PATRICA (FR), DOVE OSANO LE AQUILE…..
IL NIDO DELLE AQUILE IMPERIALI DEI DE’ CECCANO
di Mario Tiberia
Un sabato mattina qualunque di primavera, io ed il mio amico Giancarlo Pavat, noto ricercatore e scrittore, abbiamo deciso di fare una passeggiata in montagna, per respirare dell’aria salubre e frizzantina e goderci il primo sole primaverile….. ma dove potevano andare a passeggio, due incalliti ricercatori di misteri come noi ???
Naturalmente a spasso per la vecchia Contea de’ Ceccano e precisamente a Patrica (FR)!!!
Guarda caso le nostre ricerche ci hanno portato in questo paese arroccato sulla montagna che ha tutta l’aria di essere un avamposto, per il controllo della sottostante valle del fiume Sacco; infatti dall’alto del suo centro abitato si domina l’intera vallata da Nord a Sud fino al passaggio fra le due catene montuose, corrispondente alla attuale SS 156 dei Monti Lepini e verso Est fino agli Appennini.
Un posto molto bello, lontano dalle vie trafficate, vi è una sola strada per salire e per scendere …. E poi piu’ nulla… solo il paese che conserva il suo aspetto di avamposto fortificato, con i resti ben visibili, della cittadella medievale costruita nel punto piu’ in alto di uno sperone di roccia calcarea a strapiombo…..( come a Ceccano il castello..) irraggiungibile ed inespugnabile da chiunque….. il nido delle Aquile Imperiali dei dè Ceccano!
(Un aquila nel cielo di Patrica…è quella del Monumento ai caduti in piazza Vittorio Emanuele II)
Passeggiando fra i vicoli del paese, in compagnia del Vice sindaco Angelo Gatti, il quale lo ringraziamo pubblicamente per la sua cortese disponibilità e la sua calda accoglienza, abbiamo notato subito qualcosa di strano nell’impianto della cittadella che sotto le attuali forme ottocentesche, conserva la sua originaria architettura medievale; prima di tutto i materiali di costruzione, anzi il materiale medievale per eccellenza….
(Foto di apertura: panorama di Patrica (FR). Foto sopra: Mario Tiberia , a dx , ed il vicesindaco Angelo Gatti, all’interno del campanile della chiesa di S. Giovanni a Patrica)
Ovvero quel tufo nero peperino, duro, spartano che tanto piaceva ai nobili de’ Ceccano e poi ecco comparire portali con archi gotici a sesto acuto, finestre ed ingressi di antiche botteghe di arti e mestieri scomparsi nella notte dei tempi e poi simboli, tanti simboli…come per magia riaffiorare l’antica sapienza perduta dei nobili cavalieri de’ Ceccano… dalla autorevole Aquila Imperiale !
(Foto sopra: interno della navata della chiesa di S. Giovanni a Patrica)
Quando si parla di simboli, ovviamente ci si riferisce a quelli esoterici, il cui significato è sinonimo di una sapienza perduta che le antiche civiltà possedevano ed hanno trasferito ai posteri, sotto le celate spoglie di graffiti e simboli di vario genere a seconda delle religioni e delle epoche.
Nei vicoli di Patrica si trovano dei bei portali con i relativi stemmi delle famiglie nobili di appartenenza, molto simili a quelli che si trovano nel centro storico di Ceccano, come a voler rimarcare il legame di appartenenza all’ antica contea, ma la cosa che piu’colpisce l’attenzione e l’occhio esperto del ricercatore sono i simboli dissimulati nei portali stessi, anzi in qualche caso posti molto bene in risalto, scolpiti in bella vista a modo di fregio architettonico, appunto per farli notare a tutti.
