Immagine di apertura: Il laboratorio di Louis Rota (all’anagrafe, Luigi Gino Valerio Rota).a Mont-Saint-Aignan presso Rouen in Francia (Wikipedia)
IL “MISTERO” DI UNA INCREDIBILE INVENZIONE
Un velivolo che si librava in aria grazie a forze elettromagnetiche.
di Fiorenzo Zampieri
Inutile girarci attorno: è il sogno di tutti poter restare librati in aria, immobili, senza ali, eliche, palloni….
Questo sogno sarebbe stato realizzato (con tutti i dubbi del caso) già nel lontano 1915 nientepopodimeno che da un ingegnere italiano, naturalizzato francese, di nome Louis Rota (all’anagrafe, Luigi Gino Valerio Rota – 1886+1951).
Immagine 2: Louis Rota (all’anagrafe, Luigi Gino Valerio Rota – 1886-1951).
Ovviamente, a quell’epoca, la notizia fece letteralmente il giro del mondo. Tra il 1915 ed il 1920 questa incredibile invenzione fu sui quotidiani di ogni angolo del pianeta. Ed i commenti furono i più disparati: chi già sognava chissà quali conquiste aerospaziali e chi, invece, credeva non fosse possibile una tale meraviglia.
Intanto Louis Rota brevettava la sua invenzione e organizzava delle dimostrazioni pubbliche.
Togliamoci perciò la curiosità di saperne di più, di capire in che cosa consisteva questa conquista tecnologica, leggendo la descrizione tradotta direttamente dal brevetto francese con tanto di illustrazione.
IL BREVETTO
Metodo ed apparecchio per mantenere un corpo sospeso nell’atmosfera, basato sulle forze elettriche e magnetiche.
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Louis ROTA e Georges MILIENNE, residenti in Francia (Seine)
Domanda del 26 luglio 1920 – Pubblicato il 13 ottobre 1920
“In linea di principio, l’invenzione ha per oggetto un’apparecchiatura in cui delle forze elettriche e magnetiche sono distribuite in condizioni tali che esse possano reagire alle forze elettriche e magnetiche dell’atmosfera e della terra e l’effetto di queste reazioni (repulsioni) mantiene l’apparecchio sospeso nella atmosfera oppure assicura all’apparato una caduta molto rallentata.
Nella costruzione dell’apparecchiatura, la parte attiva o agente è realizzata grazie a parti metalliche buone conduttrici di energia elettrica, come l’argento, il rame, il ferro dolce, e così via, mentre le altre parti sono in legno, in alluminio o altri materiali leggeri.
Nei disegni allegati, ho dato all’apparecchio la forma cilindrica, ma potrebbe essergli data qualsiasi altra forma idonea allo scopo dell’apparecchio.
Nel disegno allegato, la fig.1 mostra una vista in elevazione del dispositivo in sezione e la fig.2 una vista in pianta dell’apparecchio secondo la sezione XX della fig.1.
Il corpo dell’apparecchio è costituito da un cilindro verticale chiuso con due fondi 1, con bordi sporgenti, ciascuno dei quali contiene un’asta centrale 2.
Il cilindro, nella sua altezza, è suddiviso in tre parti 3, 4, 5, ciascuna isolata dalle altre da anelli isolanti 6, 7, stampati per adattarsi alle estremità della parte 4, le parti 3 e 5 essendo simili e disposte simmetricamente da entrambi i lati della parte 4.
Il cilindro è costituito da dei montanti 8, in numero variabile a seconda della grandezza del dispositivo, che sostengono degli involucri metallici circolari 9, 10, 11 di lamiera sottile. Questi dischi sono rappresentati in 12, 13, 14.
Concentricamente alle parti 3 e 5 del cilindro centrale e solidali ai dischi 12 e 14, sono montati degli involucri metallici 15, 16 in sottili fogli di metallo buon conduttore mantenuti nel loro sviluppo da rinforzi 17, 18, collegati da traversine 19 alle aste centrali 2.
I rinforzi 17, 18 e le traversine 19 sono avvolti da fili in rame in modo da costituire dei solenoidi, che sono alimentati da un generatore di corrente elettrica 20, batteria o altri generatori disposti all’interno della parte centrale 4 del cilindro centrale. La corrente potrebbe essere fornita da onde elettriche o da un filo conduttore.
I rinforzi 17 e 18 come le aste centrali 2 sostengono esternamente delle masse magnetiche 21 che formano degli elettromagneti.
Durante il funzionamento, il disco 13 sarà la sede di un campo positivo e i dischi 12 e 14 saranno la sede di un campo negativo.
Dato che lo stato elettrico dell’atmosfera non è stabile e può variare, abbiamo previsto sull’apparecchio un dispositivo che permette di cambiare i collegamenti dei solenoidi induttori 17, 18, 19, in modo che se necessario, i dischi 12 e 14 possono essere sede di campi di polarità contrarie in modo che l’apparecchio presenti sempre dei campi magnetici tali che siano sempre soggetti ad un’attrazione da parte delle forze elettriche dell’atmosfera ed alla repulsione del magnetismo terrestre.
Riassunto
Metodo e apparecchio per mantenere un corpo in sospensione nell’atmosfera e che consiste nella produzione, in sottili fogli buoni conduttori e in magneti opportunamente disposti nell’apparecchio, di campi magnetici, reversibili a volontà nei loro sensi e direzione tali da essere soggetti all’attrazione dall’atmosfera e alla repulsione dalla terra. La corrente necessaria sarà fornita da una batteria o altro generatore montato nel dispositivo o anche da un filo conduttore o onde elettriche.”
Immagine 3. Il progetto di Louis Rota
INIZIO
Tutto ebbe inizio con un articolo pubblicato sul quotidiano francese “Le Matin” del 15 settembre 1915.
