Giornata-evento a Guarcino. IL MISTERO DELLA DISFIDA DEL MALPENSA. Episodio storico o leggenda? di Giancarlo Pavat

Immagine di apertura; davanti ad una folla delle grandi occasioni, Giancarlo PAVAT rievoca la” Disfida del Malpensa” (foto Veronica Pietrobono – Itinarrando).

 

Un successo aldilà delle più ottimistiche previsioni la Giornata/evento organizzata a Guarcino (fortemente voluta dall’Amministrazione Conunale e con il patrocinio della Regione Lazio, in collaborazione con ITINARRANDO) , vero e proprio tributo alla storica “Disfida del Malpensa“.

L’evento è cominciato nel tardo pomeriggio in piazza Umberto I, davanti al Municipio, ove si innalza la statua – monumento del Malpensa, realizzata nel 1986 dal Maestro Angelo Canevari.

2. Immagine sopra; la statua – monumento del Malpensa, realizzata nel 1986 dal Maestro Angelo Canevari (foto Giancarlo Pavat)

Nella piazza, a fianco del Monumento, di fronte a oltre un centinaio di partecipanti (in certi momenti se ne sono contati circa 160), il nostro Giancarlo PAVAT, da par suo, ha affascinato il pubblico, spiegando dal punto di vista storico e filologico il motivo per cui la “Disfida” deve essere considerato un episodio realmente accaduto. Possiamo leggere tutto nel dettaglio, qui di seguito, nel lungo articolo dello stesso Giancarlo PAVAT.

L’Itinerario del Mistero è proseguito alla scoperta dei misteriosi affreschi della chiesa di San Michele Arcangelo e della sua cripta  e di alcune simboli visibili sui portali del centro storico guarcinese, anche con l’intervento dell’artista nonché studiosa di simbologie Marisa D’ANNIBALE e un intervento straordinario dell’archeologo Guglielmo VITI.

Di tutto ciò daremo conto in un articolo di prossima pubblicazione.

(La Redazione)

 

3. Immagine sopra; foto di gruppo di alcuni dei partecipanti con la Statua del Malpensa a Guarcino (foto Veronica Pietrobono- Itinarrando)

 

 

IL MISTERO DELLA DISFIDA DEL MALPENSA.

EPISODIO STORICO O LEGGENDA?

 

di Giancarlo Pavat

 

Ci sono episodi storici che, sebbene abbiano avuto una notevole rilevanza all’epoca e nel luogo in cui svolsero, sono scivolati lentamente ma inesorabilmente nell’oblio, sino ad essere ritenuti un fatto leggendario o da essere dimenticati anche da chi avrebbe l’onere di perpetuarne la memoria. 
Uno degli scopi della mia attività (che poi è anche la mia professione) di ricercatore storico (non necessariamente nel campo del Mistero tout court) è proprio quello di riproporre all’attenzione non solo di addetti ai lavori ma pure di “semplici” appassionati e curiosi, quei personaggi, monumenti, avvenimenti, di cui non si parla quasi mai oppure sono del tutto sconosciuti. 
Tra questi va, ahimè, annoverato un episodio avvenuto nel Lazio meridionale durante il Medio Evo. 
Episodio che, avente un’unica fonte storica, è stato addirittura ritenuto una favoletta da raccontare d’inverno accanto al fuoco del caminetto.

 

 
 
 
 
 
4. Immagine sopra; la “Disfida del Malpensa ” (Archivio ilpuntosulmistero)
 
Si tratta della cosiddetta “Disfida del Malpensa”, svoltasi nel borgo di Guarcino (oggi in provincia di Frosinone), arroccato sui Monti Ernici.
Nel Medio Evo, Guarcino fu un Libero Comune all’interno dello Stato della Chiesa (Patrimonium sancti petri) e rivestì una notevole importanza soprattutto durante i pontificati dei Vicari Christi anagnini Gregorio IX e Bonifacio VIII. Tra l’altro, la madre di quest’ultimo, la nobildonna Emilia Conti, era nata proprio a Guarcino nel palazzo della propria Famiglia. 
Tornando alla “Disfida”, questa non è altro che uno scontro svoltosi nel 1186 tra un cavaliere tedesco dell’esercito del Sacro Romano Impero (che, guidato dal Enrico VI Hohenstaufen, figlio dell’imperatore Federico I  “Barbarossa” e futuro padre di Federico II “Stupor Mundi”, stava, appunto, assediando Guarcino) e un giovane del posto di nome Malpensa.

5. Immagine sopra; la “Disfida del Malpensa ” (Archivio ilpuntosulmistero)
L’eroe guarcinese riuscì a sconfiggere il borioso “campione” teutonico, salvando così il proprio paese natale.
Come accennato inizialmente, esiste una sola fonte che riporta questo episodio. Si tratta del documento noto come Chronicon Fossanovae (Cronaca di Fossanova) o Annales ceccanenses (Annali ceccanesi).
Ecco il passo che ci interessa;

Hoc anno venit rex Henricus filius Friderici imperatoris et fubiugavit totam campaniam praeter Fummonem, et castrum ferentinum, obsedit per novem dies et ivit super Guarcinum; ibi commissum est bellum ubter Teutonicum militem et Latinum hominem nomine Malpensa, et superatus est miles Teutonicus a milite Latino; vidente et astante Rege cum toto exercitu in circuitu.

Ovvero;

 

In quest’anno venne il re Enrico, figlio dell’imperatore Federico, e saccheggiò tutta la Campania, eccetto Fumone, e il castello di Ferentino, e la assediò per nove giorni e passò a Guarcino; Qui scoppiò la guerra tra un soldato teutonico e un latino di nome Malpensa, e il soldato teutonico fu vinto dal soldato latino. vedendo e stando attorno il re con tutto il suo esercito.

6. Immagine sopra; Giancarlo Pavat illustra la “Disfida del Malpensa” davanti al Monumento eretto in onore del campione guarcinese  (foto Veronica Pietrobono- Itinarrando)

 

Il manoscritto venne casualmente rinvenuto nel 1600 nella biblioteca dell’abbazia cistercense di Fossanova (oggi in provincia di Latina) e per questo motivo venne chiamato in tal modo dal cardinale nonché erudito sorano Cesare Baronio (1538-1607).
Del manoscritto originale del Chronicon, non si sa più nulla da secoli, ma è probabile che sia esistito almeno sino al XVIII-XIX secolo. Forse andò perduto nel 1812 durante l’occupazione delle truppe napoleoniche “liberatrici” che distrussero l’archivio storico dell’abbazia pontina, trasformando la stessa in ricovero per le truppe e stalla per i cavalli.
Al 1644, risale la prima edizione a stampa del Chronicon, edita dallo storico cistercense Ferdinando Ughelli (1595-1670). Ma si ignora se abbia utilizzato il manoscritto originale o un’altra copia, che forse esistette, visto che sia il Baronio, che il Pellegrino, ebbero modo di vedere e leggere il testo certamente prima dell’Ughelli.
Un’altra famosa (e successiva) edizione del Chronicon è quella di Ludovico Muratori (1672-1750).
Nella premessa Muratori critica aspramente l’edizione dell’Ughelli, dichiarandola piena di Innumeros errores e affermando di aver avuto difficoltà a comprenderne diversi passi. Inoltre, attacca pure il Baronio. Pur riconoscendone la sua grandezza come storico, lo accusa di aver “addomesticato” le vicende riportate dal Chronicon, sotto l’influsso di una volontà apologetica nei confronti del Cattolicesimo e della Chiesa di Roma. Tale atteggiamento, ovvero un “pio affetto verso la parte nostra” (ovvero il Cattolicesimo), rischia di condurre all’abbandono del metodo critico (che dovrebbe essere la bussola per ogni storico o storiografo) e al disconoscimento della “Verità” storica stessa. Parole sante.
Anche Georg Heinrich Pertz (1795-1876), notevole figura di storico, bibliotecario ed archivista, originario della regione tedesca dell’Hannover, durante il suo viaggio in Italia (negli anni ’20 del XIX secolo) alla ricerca di testi e documenti originali per la monumentale opera sulla Storia (soprattutto medievale) della Germania per conto della Gesellschaft fur Deutschlands altere Geschichtskunde (opera oggi nota come Monumenta Germaniae Historica), ebbe modo di occuparsi del Chronicon Fossanovae.
Come riportato da Aldo Papetti nel suo libro “I Conti di Ceccano nei secoli XII e XIII” (Nuova Stampa Frosinone, luglio 2003), Pertz affermò che il manoscritto originale era notevolmente rovinato (e illeggibile in diverse parti, soprattutto verso la fine) già all’epoca dell’edizione del 1644. Secondo lui, correggendo l’Ughelli, cercò di porvi rimedio Ludovico Muratori.
Ma si mosse in tal senso pure il patriota e letterato italiano Giuseppe Del Re (1806-1864), il quale collazionò il testo del Chronicon con una copia presente nella Biblioteca Brancacciana di Napoli (voluta nel XVII secolo dal cardinale Francesco Maria Brancaccio, fu la prima Biblioteca pubblica napoletana, oggi fa parte della Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III).
In ogni caso, lo stesso Pertz non fu da meno, visto che cercò stabilire un testo corretto consultando un’altra copia del Chronicon conservata nella Biblioteca Vallicelliana in piazza della Chiesa Nuova a Roma.
Fu proprio il Pertz a riprendere il nome di Annales ceccanenses, già utilizzato dall’Ughelli, in quanto ritenne che l’autore fosse Giovanni I° de’ Ceccano, oppure un certo fra’ Benedetto di cui il conte ceccanese si servì spesso per la stesura di documenti notarili.
Pertz era convinto che il documento fosse stato redatto ad uso e consumo della schiatta comitale dei de’ Ceccano, visto che, a partire dall’Anno Mille riporta avvenimenti relativi all’Abbazia di Fossanova e alla Contea circostante.

7. Immagine sopra; in piazza Umberto I a Guarcino, Giancarlo PAVAT rievoca la” Disfida del Malpensa” (foto Veronica Pietrobono – Itinarrando).

 

Il Chronicon è scritto in “Mediolatino”, “il lessico non è di difficile comprensione, ma spesso la grammatica e la sintassi sono usati in modo erroneo e questo fa pensare che lo scrittore o gli scrittori, non avessero molta dimestichezza con l’arte della scrittura
(da “I Conti di Ceccano nei secoli XII e XIII” di Edoardo Papetti – Luglio 2003).

8.  Immagine sopra; la locandina dell’evento guarcinese dedicato alla” Disfida del Malpensa”.
Il Chronicon inizia dalla nascita di Gesù per giungere sino al 1217, che per questo motivo è la data proposta per la compilazione. In ogni modo, come ebbe a dire lo stesso Ludovico Muratori, questa sorta di Res Gesta della Contea di Ceccano, rimane una importantissima fonte di informazioni per la conoscenza delle vicende del Basso Lazio. 
Mi sono dilungato sulle complesse vicissitudini relative alla pubblicazione del testo del Chronicon in quanto sono alla base delle tesi detrattorie e alle accuse di falso, che come vedremo tra poco, diversi studiosi hanno avanzato nei confronti di esso e, quindi, anche di diversi avvenimenti ivi riportati.
Infatti, sebbene siano passati più di 400 dalla sua scoperta, ancora oggi, c’è chi, anche nel mondo accademico, ritiene il Chronicon un falso del XVII secolo.
Sia perché non ci è giunto l’originale del XII secolo, sia (e soprattutto) perché nel Chronicon mancano importanti episodi storici che il compilatore (chiunque esso sia stato; il conte Giovanni I o il frate Benedetto) non poteva ignorare.
Anche se altri avvenimenti ci sono, eccome. Ad esempio è testimoniato il passaggio delle armate cristiane (anche d’oltralpe) in marcia verso i porti del mezzogio0rno d’Italia ove imbarcarsi per la Terrasanta per partecipare a quella che, successivamente, sarà chiamata “I^ Crociata”.
1096 indictione quarta, innumera francorum et ultramontanum aliorumque gentium multitudo ad expugnanadum sarracenos mare transfierunt.
 
Parimenti, nel Chronicon si possono leggere altri avvenimenti di cui non vi è riscontro alcuno in altre fonti coeve. Come la nostra “Disfida del Malpensa”. Circostanza che sembrerebbe confermare il fatto di trovarsi di fronte ad un falso storico seicentesco.
Quindi, secondo non pochi studiosi, anche l’episodio dell’eroico guarcinese sarebbe soltanto un parto della fervida fantasia nell’ignoto falsario. Anche perché non si sa quasi nulla del Malpensa. Si è ipotizzato che facesse Gutifredi o Gutifredo di cognome. Circostanza che è servita al tentativo di “scippare” l’eroe a Guarcino e dar lui natali alatrensi, visto che una Famiglia con questo nome è davvero vissuta nella Città dalle Mura megalitiche.
In realtà, una prova indiretta che ciò che racconta la “Cronaca di Fossanova” è storicamente vero e che questa fonte non è un volgare falso, la troviamo nella notizia dell’inondazione del Tevere dell’Anno 1180.
Disastroso evento citato soltanto nel Chronicon. Proprio come la “Disfida del Malpensa” (o il pellegrinaggio a Santiago de Compostella in Spagna della contessa Egidia, vedova di Landolfo I de’ Ceccano e madre del già citato Giovanni I, giusto per fare un altro esempio).
Ma nel 1885 si rinvenne a Roma una lapide proprio del 1180 che indicava l’altezza a cui erano arrivate le acque del fiume durante quel funesto avvenimento!
Se il Chronicon fosse davvero un falso del ‘600, allora il falsario avrebbe dovuto possedere anche doti di veggente! Altrimenti, come avrebbe potuto sapere che oltre duecento anni dopo, una lapide con una iscrizione del XII secolo avrebbe confermato l’inondazione frutto della sua fantasia?
Quindi, se è vera la notizia dell’inondazione del 1180, non vi è motivo per cui non lo sia anche quella della “Disfida del Malpensa”, nonostante (giova ribadirlo) non esistano (ad oggi) altre fonti che la riportano.

9. Immagine sopra; la “Disfida del Malpensa ” (Archivio ilpuntosulmistero)
Oggi a Guarcino una notevole scultura bronzea sita nella piazza principale del paese (Piazza Umberto I), vicino alla sede comunale, ricorda la “Disfida del Malpensa”.
Venne realizzata, come si è detto inizialmente, nel 1986 dal Maestro Angelo Canevari in occasione dell’800° anniversario della “Disfida”.

10. Immagine sopra; la statua dedicata a Bonetto de Floridi a Guarcino (foto Giancarlo Pavat)

 

Nella medesima piazza si trova pure la statua di Bonetto de Floridi, nobile guarcinese del XII-XIII secolo, che prese parte all’ottava crociata come console e fu capitano delle milizie guarcinesi nella guerra tra Fiuggi e Guarcino, di cui quest’ultimo risultò vincitore.
(Giancarlo Pavat)

11. Immagine sopra; Uno splendido colpo d’occhio di piazza San Nicola, gremita di spettatori per la rappresentazione teatrale “LA NOTTE PRIMA DELLA DISFIDA” di Velia VITI  (foto Giancarlo Pavat)

La “Giornata-evento” “tributo” al Malpensa si è conclusa alla grande con la applauditissima (sold out in piazza San Nicola) rappresentazione teatrale allestita nel suggestivo centro storico medievale di Guarcino,

“LA NOTTE PRIMA DELLA DISFIDA”

di Velia VITI. 

Ovvero un dialogo notturno tra il guerriero guarcinese e nientemeno che la “Morte”; interpretati rispettivamente dai bravissimi Sebastiano COLLA (uno straordinario, umanissimo ma coraggioso Malpensa) e da Annamaria IACOPINI (una incredibile, a tratti ironica, affascinante  “Signora Morte”), accompagnati dal musicista Giovanni MONOSCALCO. 

12. Immagine sopra; Annamaria IACOPINI (la Morte) e Sebastiano COLLA (Malpensa) in “LA NOTTE PRIMA DELLA DISFIDA” di Velia VITI  (foto Giancarlo Pavat)

Standing ovation finale per i protagonisti, degna conclusione di una bellissima giornata (sicuramente da replicare) di elevato profilo culturale. 

13. Immagine sopra; i protagonisti de “LA NOTTE PRIMA DELLA DISFIDA” salutano il pubblico che ha gremito piazza San Nicola (c’erano spettatori seduti persino sui gradini dell’ingresso della chiesa!). Da sx il musicista Giovanni MONOSCALCO, la regista e autrice Velia VITI,  l’attrice Annamaria IACOPINI e l’attire Sebastiano COLLA (foto Giancarlo Pavat).
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