Immagine di apertura: Sakuntala Devi, calcolatrice prodigio, negli anni Trenta e Quaranta sbalordì il mondo con le sue capacità di calcolo mentale basate sulla “Matematica Vedica”.
Genio e follia dei “Calcolatori prodigio”
di Roberto Volterri
Molte volte, egregi lettori de “Il Punto sul Mistero”, avete frugato in lungo e in largo nei laboratori di qualche cosiddetto “scienziato pazzo” che molto verosimilmente pazzo non era affatto ma, al massimo, si trovava un po’ a cavallo di due mondi tra loro interconnessi: il mondo delle idee che precorrono eccessivamente i tempi e il mondo di chi quelle idee non intende accettarle perché destabilizzano troppo il sapere corrente.
Ora, in queste poche pagine, rimarrete stupiti nell’imparare come meravigliare i vostri amici calcolando a mente la radice quinta – ripeto, la radice quinta, mica la “semplicissima” radice quadrata! – di un qualsiasi, grandissimo, numero ottenuto elevando alla quinta potenza numeri di due e più cifre.
Non ci credete? Attendete qualche minuto e poi vedrete… che si può fare!
Ma prima date un’occhiata a questa mia collezione di ritratti e documenti riguardanti dei veri “calcolatori prodigio” del Passato ma anche dei nostri giorni.
Con loro Madre Natura è stata veramente prodiga di doni speciali, magari dimenticandosi un po’ di dar loro anche qualche semplice, elementare, caratteristica di noi “normalissimi” esseri umani.
Bene, preparatevi a diventare quasi come il Raymond del film “Rain man”, stupendamente interpretato da Dustin Hoffman, e a scommettere con i vostri amici che sapete fare (quasi) le stesse cose.
Ma non scommettete troppo!
2. Immagine sopra: Kim Peek, deceduto nel 2009.
Era il vero “rain man”, colui al quale si è ispirato il film del 1988 interpretato da Tom Cruise e Dustin Hoffman.
Riferendomi al titolo di questo articolo, direi che il confine tra “genio” e “follia” è estremamente labile, sottile, quasi evanescente. Come d’altra parte dimostrano innumerevoli, eclatanti esempi rintracciabili in letteratura, primo tra tutti il più che ponderoso trattato di Cesare Lombroso, “L’uomo di genio”, o – in tempi molto più a noi vicini – come si può facilmente evincere dal gustosissimo libro di Philippe Brenot “Geni da legare“ (Edizioni Piemme, 2002 ), la cui lettura consiglio vivamente a tutti voi amanti dei “misteri”. Anche di quelli della mente…
Inizierei con un argomento estremamente curioso, affascinante che ci fa appena percepire quali possano essere le enormi, ben poco conosciute, possibilità della mente dell’entità biologica Uomo: i “calcolatori prodigio”.
Questi individui, in ogni tempo, hanno attirato l’attenzione della gente comune e degli scienziati per le loro prodigiose capacità di calcolo, soprattutto quando erano praticamente… analfabeti.
I cosiddetti “calcolatori prodigio”, infatti, sono in grado di risolvere mentalmente, spesso istantaneamente e senza apparente sforzo, complicatissimi calcoli matematici che anche un matematico provetto, penna o calcolatore alla mano risolverebbe in tempi assai più lunghi e non senza qualche difficoltà.
La cosa più strana nelle manifestazioni pubbliche di questi individui è che, spesso sono in condizione – una volta posto loro il problema – di conversare amabilmente con gli astanti, di intrattenersi sugli argomenti più frivoli, per poi fornire all’improvviso la soluzione cercata!
Altro elemento da sottolineare è che la gran parte dei “calcolatori prodigio” hanno mostrato doti intellettive ben al di sotto della media, ai confini del ritardo mentale, anche se alla categoria degli individui che qui stiamo esaminando appartennero valentissimi ingegni come i fisici Andrè-Marie Ampère (1775 -1836), Francois Jean Dominique Arago (1786 – 1853) e il grande matematico Carl Friedrich Gauss ( 1777 – 1885).
3-4-5 Immagini sopra e sotto: Andrè-Marie Ampère, Francois Jean Dominique Arago e Carl Friedrich Gauss. Tre grandissimi ingegni dotati – soprattutto quando ancora non conoscevano le canoniche regole del calcolo matematico – di competere con i “calcolatori prodigio” di cui ci occupiamo in questo Capitolo
E allora? Come funziona il loro cervello, come avviene che bruscamente nella loro mente appaia come d’incanto, ad esempio, la soluzione di un complesso calcolo come…
Pura follia il pensare che, razionalmente, si possa giungere a tanto, eppure c’è stato chi ha fatto anche di meglio! Vediamo quindi una brevissima rassegna di “Calcolatori prodigio” che hanno lasciato il segno nella storia della Psicologia, ma anche tanti, infiniti dubbi su quanto conosciamo di quella complessa “macchina elettrochimica” che chiamiamo cervello.
Jedediah Buxton: una geniale mente… chiusa a tutto il resto del mondo.
Nato a Elmeton, presso Chesterfield, nel 1702 e morto nel 1762, Jedediah Buxton era un poverissimo operaio, del tutto analfabeta al punto di non essere neppure in grado di scarabocchiare il proprio nome, con un’intelligenza – ma cos’è veramente ciò che chiamiamo “intelligenza”? – molto al di sotto della media, ma in grado, e dopo infiniti sforzi, di imparare a memoria solo la ‘tavola pitagorica’.
Però aveva una sviluppatissima memoria delle cifre, dei numeri, tanto da conoscere il numero esatto dei secondi contenuti in un giorno, in un mese o in un anno o in altro intervallo di tempo!
7-8 Immagini sopra e sotto: Jedediah Buxton e una locandina che pubblicizza un’esibizione di Giacomo Inaudi
9. Immagine sopra: Un giovanissimo Giacomo Inaudi, inun momento della sua vita, caratterizzata da strabilianti esibizioni di calcolo mentale.
Il grande psicologo Alfred Binet (1857 –1911), inventore dell’odierno metodo per la valutazione dell’intelligenza (QI) ebbe modo di interessarsi – purtroppo… tardivamente! – a questo caso e scrisse che “… egli non vedeva che cifre e pretesti per effettuare operazioni mentali, avendo la mente completamente chiusa per ogni altra cosa…”.
10. Immagine sopra:Alfred Binet, un grande psicologo che dedicò parte delle sue ricerche ai meccanismi mentali che consentivano ad individui semianalfabeti di eseguire operazioni matematiche, a mente, estremamente complesse.
Buxton fu condotto a Londra per essere esaminato dai paludati membri della Royal Society e, in uno strano esperimento, fu portato nel teatro di Drury-Lane, per farlo assistere al Riccardo III recitato dal grande attore Garrick.
Quando gli chiesero se la rappresentazione gli era piaciuta Buxton rispose che non aveva avuto modo di apprezzarla poiché aveva soltanto effettuato complessi calcoli mentali e sapeva con esattezza che durante i balli erano stati eseguiti 5.202 passi, che era 12.445 il numero delle parole pronunciate dagli attori e conosceva con esattezza anche le parole pronunciate dal solo Garrick! Ovviamente si procedette ad un lungo, laboriosissimo controllo e tutto risultò… esatto!
Non ci ricorda tutto ciò un bellissimo film interpretato da Tom Cruise e Dustin Hofmann – l’indimenticabile Rain man – in cui quest’ultimo riesce con un solo colpo d’occhio a contare il numero di fiammiferi (o ricordo male?) caduti per terra o valutare e memorizzare tutte le uscite della roulette in un Casinò?
Pare infatti accertato che una delle caratteristiche delle manifestazioni della sindrome autistica – appartenente ad un vasto gruppo di disturbi detti pervasivi dello sviluppo e descritta per la prima volta da Leo Kanner nel 1943 – sia proprio l’eccezionale capacità di classificare, immagazzinare le informazioni pervenute dall’esterno oltre a quella di soffermarsi con estrema attenzione su particolari apparentemente banali. La grande attenzione ai dettagli, la preferenza per la parte rispetto al tutto, la tendenza a elaborare le informazioni un pezzo per volta è assolutamente unica. Un modo di ragionare alla rovescia che spiega molti aspetti dell’autismo, dalla memoria enciclopedica, alla rapidità nel calcolo fino alla estrema sensibilità a luci e suoni.
Ma allora e tutto chiaro! I calcolatori prodigio sono tutti soggetti colpiti dalla Sindrome di Kanner!
E invece no come vedremo tra un attimo, dopo aver passato in rapidissima rassegna altri casi di calcolo mentale ai confini della realtà. Ma per restare ancora per un istante a Buxton, ricorderei che egli quando percorreva una strada o un qualsiasi appezzamento di terreno ne calcolava mentalmente e in un secondo l’estensione con estrema esattezza, molto meglio di come avrebbe fatto un agrimensore munito di strumenti adatti!
Ma lasciamo ora Buxton e vediamo cosa sapeva fare un giovane pastore siciliano, Vito Mangiamele il quale, nel 1837, quando aveva dieci anni, fu studiato a Parigi da quel François Jean Dominique Arago che prima abbiamo incontrato e che è destinato a far crollare tutte le certezze acquisite fin qui sulla stretta relazione autismo/calcolo mentale poiché autistico non lo era affatto!
Il Mangiamele non aveva alcuna istruzione ma aveva trovato da solo speciali algoritmi matematici, mentali, che gli consentivano di sbalordire i medici e gli psicologi che lo stavano studiando.
Ad esempio, alla domanda
“Qual è la radice cubica di 3.796.416 ?”
egli in pochi secondi dava la risposta esatta, cioè 156.
Come faceva? Non lo sappiamo, ma se avete la pazienza di arrivare al termine di questo nostro excursus tra i “labirinti della mente”, vi insegnerò a fare qualcosa di meglio del buon Vito Mangiamele! Un attimo ancora…
11-12 Immagini sopra e sotto: il calcolatore prodigio Vito Mangiamele (1877 – 1897) in giovanissima età. Un altro “genio dei numeri”, Zerah Colburn.
Giacomo Inaudi: un pastore con il genio dei numeri
Giacomo Inaudi nacque poverissimo, nel 1867, a Onorato, in Piemonte.
Avviato al ben poco gratificante mestiere di pastore, all’età di sei anni – senza saper né leggere né scrivere – elaborò un suo personale metodo di calcolo proprio mentre, per passare il tempo, contava e ricontava le sue pecore.
A sette anni era in grado di eseguire a mente moltiplicazioni di cinque cifre e, cresciuto, iniziò ad esibirsi proprio come eccezionale calcolatore prodigio. Nel 1924 fu addirittura organizzata una gara in cui il giovane Inaudi doveva competere in rapidità con le macchine calcolatrici dell’epoca.
Egli vinse nelle addizioni, nelle sottrazioni, nelle elevazioni a potenza, nelle estrazioni di radice e nelle moltiplicazioni. Fu solo a partire dalla moltiplicazione di cinque cifre che la macchina ebbe un leggero vantaggio, ma negli altri casi Inaudi aveva fornito il risultato quando la macchina non aveva ancora finito di scrivere i termini delle operazioni da eseguire!
13. Immagine sopra:Giacomo Inaudi a Parigi durante una sua esibizione di calcolo mentale.
Ora potremmo andare avanti ancora per molto, citando ad esempio il grande Pericle Diamanti contemporaneo di Inaudi ma, diversamente dal giovane pastore, dotato di intelligenza notevole e vasta cultura. La qual cosa, come prima accennavo, farebbe cadere il binomio autismo/calcolatori prodigio. O, almeno, ci crea qualche perplessità…
Oppure potremmo ricordare Louis Fleury, nato cieco il 21 aprile del 1893, abbandonato dai genitori, non in grado di lavarsi o vestirsi e, giudicato ritardato mentale, collocato in un ospizio per incurabili. Una tragedia vivente verrebbe da dirsi!
Ma dopo due mesi dal ricovero, dopo un improvviso e violento spavento per aver visto un epilettico gettarsi a terra, il suo intelletto si trasformò, cercò di sfuggire almeno mentalmente alla sua condizione e si dedicò al calcolo mentale divenendo uno dei più strabilianti fenomeni. Cosa era successo nella sua mente? Cosa aveva cambiato l’assetto delle sue sinapsi? Non lo sappiamo né lo sapremo mai…
Però, come promesso, ora vi insegneremo come diventare… “calcolatori prodigio”. O quasi…
(Roberto Volterri)
14. Immagine sopra:Alberto Coto Garcìa, uno dei moderni e più strabilianti calcolatori prodigio.
In questo libro – che l’Autore ha impostato come una sorta di “Manuale per esperimenti” – troverete ciò che mai un cultore di studi alchemici “di stretta osservanza” vorrebbe rinvenire in un testo in cui compaia la magica parola Alchimia! D’altra parte di libri sull’Alchimia ne esistono a centinaia, tutti più o meno validi su un argomento che coinvolge moltissimi campi del sapere, da quelle lontane ricerche che aspiravano ad essere annoverate nell’ambito delle “vere scienze” ad un esoterismo che più incomprensibile non avrebbe potuto essere. Libri sui quali l’Autore ha passato moltissimo tempo, libri che non possono mancare nella biblioteca di chi si occupa di “misteri” ad ampio spettro, libri che non possono non arricchire il patrimonio culturale dello studioso interessato ad una delle più discusse sfaccettature dell’umano ingegno. L’Alchimia viene usualmente definita come un antichissimo sistema che viene espresso mediante un linguaggio – più o meno comprensibile! – facente riferimento a molteplici aspetti della Conoscenza, dalla fisica all’astrologia, dalla medicina alla metallurgia fino alle più diverse espressioni artistiche… Ma, di solito, essa viene considerata come “disdicevole” antenata della moderna Chimica un po’ prima che quest’ultima vedesse la luce nell’ambito dell’attuale metodo scienti co. Questo libro coniuga la ricerca scientifica rigorosa, la storia, l’analisi su alcuni dei più affascinanti misteri del nostro passato e soprattutto la possibilità di riprodurre direttamente alcuni esperimenti alchemici tra cui la “trasmutazione dell’oro”! Un invito alla ricerca e allo studio e alla scoperta del nostro passato.