(Immagine sopra: Giancarlo Pavat coadiuvato dal regista Donato Lupo, guest star della serata, illustra le due croci incise su altrettanti conci visibili in Corso Vittorio Emanuele ad Anagni)
Anagni Magica e Misteriosa colpisce ancora, incassando, con questa terza edizione, un ennesimo successo di pubblico. Soprattutto ma non solo, per merito dell’Itinerario del Mistero inserito quest’anno nel novero degli interessanti eventi che hanno caratterizzato la manifestazione. Nella serata di lunedì 12 agosto, piazza Innocenzo III, luogo di ritrovo per l’inizio dell’Itinerario, si presentava con un colpo d’occhio eccezionale, allegramente invasa dai numerosi partecipanti (presenze che oscillavano tra le 100 e 150). A curare l’allestimento dell’Itinerario, oltre agli organizzatori di Anagni Magica e Misteriosa come Velia Viti e Marco Sartucci, lo staff di Vivi Ciociaria – Itinarrando guidato come sempre da Alex Vigliani.
(Immagine sopra: da sx Giancarlo Pavat, Donato Lupo e Marco Sartucci in piazza Innocenzo III ad Anagni)
(Immagine sopra e sotto: i numerosi partecipanti all’ITINERARIO DEL MISTERO, in piazza Innocenzo III)
Il vero e proprio serpentone di persone (moltissimi non erano di Anagni e hanno approfittato dell’occasione per conoscere quello straordinario scrigno di arte, storia e misteri) dalla piazza Innocenzo III si è spostato davanti al sagrato della cattedrale anagnina dove Giancarlo Pavat ha illustrato le enigmatiche simbologie presenti sulla facciata. Ma inserendole nel più ampio discorso della presenza in città dei grandi ordini monastico-cavallereschi, soprattutto i celebri Cavalieri Templari. Giova ricordare che Giancarlo Pavat ha dedicato diverse pagine dei suoi libri ai misteri e alla storia medievale di Anagni
(Immagine sopra: l’arrivo a Casa Barnekov….)
Al termine dell’Itinerario, il folto gruppo ha raggiunto la celeberrima Casa Barnekov dove è stato accolto dal ricercatore e scrittore Guglielmo Viti e sorseggiando un bicchiere di buon vino dell’enoteca Fermento ha avuto modo di ascoltare il concerto del chitarrista Stefano Spallotta. Per avere un’idea della partecipazione basti pensare che gli organizzatori hanno dovuto posizionare delle casse acustiche nella strada davanti alla Casa Barnekov perché non è stato possibile far entrare tutte le persone.
Appuntamento per tutti ai prossimi appuntamenti di ViviCiociaria – Itinarrando ed agli eventi anagnini.
Di seguito riportiamo brevi spunti di alcuni degli argomenti più affascinanti trattati nella serata del 12 agosto. Altri saranno oggetto di un articolo di prossima pubblicazione.
TEMPLARI AD ANAGNI
Nei dintorni di Anagni i Templari possedevano la Chiesa di Sant’Ippolito (presso Palestrina). Questa chiesa venne ceduta dall’ultimo Gran Maestro Jacques de Molay a Papa Bonifacio VIII, assieme ad altri beni, come il mulino di Vallerano nei pressi di Paliano, ed il Castello di Varranieri, che doveva trovarsi tra Valmontone ed Anagni.
Tutti questi possedimenti oggi non esistono più. Forse in cambio delle donazioni sopraelencate, con una apposita Bolla del 20 luglio 1296, Bonifacio VIII donò ai Templari una “casa” con terreni nella città di Anagni.
Ad individuare la “magione” è stato il ricercatore anagnino Marcello Bruni, che l’ha identificata nell’antico edificio posto alle spalle del Palazzo di Bonifacio. Caratterizzato dall’architettura coeva e dalla presenza sulla facciata di quelle che lo stesso Bruni ha definito “Croci usate anche dai Templari”, oltre a Gigli e “Fiori della Vita”.
La presenza dell’Ordine ad Anagni non è mai stata in discussione. Basti rammentare che, quando Sciarra Colonna, Guglielmo di Nogaret, i Conti di Ceccano , Rinaldo da Supino e gli altri congiurati assieme ai propri sgherri, il 7 settembre 1303, irruppero nel Palazzo di Bonifacio VIII, gli unici a rimanere al fianco del Pontefice anagnino furono i “cubiculares” Ospitalieri e, appunto, Templari. (Anche se rimane l’enigma sul motivo per il quale non difesero il papa). Inoltre, numerose sono le testimonianze oggettive di questo insediamento. Quasi tutte situate nei pressi della Cattedrale.
(Immagine sopra: Donato Lupo e Giancarlo Pavat . Sotto: Marco Sartucci ringrazia i partecipanti all’evento anagnino )
A proposito del “Fiore della Vita” che si è conservato incastonato tra le pietre della facciata della “Casa dei Templari”, è necessario sottolineare che questo simbolo caratterizza molti edifici appartenuti all’Ordine del Tempio. Alla maniera della chiesa di San Bevignate presso Perugia o di quella di San Jacopo a San Giminiano. Dove compare sui capitelli assieme a “Nodi di Salomone” cruciformi. O ancora sull’architrave della Pieve di Santa Mustiola in Sticciano in Maremma, dove è affiancato ad altri simboli tra cui una “Croce Fichè” con i bracci leggermente biforcuti (10). Ai Templari è stato attribuito anche il cosiddetto “Reliquiario di Giovanni Bove”. Splendido capolavoro di oreficeria sacra del XIII secolo, conservato a Veroli, che presenta una decorazione con numerosi “Fiori della Vita” intersecati tra loro.
(LA REDAZIONE)
–Nelle immagini a corredo dell’articolo, alcuni momenti della splendida serata anagnina di lunedì 12 agosto.
-Tutte le foto sono di Marisa d’Annibale che si ringrazia per la gentile concessione.