Un’altra astronave aliena sulla Luna?
Dopo quella relativa alla clamorosa bufala circolata sulla rete cinque anni fa, secondo la quale la NASA avrebbe addirittura fatto partire negli anni ’70, destinazione Luna, la fantomatica missione congiunta USA-URSS denominata “Apollo 20”, proprio per recuperare l’astronave e i cadaveri dei suoi occupanti alieni; ecco che è saltata fuori un’altra foto, scattata sul lato nascosto del nostro satellite, in cui sembrerebbe (in condizionale è d’obbligo) di vedere un oggetto apparentemente non naturale adagiato sul bordo di un cratere.
Vale la pena ricordare che circola su internet addirittura un video in cui si vedono le fasi del ritrovamento dell’astronave e del recupero dei cadaveri di entità umanoidi. I video (ce ne sono più di uno), vennero caricati su Youtube il 1 aprile del 2007 (e già la data dovrebbe spiegare tutto!), ma, alla fine, sia ricercatori ortodossi che “di confine”, dimostrarono inconfutabilmente che si trattava di falsi clamorosi.
Ora tocca al ricercatore e astronomo dilettante Scott C. Waring che, analizzando alcune delle tantissime immagini lunari provenienti dalle missioni Apollo e disponibili negli archivi (anche in rete) della Nasa, ritine di aver individuato una strana anomalia.
Secondo Scott Waring si tratterebbe di una astronave aliena.
La presunta nave aliena, secondo lo studioso, avrebbe una lunghezza di oltre 10 km e si troverebbe adagiata nel bordo esterno del cratere Waterman, molto vicino a un altro cratere, il Tsiolkovskiy dal diametro di 185 km.
Il cratere Waterman, che deve il nome al fisico statunitense Alan Tower Waterman, si trova sul lato nascosto del satellite, poco più a sud del cratere Tsiolkovskiy e ad nord-est del cratere Neujmin.
Guardando le immagini sembrerebbe che, in effetti, qualcosa di strano ci sia per davvero sul bordo del cratere. Ma potrebbe benissimo trattarsi di un semplice gioco d’ombre.
Oppure del fenomeno pareidolia (dal greco είδωλον, immagine, col prefisso παρά, simile), ovvero l’illusione subcosciente che tende a individuare forme note e familiari, come oggetti o profili traendole da immagini caotiche e casuali.
Ma lasciamo, come sempre, ai lettori del sito, la libertà (e l’invito) a farsi un idea da soli in merito a questa vicenda.
Le foto studiate da Scott Waring sono scaricabili dal sito del Lunar and Planetary Institute (LPI).