Andrea Vaccà Berlinghieri: fu il vero ispiratore del dottor Viktor Frankenstein di Mary Shelley? Un nuovo articolo di Roberto Volterri.

 

L’attore britannico Boris Karloff, (pseudonimo di William Henry Pratt, 1887-1969) nei panni e maschera della Creatura del dottor Viktor Frankenstein. 

Andrea Vaccà Berlinghieri: fu il vero ispiratore del Dottor Viktor Frankenstein di Mary Shelley?

 

L’evanescente confine tra la Vita e la Morte

 

di Roberto Volterri

 

La risposta dovrebbe essere “No!”, un “No” deciso poiché il dottor Andrea Vaccà Berlinghieri fu un serio e valentissimo medico chirurgo “di stretta osservanza”, figlio di un luminare della medicina presso l’Università di Pisa, il professor Francesco Vacca’ Berlinghieri (1732–1812). Però…
Più avanti arriveremo al classico “però” che caratterizza ogni umana vicenda  in cui tra le ombre della Storia si cela spesso (ma non sempre…) qualche elemento, qualche dettaglio che consente di analizzare le vicende in un’ottica, diciamo così, “alternativa”.
Andrea, nato a Montefoscoli (Pisa) il 3 Febbraio del 1772, dalla famiglia, viene inviato a Parigi insieme al fratello maggiore Leopoldo, per avviarsi agli studi di medicina, studi in cui ebbe come maestri Pierre Joseph Desault –  dal 1782 capo chirurgo all’Hopital de la Charite’, il secondo ospedale più famoso di Parigi dopo l’Hotel Dieu, del quale egli divenne capo chirurgo nel 1786 – e Jean Louis August Baudelocque, esperto chirurgo e anatomista, specializzatosi nella risoluzione di problemi legati al parto.
 

2.-3 sopra: Pierre Joseph Desault (1744–1795); in basso; Jean Louis August Baudelocque (1745–1810), due medici molto all’avanguardia nei loro rispettivi campi di studio.

  1. In alto: Andrea Vaccà Berlinghieri (Montefoscoli, 3 febbraio 1772Orzignano, 6 settembre 1826)

 

Dopo oltre due anni di intensi studi parigini, i due fratelli si trasferiscono a Londra per apprendere le tecniche chirurgiche del celebre dottor John Hunter.
A questo punto due chiacchere appaiono necessarie per avvicinarci ai rappresentanti dell’arte medica che in passato cercarono di studiare la macchina anatomica umana più da vicino, molto più da vicino…
E “due-chiacchere-due” le faremo ora proprio a proposito del dottor Hunter lasciando per un po’ le umane vicende di Andrea Vaccà Berlinghieri.
Ma torneremo ben presto sulla sua attività scientifica che potrebbe avere ispirato un notissimo, strano, romanzo scritto in una villa presa in affitto sulle rive del Lago di Lemano, a Ginevra, durante quello che fu chiamato l’anno senza estate, il 1816, anno quando imprevedibili anomalie del clima estivo distrussero i raccolti nell’Europa settentrionale, negli Stati americani del nord-est e nel Canada orientale…

 

 

Qualche “Dottor Henry Jekyll” che Robert Louis Stevenson avrebbe voluto conoscere…

5-6. In alto; Il dottor John Hunter, celebre anatomista di una Londra della fine del XVIII secolo. Alle sue spalle, a destra in alto, è raffigurata parte dello scheletro del gigantesco Charles Byrne, alto circa due metri e mezzo! (in basso).

Di solito, leggendo le pagine del romanzo “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” di Robert Louis Stevenson ci si immagina una fumosa, nebbiosa, Londra della fine del XIX secolo.
E così potrebbe essere poiché proprio a Londra visse ed operò un certo dottor John Hunter (1728 – 1793), celebre anatomista al quale è stato poi dedicato l’Hunterian Museum of the Royal College of Surgeons (visitatelo!).
Hunter è anche un appassionato collezionista di reperti anatomici, diciamo così… “interi” che si procura con mezzi non proprio ortodossi. Come, d’altra parte, fanno molti suoi colleghi…
Ad esempio, all’epoca, la sua collezione comprende lo scheletro di Jonathan Wild, fuorilegge finito sulla forca. Ora sappiamo che Wild è stato impiccato alle tre pomeridiane del 24 Maggio 1725 e viene subito sepolto nel cimitero della chiesa di S. Pancrazio. Tutto normale, quindi.
E invece no, poiché si scopre – pochissimi giorni più tardi – che la tomba è stata violata e che il corpo del fuorilegge è misteriosamente scomparso!
Le indagini conducono ben presto, senza esito, al laboratorio di tale dottor Frederick Fowler il quale, ben ventidue anni più tardi, confessa di possederlo nella sua collezione privata e – bontà sua! – ne fa dono proprio al Royal College of Surgeons.
Ma come è finito il cadavere di Wild nella macabra collezione dell’eccentrico Dr. Fowler?
Semplice! Ce lo hanno portato alcuni “resurrection men” dell’epoca.
Le scuole di anatomia hanno disperato bisogno di… “materiale didattico”, ovvero di corpi umani da sezionare. Ma poiché nessun “vivo” si sacrificherebbe per amore della Scienza, bisogna ricorrere a chi del corpo fisico non sa più cosa farne: i morti.

 

 

  1. In alto: Più o meno così, di notte, avveniva il trafugamento dei cadaveri di persone indigenti, seppellite senza troppi orpelli e, di solito, senza parenti che sarebbero potuti andare a piangere sulla tomba. Era una diffusa e lucrosa attività di recupero del “materiale didattico” necessario alle lezioni di anatomia del dottor Hunter e colleghi.

 

Si sa, la necessità aguzza l’ingegno ed ecco che nasce una nuova categoria imprenditoriale: i resurrection men, chiamati anche body snatchers, ovvero trafugatori di salme.
A Londra, all’angolo tra Giltspur Street e Cock Lane ora c’è una strana statuetta chiamata “Fat Boy”, ma fino al 1910 c’era un pub chiamato “The Fortune of  War” ove si incontravano, tra una birra e l’altra, i trafugatori di cadaveri per trattare il prezzo della loro “mercanzia” con gli anatomisti e i medici interessati ad approfondire in corpore… non più vivo i misteri di Madre Natura.
  1. In alto: Angolo tra Giltspur Street e Cock Lane dove fino al 1910 c’era un pub chiamato “The Fortune of War” dove avvenivano le transazioni sui cadaveri “in vendita”.

 

 

  1. In alto: il “Fat Boy” attuale – il cui originale si vede anche nell’immagine in alto – in memoria del furioso incendio che distrusse Londra nel 1666
Ancor oggi ci dovrebbe ancora essere una lapide lì posta per informare i visitatori che i cadaveri esumati nei cimiteri venivano esposti su apposite panche con accanto il nome del trafugatore. Stabilito il prezzo – i prodotti più “freschi” costavano ovviamente di più – avveniva la consegna.
Trasporto compreso nel prezzo, naturalmente!

 

  1. In alto: C’era da fidarsi di questi aspiranti anatomopatologi di un secolo fa alle prese con un cadavere recuperato chissà dove?
 Per cercare di evitare o almeno di arginare un po’ tale macabro commercio, chi in vita se lo poteva permettere, fa sì che il suo corpo venga sepolto due volte di seguito!
Per un po’ di tempo, infatti, va per la maggiore la moda di seppellire il cadavere, con tanto di bara, all’interno di una strana gabbia di ferro solidamente ancorata al terreno.
Quando è passato un tempo tale – di solito due o tre giorni – da rendere il cadavere inutilizzabile a fini didattici, si procede alla sepoltura definitiva.

