Immagine di apertura; Roma. Chiesa di San Francesco a Ripa. “Estasi della Beata Ludovica Albertoni” (1671-1674) l di Guan Lorenzo Bernini. Ludovica Albertoni. O.F.S (1473-1533) mistica e terziari francescana, beatificata nel 1671 da papa Clemente X.
APPARIZIONE ED ESTASI
A CASA BARNEKOW AD ANAGNI
di Guglielmo Viti
Quando sentiamo parlare di apparizioni e di estasi divine sentiamo come un invito ad entrare in un mondo ignoto che ci è estraneo e di cui siamo portati a negare l’esistenza anche se, in fondo, attratti da una curiosità atavica, cerchiamo le prove dell’esistenza di questa dimensione .
Quando sentiamo i racconti di persone che hanno avuto esperienze straordinarie in quel mondo ignoto, senza dover prima morire ma, da vivi hanno avuto la voglia e la capacità di narrarle, la nostra reazione è di rifiuto, ciò che viene raccontato non può essere vero.
Esistono due principali modi in cui un essere umano racconta di essere venuto in rapporto con la divinità: l’apparizione e l’estasi.
Nell’apparizione il contatto è visivo, non c’è nessun coinvolgimento fisico anche se durante l’incontro il prescelto vive una sorta di estraneazione dal resto del mondo.
Tutti quelli che hanno avuto una visione della divinità riferiscono di aver udito frasi e visto una figura senza che, naturalmente, chi li circondava si fosse accorto di nulla.
Nell’estasi, invece, il coinvolgimento fisico è totale, chi vive questa esperienza racconta di un rapporto con il divino fisicamente completo, talmente pieno da portare al raggiungimento del vero piacere fisico, fino a segni particolari sul fisico come le stigmate.
Certo esiste un modo diverso di arrivare a questo istante di estrema gioia se il protagonista è uomo o donna, nella donna il godimento sembra essere più carnale, come ci raccontano le esperienze di Santa Teresa d’Avila;
«Un giorno mi apparve un angelo bello oltre ogni misura. Vidi nella sua mano una lunga lancia alla cui estremità sembrava esserci una punta di fuoco. Questa parve colpirmi più volte nel cuore, tanto da penetrare dentro di me. II dolore era così reale che gemetti più volte ad alta voce, però era tanto dolce che non potevo desiderare di esserne liberata. Nessuna gioia terrena può dare un simile appagamento. Quando l’angelo estrasse la sua lancia, rimasi con un grande amore per Dio.» (Santa Teresa d’Avila, Autobiografia, XXIX, 13)
e della beata Ludovica Albertoni, entrambe straordinariamente rappresentate da Bernini proprio nell’istante massimo di quello che appare proprio come un orgasmo sessuale.
2-3. Immagini sopra e sotto; Roma. Chiesa di Santa Maria della Vittoria. “L’Estasi, o ” Transverberazione di Santa Teresa d’Avila”, (1647-1652) di Gian Lorenzo Bernini.
Ha dello straordinario, invece, ciò che il barone Alberto Barnekow ci racconta sulla facciata di Casa Barnekow attraverso lapidi ed affreschi.
Esistono nella storia luoghi e momenti in cui, sembra inspiegabilmente, si concentrano fatti, personaggi, eventi culturali assolutamente straordinari, come per esempio l’Atene di Pericle o la Firenze del Rinascimento, basti pensare alla rivoluzione musicale e culturale che quattro giovani di Liverpool hanno saputo apportare in soli 7 anni; ce ne sono molti altri ma tutti concentrati in un piccolo spazio ed in un breve lasso di tempo, certamente tutto nasce da particolari condizioni sociali, economiche e politiche, una concomitanza di fattori particolari che da origine ad un concentramento di eventi straordinari, un’esplosiva miscela alchemica!
Difficilmente si riproducono situazioni identiche ma analoghe si, storie che se condivise portano al miglioramento culturale, economico e sociale di una comunità, piccola o grande che sia; mentre se ostacolate, ignorate o combattute, diventano un’importante occasione persa come il pensiero di grandi uomini come Giordano Bruno, Tommaso Campanella, Galileo ecc..
4. Immagine sopra; Anagni (FR). Casa Barnekow.
Ecco allora che in un piccolo spazio ed in un breve lasso di tempo il barone Alberto Barnekow, in Casa Barnekow ad Anagni, vive e racconta i due modi di rapportarsi al divino che abbiamo elencato : prima l’apparizione e poi l’estasi.
5. Immagine sopra; Carolina, la moglie del Barone Barnekow.
Il 27 novembre del 1861 il quarantunenne barone svedese, ex ufficiale degli Ussari, luterano, amante delle armi, della bella vita e delle belle donne come la moglie Carolina, la più bella modella di Roma, il soggetto meno indicato, nel luogo meno indicato come l’Anagni sotto Pio IX, ha un’apparizione , vede l’Immacolata Concezione, vede una figura femminile, la descrive esattamente nel suo abbigliamento, e riporta “frase per frase, parola per parola, lettera per lettera” dieci messaggi che la Madonna gli rivela in svedese, francese, italiano e latino.
6. Immagine sopra; Anagni (FR). Casa Barnekow. La lapide con i 10 messaggi, scritti in svedese, francese, italiano e latino, che la Madonna avrebbe rivelato al barone Barnekow.
Non mi dilungo sui contenuti del messaggio ne su come poi Alberto Barnekow darà seguito a quanto gli viene ordinato ma mi voglio solo soffermare sulla straordinarietà dell’evento che, in realtà non ha mai avuto risonanza fra la popolazione anagnina tanto che, si racconta, storia tutta da verificare, venisse rinchiuso in manicomio (un manicomio in Belgio un pó particolare) perché “asserisce di aver visto la Madonna”.
Il breve racconto che ho fatto viene magistralmente illustrato da Barnekow sulla facciata e viene riportato il momento in cui l’Immacolata quasi tocca il capo di Alberto.
7-8. Immagini sopra e sotto; Anagni (FR). Casa Barnekow. Il momento dell’Apparizione in cui l’Immacolata quasi tocca il capo di Alberto Barnekow.
Immacolata che ha, simbolico omaggio alla moglie, il volto splendido di Carolina
9. Immagine sopra; Anagni (FR). Casa Barnekow. L’immagine della Madonna nell’affresco sulla facciata di Casa Barnekow; ha il volto di Carolina, la moglie di Alberto Barnekow.
Quindi una scena vera con personaggi rappresentati concretamente nei loro abiti, raffigurati in un istante preciso, una vera Apparizione, nei modi, nei tempi in cui vengono raccontate tutte le apparizioni, con la differenza che è lo stesso soggetto a raffigurarla in tutti i suoi dettagli che non si distaccano poi molto da quelli di altri eventi simili. Già questo fatto dovrebbe porre Alberto Barnekow al di sopra dei personaggi comuni dell’Anagni di allora, ma c’è di più, c’è quel qualcosa che è unico perché avviene insieme all’Apparizione in uno spazio limitato ed in un tempo ristretto: l’Estasi.
Alberto Barnekow dopo tre anni dall’apparizione dell’ Immacolata Concezione vive un’intenso istante d’estasi che, anche questo, viene raccontato nel grande tondo della facciata
10. Immagine sopra; Anagni (FR). Casa Barnekow. L’affresco sulla facciata con Alberto Barnekow e l’Aquila ernica.
11. Immagine sopra; Anagni (FR). Casa Barnekow. La lapide in cui Alberto Barnekow racconta non di vedere ma di essere “posseduto” dallo Spirito Santo ”disceso” che è anche Dio.
Apparizione ed e Estasi, due modi molto diversi di vivere il contatto con il divino, il primo viene narrato come un semplice incontro materiale, visivo, l’uomo da una parte quasi inginocchiato e la Vergine dall’altro seduta; il secondo è un’altra cosa: Alberto Barnekow racconta nella lapide sottostante non di vedere ma di essere “posseduto” dallo Spirito Santo ”disceso” che è anche Dio (e non viceversa in un particolare filosoficamente molto importante) ed è talmente attento e preciso nel raffigurare uno stato spirituale e non fisico che, per indicare che quello stato non fa parte del nostro mondo terreno, non appartiene al tempo ma è uno stato infinito, raffigura se stesso mentre librato in aria si confonde con l’Araba Fenice, simbolo di eternità, chiamata “Aquila Erniko” nella lapide sottostante, ovvero l” Aquila dello stemma ernico, di Anagni, cioè la Fenice
12. Immagine sopra; Anagni (FR). Casa Barnekow. L’affresco in cui il barone si è raffigurato mentre, librato in aria, si confonde con l’Araba Fenice, simbolo di eternità, che lui chiama “Aquila Erniko”
L’uso di un linguaggio e figure prese dal mondo alchemico è un necessario escamotage per non far capire in modo esplicito al clero, che nel 1863 governava la città, ciò che aveva vissuto e che lo aveva portato ad essere eletto vicino a Dio.
Certamente il messaggio dell’Immacolata avrà il suo compimento nell’estasi e sarà con l’estasi che il barone avrà chiaro il suo mandato su questa terra. Il piacere fisico, il momento di estrema gioia che pervade Alberto viene magnificamente mostrato nell’espressione del volto.
13. Immagine sopra; Anagni (FR). Casa Barnekow. Il volto del barone Alberto Barnekow nell’affresco con l'”Aquila Erniko”
Un’espressione che da uomo non cade nell’irrazionale ma rappresenta un luminoso istante di felicità. Ho voluto mostrare quanto sia grande ed unica l’esperienza di Alberto Barnekow, un concentrarsi di momenti particolari che non trova, per quanto io ne sappia, altri esempi e che avrà il suo fantastico compimento nella missione che il barone era intenzionato a portare avanti e che aveva come obiettivo il più nobile degli obiettivi : la felicità dell’uomo.
Alberto Barnekow non riuscirà a portare a compimento il suo mandato per l’incomprensione dei suoi contemporanei. Per saperne di più all’interno di Casa Barnekow ad Anagni si racconta tutto questo e molto molto altro.
(Guglielmo Viti)
– Le immagini sono state fornite dalll’autore.