IL MISTERO DI DANTE E LA CROCE DEL SUD; di Giancarlo Pavat.

Immagine di apertura: Dante e la Croce del Sud – elaborazione grafica G Pavat.

Immagine in basso: Muraglie megalitiche e le stelle – foto Marisa D’Annibale.

 

Durante l’Itinerario del Mistero di mercoledì 12 agosto ad Alatri (FR), Giancarlo Pavat e Annalisa Copiz hanno affrontato affascinanti tematiche che andavano dal’Acropoli di Alatri e le mura megalitiche delle Città Saturnie, alle Piramidi Giza e la corrispondenza con le Stelle della Cintura di Orione, dai rapporti tra le antiche popolazioni e le Costellazioni della volta celeste alla possibilità dell’esistenza di una arcaica Civiltà scomparsa.

Nell’occasione, il nostro Giancarlo Pavat ha affrontato anche l’enigma della presunta citazione della Croce del Sud nella Divina Commedia.

Per coloro che non sono potuti essere presenti all’evento alatrense, questo è il sunto dell’intervento di Pavat.

Buona lettura. 

(La Redazione)

 

Immagine sopra: la Porta Maggiore dell’Acropoli di Alatri e le stelle – foto Marisa D’Annibale.

IL MISTERO DI DANTE E LA CROCE DEL SUD

di Giancarlo Pavat 

In diverse occasioni ho ribadito la convinzione che, prima delle Civiltà conosciute di cui ci parlano i manuali e i libri scolastici,  ne siano esistite altre, piuttosto avanzate, poi scomparse dalla faccia della Terra, forse travolte da un cataclisma di origini cosmiche. 

Questa convinzione non è un atto di fede, ma la logica consequenza dell’analisi, con la mente sgombra da dogmi e pregiudizi, di diversi elementi sostanziali e materiali che archeologi e scienziati che rifuggono l’ipse dixit, hanno riportato alla luce e presentato al pubblico. Spesso con enormi difficoltà e a costo di giocarsi carriere e posti di lavoro. Molti di questi indizi (per non dire “prove”) sono oggetto di infuocati e feroci dibattiti.  In altri casi, invece, vengono semplicemente ignorati dalla Scienza ufficiale, ormai omologata al pensiero mainstream e al politicamente corretto. Si è volutamente dimenticato che il Sapere umano è progredito proprio andando contro i dogmi e aldilà dei preconcetti. Eppure di indizi (o prove) se ne trovano a bizzeffe, spesso dove meno lo si immagina. Ad esempio nella letteratura di secoli e secoli fa.

E’ il caso della DIVINA COMMEDIA. L’immortale capolavoro della letteratura universale creato da Dante Alighieri all’inizio del XIV secolo.  Da tempo si sa che il Sommo Poeta ha concepito un’opera che va letta su diversi livelli della Conoscenza. E’ un’opera esoterica (nel senso etimologico del termine), ricchissima di messaggi nascosti comprensibili, appunto,  soltanto agli iniziati, a coloro che sono in possesso delle chiavi giuste per svelare gli arcani. Dopotutto è lo stesso Dante a dircelo…….

O voi ch’avete li ‘ntelletti sani, mirate la dottrina che s’asconde sotto ‘l velame de li versi strani

(Inferno, Canto IX, vv. 61-63).

Pertanto non deve sembrare impossibile rintracciare tra i versetti dei 33 canti che compongono ognuna delle 3 Cantiche, nozioni o informazioni che indicano come gli Antichi fossero in possesso di conoscenze scientifiche, tecnologiche e geografiche, ben più avanzate di quello che ci si vuol far credere. 

E’ il caso dei versetti 22-24 del I Canto del Purgatorio. 

“I’ mi volsi a man destra, e puosi mente/ all’altro polo e vidi quattro stelle/ non viste mai fuor  ch’a la prima gente”.

Nella finzione dell’opera, Dante e Virgilio, finalmente usciti dal budello infernale, si ritrovano sulla spiaggia della Montagna del Purgatorio. La stessa avvistata da Ulisse durante il “folle volo” raccontato nel XXVI Canto dell’Inferno.

SI trovano nell’Emisfero Australe (“l‘altro polo“) e il Sommo Poeta si accorge che in cielo brillano nuove stelle,  altre Costellazioni e non vede più il Carro delll’Orsa e la Stella Polare (“la’ onde ‘l carro già era sparito – v. 30). Prova inconfutabile che si trova davvero nell’Emisfero meridionale. E sopra di lui luccicano 4 Stelle che non furono mai viste “fuor ch’a la prima gente“.

Su questi versi,  che costituiscono uno dei tanti misteri della Divina Commedia, sono stati fatti scorrere i proverbiali fiumi di inchiostro.

Infatti, Dante sembra descrivere la COSTELLAZIONE DELLA CROCE DEL SUD.

Astronomicamente parlando si tratta di una Costellazione formata 5 stelle principali (ma solo 4 sono visibili a occhio nudo) disposte a croce, e altre minori osservabili solo con potenti telescopi. La stella più luminosa di questa costellazione è Alfa crucis (che in realtà è un sistema triplo di tre astri legati gravitazionalmente tra di loro, distanti da noi “solo” 322 anni luce). Poi ci sono Beta crucis, Gamma crucis, Delta crucis e, infine Epsilon crucis.