 

  1. In alto: All’interno di questo robusto recinto di ferro, in un primo momento veniva “sepolta” la bara del ricco defunto. Poi, un paio di giorni più tardi, quando la “mercanzia” tanto richiesta non era più… “di giornata”, avveniva una seconda, definitiva sepoltura.

    

12-13-14: In alto e in basso: Già in epoca settecentesca le lezioni di anatomia avvenivano con esercitazioni che prevedevano la presenza di opportuno “materiale didattico”. Non sappiamo se approvvigionato con i metodi che fino ad ora abbiamo descritti…   

 Immagini che documentano come in diverse epoche non facili e piene di dubbi erano le necroscopie per scoprire le cause di morte nella complessa struttura del corpo umano.               

 

  

15-16-17: Sopra e sotto: Esempi di preziosi reperti anatomici, con varie malformazioni, recuperati all’epoca da salme trafugate… in tempo utile!

       

Da Londra ad Edinburgo… nulla cambia!

E ci avviciniamo ancor di più a “Frankenstein”…

 

Ma tutto ciò non avviene solo a Londra…
Robert Louis Stevenson era nato in Scozia, ad Edimburgo e lì aveva sentito parlare di tale dottor Robert Knox e di due loschi individui che avevano cura di non far mai fare brutta figura al celebre e stimato dottore quando egli teneva le sue lezioni di anatomia.
La didattica innanzi tutto!
Il dottor Knox abita in una bella  e ricca dimora munita di laboratorio ove egli effettua le dissezioni e tiene lezioni private a studenti provenienti dall’Edinburgh Medical College.

 

  1. In alto: Il dottor Robert Knox, al quale – molto verosimilmente – si ispirò Robert Louis Stevenson per il personaggio del Dr. Henry Jekill.
  2. In basso: l’ultima dimora del dottor Knox…

 

Disseziona oggi, disseziona domani, il nostro affermato dottore rischia di non aver più a disposizione il necessario “materiale didattico” che gli assicura imperitura fama e il necessario, quotidiano vitto.

  1. In alto: Sembra una foto di gruppo per la fine dell’anno scolastico e invece è una pausa della lezione di anatomia su ciò che resta di qualcuno “recuperato” con i metodi che ora vedremo…

 

Così sparge la voce riguardante le sue quasi quotidiane necessità e ben presto si presentano alla sua porta due strani individui ben disposti – dietro versamento di opportuna… pecunia! – a non fargli mancare nulla per far progredire la Scienza!
I due martiri della Conoscenza si chiamano Brendan “Dynes” Burke e William Hare e si “immolano” dal novembre del 1827 all’ottobre del 1828.
La loro macabra “produzione” si ferma alla diciassettesima vittima, ma lasciano indelebile traccia anche nel vocabolario della lingua inglese poichè dal nome di uno di loro, Burke, è nato il termine “burking” con il significato di “soffocare, comprimendo contemporaneamente il petto della vittima”.
Quando si dice contribuire al progresso culturale di una Nazione!
Burke (1792 – 1829) è nato ad Urney ed è diventato “imprenditore” cimiteriale dopo aver fatto vari lavori, essersi separato da moglie e figli ed essersi risposato con una certa Helen M’Dougal, la quale lo aiuta nel nuovo lavoro. Come si conviene ad una brava ed ubbidiente consorte !
William Hare nasce alla fine del Settecento o agli inizi dell’Ottocento.
Anch’egli si dedica inizialmente ai più vari mestieri fino a sposarsi con tale Margaret Laird, vedova del suo datore di lavoro.
Naturalmente anche la gentile consorte contribuisce al mantenimento della famiglia. Con i metodi che ormai conosciamo…
 

 21-22: Sopra e sotto: I due “martiri della Scienza”, William Burke a sinistra e William Hare a destra.

 

23-24: Sopra e sotto: Helen M’Dougal, moglie di  William Burke e la rassegnata consorte del suo socio in “affari” William Hare.

 

 

Ritorniamo all’ineffabile Dr. Robert Knox…

 

William Hare vanta un piccolo credito con un anziano individuo di nome Donald.
Soltanto quattro miserrime sterline, ma il vecchio non le ha e di lì a poco… passa a miglior vita. Per malattia, per caso, perché…
Si sa, quattro sterline non sono molte né poche, ma perché non sfruttare l’occasione, pare si sia chiesto Hare consultandosi con l’amico Burke.
Perché non vendere il cadavere di Donald alla Scuola di anatomia di Edimburgo dove opera il “buon” dottor Knox?
Detto fatto, i due intraprendenti novelli mini-imprenditori, nella bara,  sostituiscono il corpo del povero Donald con un tronco d’albero di pari peso e nascondono la “mercanzia” in una stanza dove abitavano.
Col favore delle tenebre consegnano la “merce” all’anatomista  e guadagnano ben sette sterline.
Un vero affare!
Un affare che dette l’inizio ad una serie di omicidi per un totale di diciassette vittime…
 

  1. In alto: Una lezione di anatomia più seria di quelle che abbiamo illustrate in altre pagine di questo Capitolo. Un qualsiasi “Dottor Hunter” dell’epoca, con la pipa e lo sguardo attento, controlla i possibili errori dei suoi studenti. Sulla destra, una studentessa verifica su un testo di anatomia se ciò che osservano corrisponda o meno a quel che ha creato Madre Natura.

 

William Burke, forse il più dinamico dei due, ha l’insana abitudine di soffocare le sue vittime usando solo tre dita di una mano.
Con l’indice e il medio stringe il naso del malcapitato, mentre con il pollice serra la sua bocca fino a soffocarlo!
Ė facilitato in questa sua particolare tecnica dalle non indifferenti quantità di alcool che poco prima ha fatto ingurgitare alla vittima con la scusa di affogare insieme i dispiaceri e le disillusioni della grama vita che conducono.
Ma se la potenziale vittima si mostra particolarmente riluttante a salire sulla “barca di Caronte” – insomma, per passare a miglior vita – qualche più persuasivo metodo, un po’ più cruento, ottiene l’effetto desiderato.

  1. In alto: Le vittime dei due serial killers erano di solito poveri sbandati, senza fissa dimora, dei quali nessuno avrebbe mai cercato il corpo.

 

Tanto andarono i due “gattoni”  al lardo…

 

… che, anziché lo zampino, ci lasciarono il collo!
E sì, perché produci “mercanzia” oggi, producila domani, prima o poi qualcosa deve pura capitare ai due improvvisati imprenditori.
All’alba del 31 Ottobre 1828, William Burke, anziché farsi un buon caffè, si reca nella sua locanda preferita a bersi un bel whisky, che, di prima mattina, rende più acuto il cervello. O almeno così pensa il nostro serial killer…
Si sa che in certi locali, nella Edimburgo dell’epoca, si può incontrare ogni genere di personaggi. Anche, come in questo caso, tale Mary Docherty avvezza anch’ella ad iniziare la giornata con un bel po’ di alcool in corpo.
Un bicchierino tira l’altro e dopo un po’ Burke la invita a partecipare alla festa di Hallowen insieme ad altri suoi compagni di baldorie.
Finita la festa, la povera donna rimane sola con il suo nuovo amico il quale – con la raffinata tecnica delle “tre dita” prima descritta – la trasforma in un attimo in nuova “mercanzia” per il dottor Knox.
 

 

  1. In alto: Un’altra tipica lezione di anatomia nel XIX secolo.

Un qualsiasi dottor Hunter, a Londra, oppure un qualsiasi dottor Knox ad Edimburgo non avrebbe avuta remora alcuna a procurarsi “materiale didattico” ricorrendo ai “resurrection men” come Burke ed Hare.

 

Il Diavolo, però, fa le pentole ma non i coperchi…
Un paio di ospiti della precedente serata di baldorie tornano nell’appartamento di Burke per cercare qualcosa che pensano di aver lasciato lì e notano uno strano atteggiamento del serial killer che cerca di evitare un loro avvicinamento al letto.
È verosimile che il corpo della sventurata Mary stia proprio lì sotto…
I due avvertono la polizia che cerca invano il corpo della povera signora. Probabilmente già sotto i ferri del Dr. Knox…
Ulteriori indagini ricostruiscono l’intera vicenda e William Hare, il socio in affari, spiffera tutto in cambio dell’immunità.
Così William Burke viene processato e condannato all’impiccagione che avviene in una gelida mattina del 28 Gennaio 1829.

  

  1. In alto: In un gelido venerdì 28 Gennaio 1829 William Burke raggiunse rapidamente le diciassette vittime che aveva trasformate in “materiale didattico” per il dottor Robert Knox…

 

 

29. In alto: Calchi in gesso delle due teste di Hare, a sinistra, e di Burke.

Il professor Alexander Monro – tanto per rendere ancor più macabra la situazione – intinge la sua penna d’oca nel sangue di Burke e scrive…
Queste parole sono scritte con il sangue di William Burke, che fu impiccato ad Edimburgo. Questo sangue è stato preso dalla sua testa.”  Amen!

 

  1. In alto: Alexander Monro(Londra,8 settembre 1697  10 luglio 1767). Insegnò anatomia e chirurgia alla Scuola di Chirurgia nel 1719 e fu il primo docente di anatomia dell’Università di Edimburgo, dal 1720 al 1764.

 

 Infine, una sorta di “pena del contrappasso” fa sì che il corpo di Burke venga subito donato, per una didattica dissezione, proprio all’Edinburgh Medical College mentre il suo scheletro, la sua maschera mortuaria ed altri oggetti ricavati dalla sua pelle conciata fanno ancora “bella” mostra di sé nel museo dell’Università.

 

                   

 31. In alto: Lo scheletro di William Burke esposto nel Museo dell’Università di Edimburgo.

“ Chi di spada ferisce, di spada perisce…”

 

E il nostro dottor Robert Knox che, forse insieme al londinese dottor John Hunter –“maestro” anche di Andrea Vaccà Berlinghieri – dette allo scrittore Robert Louis Stevenson l’idea di creare l’ambiguo, ambivalente personaggio del dottor Henry Jekill e del suo alter ego Henry Hyde? Che fine ha fatto?
L’ineffabile dottore di Edimburgo, stante anche la sua elevata posizione sociale, fa finta di non sapere nulla dei macabri traffici di Burke e Hare si rivolge ad altro “fornitore” per il suo “materiale didattico”.
Poi viene promulgato l’Anatomy Act, nel 1832, che regolarizza – diciamo così – l’approvvigionamento di cadaveri ai soli fini di studio nelle Università di medicina e il dottor Knox vede diminuire le sue possibilità di impartire privatamente lezioni di anatomia. Tenta allora di farsi assumere proprio presso l’Edinburgh Medical School, ma visti i suoi precedenti poco edificanti, l’istituzione, ipocritamente, rifiuta di avvalersi della sua collaborazione.
Come extrema ratio si fa assumere dal Cancer Hospital di Londra, dove, nel 1862, raggiunge Burke, Hare e le diciassette vittime da lui sezionate.
Per il lettore che volesse vedere come forse andarono quelle lontane vicende, tra il serio e il faceto, è stato realizzato il film “Burke & Hare – Ladri di cadaveri”, uscito in Italia nel Febbraio del 2011.
(Roberto Volterri)
  • Le immagini sono state fornite dall’autore.

32-33 In alto e in basso: un’accademica lezione di anatomia e un libro che descrive le macabre avventure dei “Resurrection Men”.

In corso di stampa…

 

 

 

 

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