uccide la Viverna (e non il Drago, come erroneamente si pensa!)
Il gruppo di ITINARRANDO davanti alla chiesa di Sant’Antonino a Pofi (FR)
Terminata la visita a Sant’Antonino, il gruppo è risalito verso il centro storico, arroccato sulla cima dell’antichissimo vulcano spento che costituisce il rilievo di Pofi.
Lungo il percorso si è avuto modo di fare la conoscenza con la Casa della Paura. La cui storia degne di in film da brivido è stata raccontata sempre dall’assessore SAVARESE. Giancarlo PAVAT ha invece illustrato le valenze simboliche del grande Mascherone apotropaico che fa buona guardia sulla facciata dell’inquietante edificio.
Altri brividi davanti alla Porta del Merangolo che era una delle due porte urbiche di accesso al Borgo. SAVARESE ha raccontato come all’epoca del brigantaggio, ai lati della Porta venivano appese le teste dei briganti giustiziati.
Risaliti all’interno del borgo, ecco, in via della vita, un altro mascherone ghignante, nei cui tratti alcuni studiosi hanno addirittura ravvisato elementi anatomici riconducibili al famigerato Vlad III, Voivoda di Valacchia, ovvero Dracula.
Dopo la pausa pranzo, durante la quale è stato possibile gustare piatti locali grazie agli stand enogastronomici allestiti da vari e gruppi e associazioni pofane, il gruppo si è ritrovato nell’atrio di Palazzo Colonna, ove PAVAT ha spiegato da par suo i significati dei simboli del blasone, in particolare la Sirena bicaudata e la testa di Lince.
Altri misteri attorno alla Torre dell’Orologio con la Croce Potenziata scolpita su un concio murato alla base del possente manufatto e con altre simbologie sparse per le viuzze del centro storico.
Alla fine, davanti all’impareggiabile panorama della Valle del Sacco con il Monte Cacume svettante all’orizzonte, PAVAT ha spiegato le valenze storiche, simboliche e letterarie di quella montagna. Sottolineando il fatto che non soltanto è citata nella Divina Commedia ma pure che Dante Alighieri l’ha sicuramente vista durante i suoi soggiorni nel Basso Lazio.
In sintesi una giornata da incorniciare. E appuntamento per tutti al prossimo ITINERARIO DEL MISTERO.
(LA REDAZIONE)