Immagine 4: Du Jules Verne en action
Jules Verne in azione
Marsiglia, 13 settembre. – Dall’inviato speciale di “Matin”. – Attualmente residente nella nostra città un ingegnere italiano ha fatto una scoperta sbalorditiva e che ha risolto il problema di trattenere, assolutamente immobile, un corpo nello spazio.
Il professor Louis Rota – questo è il suo nome – ha inventato un apparato che trionfa sulla legge di gravitazione ed è in grado di tenere immobile in aria ad un’altezza di cinquecento, seicento, anche 1000 metri, un peso considerevole.
È possibile muovere questo apparato a una velocità prodigiosa in qualsiasi direzione e può essere fermato in qualsiasi punto, si capisce, senza un motore meccanico di alcun tipo, semplicemente utilizzando onde hertziane.
Il principio della presente invenzione si basa su di una ripartizione speciale di forze elettrostatiche e magnetiche che consentono forze di attrazione e repulsione sufficienti a mantenere l’apparato sospeso, immobile ad un’altezza variabile da 400 a 1000 metri per molte ore, quaranta o più. Se la velocità del vento è inferiore a 14 Km / secondo, l’apparato rimane nello stesso punto. Nel caso in cui il vento sia più forte, l’apparato può sollevarsi più in alto del vento e rimanere immobile.
Sono già stati fatti esperimenti che hanno già dato risultati. Uno di questi è stato realizzato a Marsiglia con un apparato a forma di sigaro lungo 4 metri e diametro 75 cm del peso di 95 chili. Può sollevare 45 chili e rimanere 24 ore in aria. Si spostava di 200 chilometri dal punto di partenza e poteva andare da Marsiglia a Parigi (653 chilometri in linea diretta) in 3 ore e da Parigi a Torino (585 chilometri) in due ore e un quarto.
Un altro articolo, il cui testo in italiano è molto simile a quello in francese, è stato pubblicato dal “Corriere della Sera” nella stessa data del 15 settembre del 1915.
Immagine 5: Articolo pubblicato dal “Corriere della Sera” in data 15 settembre 1915.
Immagine 6: L’apparecchio di Louis Rota.
Immagine 7: “Legge di gravità conquistata da un Italiano”….
E da un quotidiano Americano
Legge di gravità conquistata da un italiano
Louis Rota, un ingegnere italiano, ha risolto il problema di tenere un oggetto immobile nello spazio, secondo il corrispondente per il Petit Parisien di Marsiglia. Rota è accreditato di aver costruito un apparecchio che, per azione della corrente elettrica, può sollevarsi a un’altezza da 2000 a 3000 piedi e mantenersi immobile, o spinto in qualsiasi direzione a una velocità superiore a 100 miglia all’ora.
L’apparecchio del Rota è a forma di fuso, lungo 12 piedi e 2 piedi di diametro e può trasportare un peso di 90 libbre. Si dice che rimanga immobile in un vento di notevole velocità, ma se il vento diventa molto forte si alza automaticamente fino a raggiungere una regione più calma dell’aria. L’invenzione si basa su reazioni ottenute dalle forze elettromagnetiche dell’atmosfera.
L’OBLIO
A queste notizie, però, non seguì nessuna ulteriore conferma ed anche la memoria di quei fatti straordinari, col trascorrere del tempo, svanì.
In realtà Louis Rota è stato un personaggio poliedrico che nell’arco della sua vita di ricercatore si è misurato con molti aspetti della Scienza, ottenendo, a suo dire, risultati sperimentali di notevole portata.
Non potendo in questa sede descrivere compiutamente i particolari delle sue Ricerche, per questioni di spazio, ci limitiamo ad elencare quali sarebbero state le sue scoperte:
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Tutta la materia è formata da correnti universali.
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Ciascuna corrente universale ha esclusive proprietà specifiche e sono almeno in numero di 361.
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Ogni elemento chimico è costituito da un gruppo diverso di correnti universali; il rame, per esempio, è formato da quattro di queste correnti.
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Se un elemento è esposto a una delle sue correnti costitutive, l’elemento si disintegra, non in modo esplosivo ma gradualmente o più rapidamente a seconda dell’intensità della corrente universale.
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Le correnti costitutive sono tenute insieme da una “forza di coesione” che è legata alla gravità, ma diversamente dalla gravità questa forza è polare.
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La grande forza polare della coesione è sprigionata quando un elemento viene dissolto da una corrente costitutiva e può attirare o respingere la gravità ordinaria.
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L’elettromagnetismo è formato da cinque correnti universali tenute insieme dalla forza di coesione, tre per il magnetismo e due per le forze elettrostatiche.
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La polarità elettromagnetica nasce dalla polarità della forza di coesione.
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L’elettromagnetismo si può separare nei relativi componenti della corrente universale, sprigionando la forza di coesione.
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Le proprietà della corrente universale sono fortemente coinvolte nei processi vitali. I processi vitali separano la materia nei relativi componenti della corrente universale.
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In genere i comuni strumenti fisici non sono in grado di rilevare direttamente le correnti universali; vengono captati solo i componenti legati dalla forza di coesione, ad esempio magnetismo, elettricità e quantità di moto.
Certamente, oggi, alla luce delle moderne conquiste della Scienza, queste “scoperte” ci lasciano piuttosto perplessi, ma a quel tempo sicuramente avevano grande effetto e le persone comuni consideravano questa meraviglia la conseguenza logica del progresso scientifico considerato allora capace di qualsiasi “magia”.
(Fiorenzo Zampieri)
Se non altrimenti specificato, le immagini sono state fornite dall’autore.
Immagine 8: Il laboratorio e l’incredibile macchina di Louis Rota (Wikipedia)