“DRAGON DIVENTARO’ SE ALCUN ME TASTA!”
Vita, “miracoli” e alchimie di Matteo Tafuri, il Nostradamus di Soleto
di Roberto Volterri
A pochi chilometri da Corigliano d’Otranto – dove esiste una “Porta Filosofica” – c’è il paese di Soleto (Lecce) che chi scrive ha girato in lungo e in largo alla ricerca della casa natale di un filosofo e alchimista lì vissuto tra la fine del XV secolo e quasi tutto il secolo successivo.
Poi, finalmente, una gentilissima abitante del posto – per inciso una neurologa più o meno interessata alle ‘magie’ delle ‘Porte’! – mi ci ha condotto personalmente, chiamando con il cellulare anche un suo amico, storico, molto ben preparato sull’argomento, per farmi dare tutte le informazioni che desideravo. Apulia felix!
Matteo Tafuri nasce a Soleto l’8 agosto del 1492, poco meno di due mesi prima di una data che ha cambiato il volto della Storia, ovvero poco tempo prima delle due di notte di un fatidico 12 ottobre 1492, quando Rodrigo de Triana, a bordo della Pinta, scorse la costa del Nuovo Continente.
Perdendo però l’ingente premio in denaro promesso alla prima persona che avesse avvistato le nuove terre. Premio che intascò il buon Cristòbal Colon. Ubi maior minor cessat! Torniamo in terra di Puglia…
Uom dal multiforme ingegno – lo avrebbe definito Omero – dopo essersi laureato a Napoli in medicina e avere completato la sua formazione accademica tra Salamanca e Parigi, novello Cincinnato, Matteo Tafuri si ritira a Soleto dove crea una sorta di cenacolo esoterico composto da allievi dediti a studi sulle idee di Platone.
Cosimo De Giorgi (1842 – 1922) affermato studioso salentino, dopo averlo definito un “genio enciclopedico”, continua scrivendo:
“… I ciuchi del suo tempo e del suo paese attribuirono alla stregoneria la potenza del suo genio e della sua dottrina. Mille fiabe curiose si inventarono su di lui, le quali se avessero avuto anche un sentore di verità non sarebbe egli certamente sfuggito alle zampe leonine dell’Inquisizione, in quei tempi così propizii agli arrosti! Ed ora il suo nome giace dimenticato, e fra i ritratti degli illustri salentini che decorano la Biblioteca provinciale di Lecce si cercherebbe invano la effigie di Matteo Tafuri, che fe’ stordire i dotti di Salamanca e di Parigi con la sua immensa dottrina! Che si ripari e presto alla inconsulta oblivione!”
Considerato quasi come una sorta di locale ‘Nostradamus del Salento’, Matteo Tafuri ai suoi tempi ha goduto anche di una quasi sinistra fama di ‘veggente’, cultore di poco ortodossi studi sulla Natura, sull’Astrologia, sull’Alchimia e – non facciamoci mancare mai nulla! – interessato anche alle arti ‘in odor di zolfo’…
In un dipinto di Lavinio Zappa, pittore di Galatina (Lecce) raffigurante la Madonna del Rosario, ora conservato nella navata di sinistra della Chiesa Matrice di Soleto, l’alchimista Matteo Tafuri viene raffigurato con il copricapo di colore rosso in uso all’Università parigina della Sorbona.
Il nostro alchimista salentino passa in un lontanissimo Altrove il 18 novembre 1584 e viene dapprima sepolto nella chiesetta di San Lorenzo, in Soleto e successivamente – nel 1672, dopo la demolizione della chiesa – nel monastero di San Nicola.
Uomo di cultura, spirito poliedrico ma non per questo animo eccessivamente mite, sull’architrave della sua dimora salentina fece infatti incidere il motto…
“HUMILE SO ET HUMILTA’ ME BASTA. DRAGON DIVENTARO’ SE ALCUN ME TASTA!”
Ovvero, sono umile e mansueto, ma… alla bisogna posso diventare un drago!
Facendo così capire ai suoi esterrefatti compaesani che se colpito da maldicenze ed ingiurie, ricorrendo alle sue ‘arti magiche’, poteva trasformarsi in un poco raccomandabile, pericoloso, dragone…
Chi ha orecchie per intendere, intenda!
A Soleto, chi scrive ha fotografato anche lo stemma dell’alchimista, costituito da una quercia con due saette che si scagliano contro l’albero senza però colpirlo. Il tutto sovrastato da un’aquila bicipite forse retaggio delle possibili origini albanesi della famiglia Tafuri in seguito alla fuga verso la penisola salentina dopo l’avanzata dei Turchi musulmani che stavano invadendo i loro territori.
Lo storico Giovanni Battista De Tomasi così lo definisce poiché il Tafuri è stato veramente uno dei maggiori eruditi presenti nella Puglia salentina tra XV e XVII secolo.
Tafuri, appena ventenne, lascia la sua Soleto e si avvia verso Napoli per studiare medicina e matematica. Dovevano passare molti lunghi anni prima che l’alchimista pugliese tornasse nella cittadina natale per aprirvi una sua Scuola dove insegna latino e greco, insieme a materie più scientifiche quali medicina, fisica e matematica.
Frequentano la sua scuola alchimisti quali Giovanni Tommaso Cavazza (1540 -1611), il matematico di Galatina Giovanni Paolo Vernaleone (1572 – 1602) e due filosofi, Francesco Scarpa e Quinto Mario Corrado (1508 – 1575).
La sua professione di medico e anche il suo interesse per l’Astrologia gli fruttano l’appellativo di “Mago” cosa questa che solleva sospetti presso gli ambienti ecclesiastici.
Matteo Tafuri, pur essendo “… assiduo verso gli infermi” – come di lui scrissero – dai suoi concittadini viene ritenuto “Mago” anche a causa dei suoi interessi verso alcune “Scienze proibite” quali appunto l’Astrologia. E non solo…
La locale Curia Arcivescovile – probabilmente sollecitata dal chi aveva partecipato al Concilio di Trento – osserva le sue mosse e quasi lo costringe a difendersi da accuse di “stregoneria” e anche ad affrontare un Tribunale da cui, però, esce sempre per essere dichiarato innocente…
Ho, molto succintamente, tratteggiato la sua figura di questo studioso per mettere in evidenza come quest’area del Salento, in passato, sia apparsa ricca di testimonianze storiche che riportano sempre a conoscenze esoteriche.
Affacciamoci ora su una piccola stanza a piano terra della casa natale dell’Alchimista di Soleto…
A dire il vero, ben poco si può vedere, ma quel che rimane di antichi splendori appare abbastanza interessante poiché in terra, tra cumuli di polvere e oggetti che poco hanno a che fare con le esoteriche ricerche del nostro “Mago”, c’è proprio una “Porta”, o meglio i quattro singoli elementi che a suo tempo, secoli fa, costituivano la porta d’ingresso alla casa del salentino alchimista.
Con Matteo Tafuri ci fermiamo qui ma del “magico Salento”, della ‘Porta Filosofica’ di Corigliano d’Otranto, di quella Mistica di Rivodutri (Rieti) e di mille altre “stranezze del nostro Bel Paese, abbiamo messo “Il Punto sul Mistero” in un recentissimo libro da pochi giorni disponibile…
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In questo Volume 2 di “Enigmi e Segreti delle Porte Magiche” esplorerete altre due Porte, una a Rivodutri (Rieti) ed una nel magico Salento, a Corigliano d’Otranto. Ma in questo secondo viaggio incontrerete anche altre strane iscrizioni, misteriosi personaggi e – quasi dulcis in fundo – anche una blasfema ipotesi sul Manoscritto Voynich, definito “il libro più misterioso del mondo”.
Nel Volume 1 avreste invece modo di affacciarvi sugli Enigmi e Misteri legati alla Porta Magica di Roma. Sareste poi in grado di entrare di soppiatto nel Laboratorio del Marchese Massimiliano Palombara e potreste fare parte, per qualche momento, dei ciò che avveniva nel Cenacolo Alchemico creato a Roma dall’ex Regina Cristina di Svezia.