Immagine di apertura; la Ss. Trinità tricefala della Collegiata di Santa Maria Assunta ad Amaseno in provincia di Frosinone.
GLI “STRANI” AFFRESCHI DELLA COLLEGIATA DI SANTA MARIA ASSUNTA AD AMASENO (FR)
di Giancarlo Pavat
Una bella mattinata domenicale di sole, un caffè ai tavolini davanti al bar della piazza e quattro chiacchiere del sottoscritto e mia moglie Sonia con degli amici. Ed ecco che il discorso cade su alcuni affreschi che sono conservati all’interno della Collegiata che sovrasta il bar e domina l’intera piazza.
Siamo ad Amaseno, l’antica Castrum Sancti Laurenti, che dopo l’Unità d’Italia prese, appunto, il nome del fiume di virgiliana memoria che scorre placido nella vallata.
2. Immagine sopra; la Collegiata di Santa Maria Assunta ad Amaseno.(FR).
La chiesa è quella di Santa Maria Assunta, risorta dalle ceneri di quella più antica, distrutta 12 anni prima dalle soldataglie del “Barbarossa”, venne consacrata l’8 settembre 1177. La Collegiata costituisce con tutta probabilità, il primo esempio di architettura gotico-borgognone del Lazio meridionale. Non a caso è stata dichiarata Monumento Nazionale.
3. Immagine sopra; il campanile dela Collegiata di Santa Maria Assunta ad Amaseno.(FR).
Mi sono occupato diverse volte, nei miei libri e articoli, della storia e dei monumenti medievali di Amaseno. Addirittura, il primo libro che ho pubblicato, “Valcento. Gli ordini monastico-cavallereschi nel Lazio meridionale” (edizioni Belvedere 2007) nacque proprio a seguito di una scoperta simbologica avvenuta in una chiesetta del centro storico di Amaseno.
4. Immagine sopra; la facciata neogotica del Santuario della Madonna dell’Auricola.
Anche su questo sito, si sono affrontati argomenti pertinenti Amaseno e il suo territorio. Ad esempio in relazione al Santuario della Madonna dell’Auricola (e dei suoi misteri) che sorge su in rilievo montano a qualche chilometro del paese.
Stavolta, prendendo appunto spunto dalla chiacchierata domenicale tra amici, desidero parlare di un poco noto affresco, anzi di un particolare presente nel ciclo di affreschi del presbiterio.
5. Immagine sopra; esempi di “Green man” scolpiti sui capitelli delle colonne del pulpito della Collegiata di Santa Maria Assunta ad Amaseno.
La Collegiata di Santa Maria conserva diverse opere architettoniche e artistiche Basti pensare allo straordinario pulpito in pietra calcarea locale con decorazioni fitomorfe da cui spunta l’ Uomo arboreo, il Green man delle leggende medievali, e con l’Aquila Leporaria federiciana che regge il leggio e domina dall’alto la navata centrale.
6-7 Immagini sopra e sotto: l’Aquila Leporaria federiciana del pulpito della Collegiata di Santa Maria Assunta ad Amaseno. Su questo sito ci si è già occupati dei significati simbolico-esoterici di questa iconografia.
Realizzato dai Gullimari di Piperno (attuale Priverno, oggi in provincia di Latina), il pulpito potrebbe essere stato iniziato nientemeno che dal grande Nicola Pisano, di cui è attestata la presenza (assieme al figlio Giovanni) nel 1248 nel Castrum Sancti Laurenti.
Il Presbiterio, aggiunto nel XIV secolo al corpo più antico della Collegiata, presenta la volta e le pareti laterali decorate con affreschi ascrivibili ad un arco temporale che va dal XIV al XV secolo.
Ciò che ci interessa in questa sede si trova sulla parete sinistra (per chi guarda l’altare) del Presbiterio. Il ciclo di affreschi (che avrebbero bisogno di un bel restauro), osservandolo da sinistra verso destra, raffigura per prima una Crocifissione datata al XV secolo.
8-9. Immagini sopra e sotto: la Crocifissione affrescata sulla parete sx Presbiterio della Collegiata di Santa Maria Assunta ad Amaseno.
Ai piedi della Croce si possono vedere la Madonna, il soldato romano che colpisce il costato di Cristo con la Lancia che nei Vangeli apocrifi viene chiamato Longino, e San Giovanni futuro Evangelista. E qui compare il primo particolare quantomeno inconsueto.
Infatti la figura femminile sulla sinistra, in cui è stata riconosciuta la Vergine, sembra stia…..ridendo!
10. Immagine sopra: particolare della Crocifissione affrescata sulla parete sx Presbiterio della Collegiata di Santa Maria Assunta ad Amaseno. La Madonna sta ridendo?!
Possibile? La Madre ai piedi della Croce che, invece di disperarsi per l’atroce supplizio a cui è sottoposto il figlio, ride?
L’affresco non versa in buone condizioni e può darsi che quello che oggi sembra un sorriso (o un ghigno) non lo fosse nelle intenzioni dell’ignoto artefice di 6 secoli fa.
A destra della scena della Crocifissione ecco un altro particolare che a prima vista lascia perplessi.
Si vede una maestosa figura di vegliare assisa su uno scranno con un libro aperto sulle ginocchia. Che cosa c’è di strano? Semplicemente il fatto che la figura ha tre teste o meglio tre volti aureolati!
11-12. Immagini sopra e sotto; la Ss. Trinità tricefala affrescata sulla parete sx del Presbiterio della Collegiata di Santa Maria Assunta ad Amaseno (FR).
Prima che qualcuno salti a conclusioni affrettate, dico subito che si tratta di una rarissima rappresentazione della Santissima Trinità. Talmente rara che credo di averne viste, finora, soltanto un paio.
13-14. Immagini sopra e sotto; in alto la presunta Ss. Trinità tricefala affrescata sopra l’ingresso del fienile “picto” di Sacvo in Val Gerola (Sondrio). In basso; l’Homo Selvaticus affrescato nella stanza del notaio del fienile “picto” di Sacco in Val Gerola (Sondrio).
La prima si trova nell’abitato di Sacco in Val Gerola, in Valtellina. Sono tre volti racchiusi in un unica aureola con tanto di croce patente rossa, dipinti sopra l’ingresso di un fienile che un tempo era lo studio di un notaio medievale.
Il fienile è celebre perché vanta l’interno decorato con affreschi quattrocenteschi tra cui spicca quello dell’Homo Selvaticus.
15. Immagine sopra; la Ss. Trinità tricefala affrescata nella chiesa di Santa Giuliana a Vigo di Fassa (TN).
La seconda rappresentazione di una Trinità tricefala del XV secolo, è invece visibile nella chiesa di Santa Giuliana a Vigo di Fassa (TN) in mezzo alle Dolomiti.
Un solo corpo, quello del Cristo, un solo Dio, ma Tre Persone.
Riconosciuta la Santissima Trinità nella curiosa figura tricefala del Presbiterio, eccoci finalmente al particolare che ha acceso la curiosità e la discussione tra amici al tavolino del bar ai piedi della Collegiata.
Tanto che, ci siamo alzati, e li ho accompagnati a vedere questo particolare con i propri occhi.
Proprio a destra della Trinità, all’interno di quello che sembra un ambiente caratterizzato da colonne e archi, si nota una figura femminile con un lungo abito di colore rosso che sembra fuggire, forse proprio dalla Ss. Trinità.
16-17. Immagine sopra; Collegiata di Santa Maria Assunta ad Amaseno. La figura femminile vestita con un abito rosso che sfoggia due corna nere sulla testa.
Debbo essere sincero, il particolare, che ancora non ho descritto per creare un po’ di suspense, non l’ho scoperto io.
Mi è stato segnalato qualche tempo fa da don Italo Cardilli, che non solo all’epoca era il parroco di Amaseno ma è pure laureato in Storia dell’arte.
18. Immagine sopra; Giancarlo Pavat e don Italo Cardilli (a dx) al Premio Nazionale Cronache del Mistero 2019 a Fiuggi (FR).
Per quanto possa sembrare incredibile, nessuno se n’era mai accorto. Nemmeno gli amici di Amaseno con cui io e Sonia eravamo seduti al tavolino del bar.
A già….il particolare….
….sebbene l’affresco sia piuttosto sbiadito e il volto della donna vestita di rosso non si vede, probabilmente perduto per sempre, si riconoscono benissimo sulla testa un paio di corna nere!
19. Immagine sopra; Collegiata di Santa Maria Assunta ad Amaseno. Particolare delle due corna nere sulla testa delle figura femminile vestita di rosso.
Un demonio o comunque una creatura infernale, all’interno della venerata Collegiata amasenese? Qual’è il reale significato di questa cifra iconografica?
20. Immagine sopra; la Basilica di Sant’Eustorgio a Milano (Fonte Wikipedia).
La strana figura cornuta dell’affresco del Presbiterio amasenese ricorda la famosa (o famigerata) “Madonna con Bambino” della Cappella Portinari di Sant’Eustorgio a Milano.
Questo affresco è celebre tra gli appassionati di misteri nell’arte perché, sia la Madonna che il piccolo Gesù, sfoggiano un paio di sinistre corna scure.
21. Immagine sopra; il “Miracolo della falsa Madonna” dipinto da Vincenzo Foppa nella Cappella Portinari a Sant’Eustorgio a Milano.
Ebbi modo di vedere questo singolare opera d’arte, negli anni 90 del XX secolo, quando non era nota come oggi. Debbo dire che al primo impatto mi trasmise una sottile inquietudine. Possibile che nella venerata Basilica milanese ci fosse un affresco così blasfemo? Oppure la spiegazione era un’altra e andava cercata nella storia dell’arte e nei racconti agiografici?
22. Immagine sopra; particolare del “Miracolo della falsa Madonna ” di Vincenzo Foppa. Si notano le sinistre corna della Madonna e del piccolo Gesù.
L’affresco venne realizzato, tra il 1464 e il 1468, dal grande pittore lombardo Vincenzo Foppa (1430-1515) su committenza del ricchissimo banchiere fiorentino Pigello Portinari (1431-1481) e racconta una leggenda relativa all’inquisitore domenicano Pietro da Verona (o Pietro Martire) a cui è dedicata la Cappella. Si tratta del cosiddetto “Miracolo della falsa Madonna“.
Si narra che, mentre celebrava la Messa all’interno di Sant’Eustorgio, Pietro da Verona si accorse che il Demonio era entrato nella Basilica e si era nascosto dietro ad una icona mariana (secondo un’altra versione, avrebbe fatto apparire una immagine mariana ovviamente fatta di fumo diabolico). Pietro da Verona, brandendo un’ostia consacrata, scaccio il Demonio assieme ad un mago eretico che si vede nell’affresco.
Quindi Foppa non ha raffigurato assolutamente alcunché di blasfemo o eretico ma più semplicemente questo “Miracolo”. Per completezza di informazione è necessario però riportare che, recentemente, è stato ipotizzato che l’artista bresciano abbia voluto raffigurare una certa ritrosia (per non dire ostilità) nei confronti del culto dedicato alla Vergine che aveva radici nella città meneghina.
Ma non è tutto.
Esiste una sorta di leggenda secondo la quale le corna starebbero ad indicare che l’affresco è infestato dallo spirito inquieto di Guglielma la Boema, una donna vissuta a Milano nel XIII secolo, morta in odore di santità ma condannata nel 1300 come eretica, tanto che ne vennero bruciate le spoglie che erano state sepolte nell’abbazia di Chiaravalle milanese.
23. Immagine sopra; particolare del “Miracolo della falsa Madonna” di Vincenzo Foppa. Si notano le sinistre corna della Madonna e del piccolo Gesù.