Ripi (FR) – Sembrava fosse la terra a bruciare, o meglio, l’acqua di un piccolo fiumiciattolo. Quando i vigili del fuoco sono arrivati nel punto segnalato in cui sembrava essersi scatenato l’inferno, neanche i loro esperti occhi riuscivano a capire come potesse una vegetazione così rada, essere combustibile tale da alimentare fiamme così alte e capaci di produrre un fumo così denso.
Quando hanno scoperto che ad alimentare quelle fiamme era petrolio greggio, la domanda a cui hanno dovuto rispondere era: come ha fatto il petrolio ad arrivare fin nel cuore della Ciociaria?
La zona, tra Ripi e Strangolagalli a Frosinone, è un po’ un piccolo Texas della provincia. Il sottosuolo conserva un piccolo giacimento di petrolio di cui si conosce l’esistenza da tantissimi anni.
Dopo aver spento l’incendio, i pompieri diretti dal Funzionario di guardia Mario Di Giorgio, hanno scoperto che il greggio arrivava proprio da una tubatura che portava il petrolio estratto alla cisterna. A quel punto si è trattato di limitare i danni all’ambiente. Il petrolio, infatti, si era incanalato in un piccolo ruscelletto ed è stato lì che si è concentrato l’intervento dei vigili, per evitare che la macchia nera si propagasse ulteriormente. Forse qualche migliaio di litri dispersi nelle campagne ma la coincidenza dell’incendio, proprio in occasione della rottura della tubatura, sembra un caso fin troppo sospetto per non pensare che le due cose non siano accidentali.
E’ su questo che si concentra il lavoro degli investigatori.
(Ermanno Amidei – www.ilpuntoamezzogiorno.it)