Il problema è che la Costellazione della Croce del Sud, oggi, come ai tempi del “Ghibellin fuggiasco”, non è visibile dall’Italia e da tutto l’Emisfero boreale. Ma soltanto da quello meridionale. Tanto che compare sulle bandiere di nazioni poste a sud dell’Equatoriale, come il Brasile (che è attraversato da questa linea immaginaria), l’Australia, la Nuova Zelanda, la Papua Nuova Guinea e lo stato delle Isole Samoa. 

Immagine sopra: la Bandiera dell’Australia. Immagine in basso: quella della Nuova Zelanda – fonte Wikipedia.

 

Quindi come poteva esserne a conoscenza il Sommo Poeta?

E’ vero che, durante l’Antichità Classica, a causa del fenomeno, noto come “Precisione degli Equinozi” (conosciuto sin dai tempi di Ipparco di Nicea, vissuto tra il 200 e il 180 a.C., ma non riconosciuto e accettato dalla stragrande maggioranza degli astronomi), la CROCE DEL SUD era visibile dal Mediterraneo. Ma era talmente bassa sull’Orizzonte da non essere considerata una Costellazione a se stante.  Claudio Tolomeo (100-175 d.C.), il più grande astronomo del Mondo Antico, considerava quelle 4 stelle parte della Costellazione del Centauro.

Ma Dante, come già sottolineato, parla esplicitamente “dell’altro polo“, ovvero dell’Emisfero Australe.  Quindi sapeva benissimo di trovarsi a sud dell’Equatore.

A dire il vero,  alcuni commentatori della Divina Commedia hanno espresso dubbi sull’identificazione con la CROCE DEL SUD. Preferendo vedervi una allegoria delle 4 Virtù Cardinali; Prudenza, Giustizia,  Fortezza e Temperanza. Possibile?

Per la Storia ufficiale, il primo a dare notizia in Occidente dell’esistenza delle Quattro Stelle, fu nel 1455, il navigatore veneziano Alvise Cadamosto (1430-1483). Successivamente ne parlarono altri due navigatori e geografi italiani. Nel 1516 il fiorentino Andrea Corsali (a cui è stata attribuita la scoperta ufficiale della Costellazione della Croce del Sud e che, con tutta probabilità, è il vero scopritore dell’Australia, qualche secolo prima degli inglesi guidati da James Cook) e il vicentino Antonio Pigafetta (1493-1531), il primo a circumnavigare il Globo, dal 1519 al 1522, con la spedizione spagnola guidata dal portoghese Magellano. 

Ad Andrea Corsali dobbiamo una splendida descrizione della CROCE DEL SUD, che viene definita:

“così leggiadra e bella che nessun altro segno celeste vi può essere paragonato”.

 

E’ stata avanzata l’ipotesi che l’Alighieri fosse venuto a conoscenza di relazioni di viaggi e spedizioni navali rimaste segrete. Gli intrepidi navigatori ed esploratori si sarebbero spinti a sud dell’Equatore, raggiungendo l’Atlantico meridionale, forse l’Oceano Pacifico, e avrebbero avvistato e scoperto nuove terre e isole ben prIma delle imprese dei portoghesi, di Cristoforo Colombo e degli altri europei alla fine del XV secolo.

Immagine sopra: particolare dell’ opera “Le tre età dell’Uomo” di C. D. Friedrich (1834-1835) -Museum der Bildenden Kunste, Leipzig – fonte Wikipedia.

Possibile che Dante abbia avuto l’opportunità di parlare personalmente con qualcuno che aveva oltrepassato la linea dell’Equatoriale,  che andato “oltre” l'”Oceano Tenebroso” ed era tornato indietro per raccontarlo?

Quelle terzine non sembrano il frutto di elucubrazioni teoriche ma hanno il sapore di un racconto di prima mano. Basti pensare allo sgomento che traspare laddove Dante dice di non vedere più il famigliare e rassicurante Carro dell’Orsa. Sensazione che coglieva (è provato da innumerevoli testimonianze diaristiche e letterarie) tutti coloro che viaggiando per terra o per mare in aree del Globo in cui cambiavano le Costellazioni visibili nei cieli sopra la testa.

Oppure, il Sommo Poeta, come ipotizzato da diversi studiosi, faceva parte di una corrente sapienziale esoterica che aveva accesso a conoscenze risalenti ad una Civiltà molto più antica. Forse proprio una di quelle Culture e Civiltà a cui si faceva cenno all”inizio. Una Civiltà forse adombrata nella definizione “la prima gente”. Una Civiltà forse esistita quando la CROCE DEL SUD era visibile anche nell’Emisfero Boreale,  ovvero tra i 10.000 e i 4.000 anni prima della Venuta di Cristo……

(Giancarlo Pavat)

Immagine sopra: “Il mare di ghiaccio” di C. D. Friedrich  (1823-1824), Hamburger Kunsthalle – fonte Wikipedia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spread the love

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *