Immagine di apertura; l’isola che non c’è; Frisland o Frislandia.
FRISLAND
L’isola che non c’è
di Fiorenzo Zampieri
Non so voi, ma il sottoscritto quando si trova davanti ad una mappa del cinquecento-seicento che rappresenta il planisfero, si emoziona e si fa prendere dal fascino del mistero.
E’ normale, credo, chiedersi come hanno fatto quei navigatori a riportare sulle carte i contorni dei nuovi continenti appena scoperti, in così poco tempo e senza strumenti adeguati. Davvero non nascondo la mia ignoranza sulle pratiche marinare del periodo, ma da quel poco che so mi pare davvero difficile che in pochi anni, nonostante le mille difficoltà, possano aver prodotto mappe del globo così complete e così rispondenti al vero. Mi viene il sospetto, che credo legittimo, che quegli esploratori avessero in qualche modo già idea di quel che dovevano scoprire e che ne dovessero soltanto controllare la rispondenza reale a quanto già conoscevano.
Ed è quì che succede che magari alcune inesattezze rispetto al mondo che conosciamo saltano all’occhio. Tipo terre sconosciute che nella geografia moderna non rispondono a realtà. Di tali territori fantomatici ce ne sono davvero molti e quì vorrei parlarvi di uno di questi. Forse il più spettacolare. Questa terra così curiosa che compare negli atlanti del periodo predetto si chiama: Frisland.
2. Immagine sopra; la celebre Mappa di Nicolò Zeno (fonte Wikipedia)
Quest’isola non è importante solo per la sua effimera comparsa sulla cartografia dell’epoca. Ma anche e soprattuto perchè possiede una sua storia, raccontata dai navigatori antichi che la visitarono, della quale si trovano le vicende in documenti consultabili anche oggigiorno.
La storia è questa.
Era l’anno 1556 quando venivano pubblicati, in Venezia, i «Commentari» relativi alle imprese in Persia ed allo «scoprimento delle isole di Frislanda, Eslanda, Engrovelanda, Estotilandia e Icaria fatto sotto il Polo Artico da’ due fratelli Zeni M. Nicolò, il Cavaliere, et M. Antonio».
A scrivere tali Commentari era Nicolò Zeno «il Giovane» (1515-1565) che a vario titolo aveva raccolto la memoria delle gesta dei suoi due antenati la cui vera storia si perde, fra verità e leggenda. Fratello del valoroso Carlo Zeno “Procuratore e Capitan Generale” della flotta Veneta; Messer Nicolò, il Cavaliere, dopo aver vinto la guerra contro i Genovesi, fece vela, alla scoperta di nuove genti, costumi, lingue e terre, con il desiderio di vedere il mondo, rendendo così servizio alla sua patria ed arricchendone con le sue esperienze, conoscenza e fama.
Era l’anno mille e trecento novanta quando costruita ed armata una nave, Nicolò Zeno partì con il suo equipaggio da Venezia. Percorse il mare Mediterraneo e lasciato lo stretto che ne segna i confini, navigò sull’oceano, sempre tenendosi verso tramontana. Molti giorni e molti altri ancora passarono vedendo terre, scogli e oceano infinito. L’Inghilterra ormai lontana, la nave si trovò in balia di una terribile tempesta, finché terrà non fu avvistata.
Era un’isola sconosciuta. Li furono attaccati da isolani agguerriti, ma grazie all’intervento di un Principe con la sua armata, Nicolò ed i suoi marinai furono risparmiati. Parlarono in latino del loro viaggio e della loro terra e il Principe, a conoscenza del valore di Venezia e dei Veneziani, li accolse con grandi onori. Questo Signore era Henry Sinclair, Signore delle Orkney e Cavaliere del Tempio, che dopo aver salvato il nostro navigatore ed i suoi uomini, impedì loro di ripartire. Mise a disposizione di Zeno terre e navi e lo coprì di ricchezze, in cambio del suo sapere sull’arte della navigazione e della guerra.
Più tardi, nel 1398, il principe Enrico di Sinclair, con i suoi navigatori veneziani Antonio e Nicola Zeno e trecento Cavalieri templari, lasciarono Orkney con dodici vascelli. Navigarono per le isole Faroer, l’Islanda e la Groenlandia fino alla Nuova Scozia e la Nuova Inghilterra.
4-5. – Immagine sopra; la famosa mappa di Abraham Ortels, geografo e cartografo fiammingo noto pure come Abramo Ortelio o con il nome latinizzato di Abrahamus Ortelius o Orthellius (1527-1598) Sotto: particolare della stessa mappa con l’isola di Frisland (fonte Wikipedia)
Questa è la storia del resoconto degli Zeno, un documento che registra e traccia i viaggi e le esplorazioni del principe Enrico Sinclair con i suoi compagni nel Nuovo Mondo, novantaquattro anni prima che Cristoforo Colombo effettuasse il suo epico viaggio.
Il principe Enrico Sinclair nacque nel 1345 nel castello di Rosslyn, ed era discendente dei Saint Clair / Gisors, una famiglia normanna che nel XII secolo ottenne la baronia di Rosslyn, nel Midlothian, in Scozia. Il principe Enrico nel 1379 si guadagnò anche la contea di Orkney. La contea comprendeva Shetland, le isole Faroer e probabilmente anche l’Islanda. Complessivamente circa duecento isole del Nord Atlantico.
Nel corso del rapido declino dell’influenza europea dei Cavalieri Templari, molti Templari si rifugiarono in Scozia, dove ottennero protezione dall’ordine di soppressione, emanato dal sovrano francese Filippo IV il Bello, appoggiato dal pontefice Clemente V. L’ordine di soppressione costrinse i Cavalieri Templari sia ad organizzare nuovi ordini, come gli “Ospitalieri” ed i “Cavalieri di Santiago”, sia a cercare rifugio in altri paesi. Venne loro offerta protezione in Scozia da Robert Bruce, che s’era rifiutato di obbedire all’ordine di soppressione, dato che comunque era già stato scomunicato dalla Chiesa per l’uccisione di Giovanni Comyn, detto il Rosso. La famiglia Sinclair aveva fatto parte dei Templari fin dal 1118, e mentre Bruce era Sovrano Gran Maestro dell’Arte e delle Corporazioni, Sir Guglielmo Sinclair (padre di Enrico) era Gran Maestro Ereditario. Sir Guglielmo morì in Spagna mentre tentava di trasportare il cuore di Bruce in Terrasanta.
Il principe Enrico nel 1365 si associò alla crociata di re Pietro, e mentre si trovava a Venezia, incontrò la famosa famiglia Zeno. I Veneziani erano i vincitori di questa campagna, ma i loro porti della regione erano chiusi dai nemici.
6. Immagine sopra; particolare con l’isola di Frisland della Mappa di Nicolò Zeno.
Questa potrebbe essere stata la ragione per cui Antonio e Nicola si unirono al principe Enrico. I cittadini di Venezia erano commercianti, e con i loro porti chiusi, era necessario e vitale aprire nuove vie di commercio.
Nel 1391 Nicola si recò a Orkney da dove, immediatamente dopo, invitò il fratello Antonio a raggiungerlo. All’età di 53 anni, il principe Enrico navigò verso occidente da Orkney all’Islanda, ma mentre là erano impossibilitati a procurarsi provviste, il resoconto degli Zeno spiega: “Vennero correndo verso la costa, ed attaccarono i nostri uomini con lance e frecce, cosicché molti furono uccisi e parecchi feriti. Anche se facemmo loro segni di pace, fu tutto inutile. Quando Zichmni (Sinclair) si rese conto di non poterci fare alcunché, comprese che la flotta sarebbe stata presto priva di provviste se avesse insistito nel suo tentativo. Così sfruttò un vento favorevole per navigare per sei giorni verso occidente, ma allorché il vento soffiò verso sud-ovest ed il mare divenne agitato, navigammo per quattro giorni spinti dal vento. Fu allora che scoprimmo la terra. C’era alta marea, non sapevamo che terra fosse, ed eravamo timorosi di tentare lo sbarco. Ma grazie a Dio il vento si calmò, e sopraggiunse una grande quiete. Alcuni membri dell’equipaggio sbarcarono con una scialuppa, per ritornare presto a riferire d’aver trovato una terra splendida ed un’ancor migliore porto, ed in distanza scorgemmo un’alta montagna da cui usciva del fumo“.
Questa terra è ora identificata come la Nuova Scozia. Il resoconto continua:
“Dopo otto giorni i cento soldati ritornarono per riferire che avevano attraversato l’isola e scalato la montagna. Il fumo veniva fuori naturalmente da un gran fuoco in fondo ad una collina, e là c’era una specie di sorgente da cui usciva qualcosa simile a pece infuocata che rotolava in mare, e c’era una gran moltitudine di gente“.
Il resoconto descrive una “sorgente di pece infuocata al fondo della collina”. Questa è stata identificata nel Monte Adams, che si trova nei pressi di Stellerton. Il principe Enrico ed i suoi compagni divennero amici delle genti della locale nazione sconosciuta e, per almeno un anno, esplorarono gran parte della costa nord-est del Nord America.
C’è traccia di questo in una pietra scolpita con l’effigie di Sir Giacomo Gunn che è stata datata dagli archeologi nel tardo XIV secolo. Questo intaglio si trova a Westford, nel Massachusetts. Il principe Enrico fu poi assassinato nel 1404, appena ritornato ad Orkney, da alcuni membri della Lega Anseatica della Germania settentrionale, rivali per quelle aree commerciali. I viaggi e le relative relazioni vennero quindi temporaneamente sospesi, dato che il figlio del principe Enrico (anch’egli di nome Enrico) venne arrestato ed imprigionato in Inghilterra.
Senonchè la figlia di Enrico, Elisabetta, riferì la storia al figlio Giovanni, che la ripeté ai suoi parenti. Una di questi era la moglie di Cristoforo Colombo. Il resoconto degli Zeno venne finalmente pubblicato nel 1558. Il resoconto degli Zeno comprendeva anche la mappa nordatlantica degli Zeno. La parte orientale della mappa riporta i profili della Svezia, della Norvegia e della Danimarca. La Groenlandia (chiamata Engronelant) è indicata con profili di monti permanenti.
L’Islanda è riportata tra la Norvegia e la Groenlandia. Il nord della Scozia è collocato nell’angolo inferiore destro. L’area diamantata indicata al centro pare indichi pomice fluttuante proveniente da un’eruzione vulcanica dell’Islanda. Nell’angolo inferiore sinistro è indicata l’area della Nuova Scozia. Sono anche riportate diverse isole, tra cui Estland, Podalida, Estotiland, Icarai e la nostra famosissima Frisland. La ragione per cui queste isole siano state erroneamente indicate resta un mistero.
La mappa degli Zeno fu pubblicata in prima edizione in Venezia nel 1561 dalla “Geographia” di Girolamo Ruscelli. (Mappe delle Tre Colonne).
Ecco, questa è la storia della scoperta di queste terre fantastiche, che sono assurte alla gloria effimera della cartografia rinascimentale, per poi scomparire con l’avvento dell’Era dei Lumi!
La storia raccontata da Nicolò Zeno è, allo stesso tempo, difficile a credersi quanto difficile da non credere per tutti i particolari riportati. Non solo ma, essendo Nicolò, persona assai rispettabile, non si capisce ragione del perchè avrebbe voluto raccontare una storia assolutamente falsa. Certo che tutto ciò meriterebbe una indagine molto più che approfondita da parte delle scienze che si occupano di questi temi.
Chissà che non vengano alla luce fatti nuovi, adatto a riportare “in vita” l’isola di Frisland per collocarla in maniera stabile non solo nella Geografia ma anche nella Storia.
(Fiorenzo Zampieri)
– Se non altrimenti specificato, le immagini sono state fornite dall’autore)
7. Immagine sopra: Nova Europae Descriptio di Hondus (1606). Frislsnd compare in alto a sinistra.
9. Immagine sopra: l’olio si tela “Natura morta con mappamondo”, realizzato nel 1931 da Umberto Noni (Trieste 1892 – Roma 1971). Il quadro si trova negli appartamenti del Duca d’Aosta al primo piano del Castello di Miramare a Ttieste. Fu commissionato dallo stesso Amedeo Duca d’Aosta che lo fece collocare nella Biblioteca di Massimiliano d’Asburgo, adibita a proprio studio privato. Sotto il Planisfero compare la frase in latino “FIDE ENIXI ROBORE TENTAVERE” (traducibile con “Basandosi sulla fede, tentarono con la forza”). Le iniziali formano il celebre ed enigmatico motto sabaudo FERT (mai decifrato con certezza) Tra i nomi dei grandi navigatori italiani (ai quali fa riferimento la frase), in alto a destrea, si leggono quelli di Antonio e Nicolò Zeno (foto G. Pavat 2016).