I ROSACROCE AD ANAGNI?
di Guglielmo Viti
Casa Barnekow ad Anagni (FR) è uno splendido monumento medioevale, anzi è uno Stargate per entrare in un’altra dimensione, quello dello spirito.
Il barone Alberto Barnekow, svedese ma che si sentiva assolutamente “anagnino consacrato” raccontò attraverso affreschi e lapidi le sue esperienze mistiche, assolutamente degne di fede, usando, simboli alchemici e frasi tratte dal Corpus Hermeticum.
Casa Barnekow è un monumento all’Alchimia unico che val la pena di visitare ma in questo articolo voglio raccontare una scoperta eccezionale che il barone mi ha voluto regalare.
Durante il corso delle vicende umane si sono sempre incontrati e scontrati gruppi di persone che abbracciavano teorie o insegnamenti diversi legati a regole divine che avevano ed hanno il compito di seguire tra la gente comune. La più misteriosa, sconosciuta, affascinante di queste associazioni è la CONFRATERNITA DEI ROSACROCE.
Tutto ciò che riguarda questa setta è avvolto dal mistero fin dalle sue origini, che affondano le radici nel mito. Anche la sua stessa esistenza non è sicura proprio perché i suoi misteriosi iscritti erano tenuti al più assoluto segreto. Abbiamo però vari indizi che ci testimoniano la storia di uomini che hanno operato per il bene della comunità, compito principale dei Rosacroce, e che venivano indicati come membri di questo gruppo.
Esistono moltissime storie e leggende sul loro operato, sulla loro vita, sulla loro alleanza con i Cavalieri Templari o con gli alchimisti e su questo rapporto ci soffermiamo. “Lo stesso corpo umano era il laboratorio alchemico, e nessuno poteva raggiungere la qualifica di Adepto Rosacruciano finché non avesse raggiunto la suprema condizione di trasmutazione, cambiando i metalli di base dell’ignoranza nell’oro puro della saggezza e comprensione” (M.P.Hall), questo è lo stesso percorso di Barnekow.
Il barone Alberto Barnekow in uno dei suoi disegni del periodo romano sotto la ricostruzione ideale del Palatino scrive di proprio pugno
“Parnaso Palatino” ovvero la ricostruzione sul Palatino del Bosco Parnaso sede della famosa Arcadia. Esiste un rapporto importante fra il Parnaso e i Rosacroce, infatti il manifesto base della setta si chiama “FAMA FRATERNITATIS” e parte dalla citazione di un capitolo, “l’avviso 77” del libro di T. Boccalini “I Ragguagli di Parnaso”.
In questo testo fra l’altro è scritto ”non co’ capricci delle sètte diverse dè filosofi, tra essi tanto discrepanti di opinione, ma vivendo có santi e prudenti precetti naturali, felicissima meneranno la vita loro”, così la pensava anche il nostro barone.
Esiste anche un particolare importante nella Tribuna Albertina che ci porta ad accostare Barnekow ai Rosacroce: la mitica sede della Società Segreta dei Rosacroce si chiamava la Casa dello SPIRITO SANTO e nella grande lapide di Barnekow compare, senza apparente nesso con il testo la scritta in grande, in bella evidenza, SPIRITUS SANCTUS, un nominativo che non ha ragione. Sbagliamo se pensiamo che il barone avesse istituito la Casa dello Spirito Santo in Casa Barnekow?
Esattamente nella stanza del camino dove un affresco che ne ricopriva le pareti ricordava il muro del Tempio di Gerusalemme, il “TEMPIO’?
Con la porta di accesso alla stanza, un pó troppo “importante”, con quell’arco in pietra, per essere un semplice accesso di servizio e più bassa del dovuto tanto da costringere chi entra ad abbassare la testa in segno di rispetto come la basilica della natività di Nazaret? Sbagliamo se pensiamo che il barone ricevesse in quella stanza gli altri “fratelli” forse appartenenti alla nobiltà anagnina?
Forse no, non sbagliamo, se ricordiamo che sopra lo stemma di Martin Lutero compare una rosa stilizzata ed una croce e sappiamo quanto profonda fosse la fede luterana di Barnekow.
Ma c’è di più: la rosa compare anche sulla facciata di Casa Barnekow e nello stemma di famiglia!
(Guglielmo Viti)
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se non altrimenti specificato, le immagini sono di Guglielmo Viti.