(Foto sopra e sotto: il Fiore della Vita individuato da Pavat su chiave di volta di un portone in corso Repubblica a Patrica)
“Il “Fiore della Vita” individuato in Corso della Repubblica è decisamente interessante” ha spiegato Pavat “pur essendo indiscutibilmente ottocentesco, come si evince dalla data A DM (cioè “Anno Domini”) 1801 sulla chiave di volta sottostante, ricalca la versione “classica” di questo simbolo, che veniva realizzata soprattutto nel Medio Evo. Ovvero quella perfettamente geometrica, disegnata con un compasso, formata da sei circonferenze che intersecandosi tra loro “creano” i sei petali, a loro volta inscritti in un settimo cerchio. E’ chiaro che chi ha voluto quel simbolo sopra l’ingresso del proprio palazzo era perfettamente a conoscenza delle sue valenze simboliche apotropaiche ed esoteriche. Che evidentemente, a Patrica si erano tramandate dal Medio Evo attraverso i secoli. Qualcosa di simile è stato individuato dal cosiddetto “Dream Team del Mistero” anche a Ceccano, durante il sopralluogo del 6 febbraio 2016 assieme al vicesindaco Massimo Ruspandini e ad altri ricercatori locali;
(Nella foto sopra: il “Fiore della Vita” classico su una chiave di volta nel centro storico di Ceccano- FR)
(Foto in alto: una Croce incisa su un muro lungo la salita che porta a Palazzo Spezza nel centro storico di Patrica).
Ma a Patrica si sono pure altre simbologie: “Croci Templari”, Aquile Imperiali, Conchiglie dei Pellegrini del Cammino di Santiago di Compostela e per finire le classiche “Rose Templari a cinque petali“.
(Foto sopra; una Conchiglia di S. Giacomo scolpita sopra un portone a Patrica. Foto sotto: uno dei mascheroni del Palazzo dei Conti Spezza, sempre a Patrica)
e….. ovviamente anche tanti mascheroni, solo un po piu’ allegri e non minacciosi e terrificanti come quelli di Ceccano.
Salendo per le ripide scalinate, fino agli angoli piu’ remoti dei pittoreschi vicoletti del paese che rivela tutta la sua origine medievale, ci siamo imbattuti, lungo la gradinata di vicolo di piazza che da piazza Vittorio Emanuele II conduce alla grande Chiesa di San Pietro, in un portale semplice nell’aspetto, ma sorprendente per cio’ che vi è nascosto sotto la sua chiave di volta… ovvero un cuore scolpito all’interno di un quadrato, ben nascosto ed invisibile agli occhi dei passanti, ma non a quelli di due ricercatori come noi abituati a guardare nei posti irraggiungibili !
(Foto sopra e sotto: il Cuore scolpito nella parte inferiore e poco visibile di una chiave di volta in vicolo di piazza a Patrica)
Continuando nella nostra passeggiata verso il punto piu’ alto del paese abbiamo notato un simbolo sconosciuto, inciso su uno stipite in pietra di un antico portale che sembra essere una lettera forse di un altrettanto antico alfabeto o codice; questo simbolo, guarda caso, si trova proprio nello stretto vicolo che porta alla maestosa chiesa di San Pietro Apostolo… casualita’ ?
(Foto sopra: la Chiesa di S. Pietro a Patrica. Foto sotto: lo Stemma pontificio sulla facciata della chiesa di S. Pietro)
Ed ecco finalmente apparire tra i tetti delle case, la imponente figura della chiesa di San Pietro, arroccata sulla sommita’ come per dominare l’intero abitato; si tratta di una grande chiesa dalle forme ottocentesche che al suo interno, conserva i resti delle pre-esistente chiesa medievale dedicata al culto del famoso Apostolo, ma anche nei suoi muri esterni troviamo tracce del passato medievale che riaffiorano, ben visibili, sotto forma di un arco di ingresso con relativa colonna ornata di un capitello con fregio!
…. E non basta …. Prima di quella ne abbiamo visitata un’altra di chiesa che dietro la sua apperente facciata barocca, nasconde il vecchio campanile di stile Romanico di cui rimane soltanto una stupenda scala a chiocciola scolpita interamente a mano nella dura pietra , da qualche abile Mastro scalpellino del Medioevo!
Quante sorprese ci ha riservato questa giornata a Patrica, il piccolo centro all’apparenza tranquillo ha stuzzicato il nostro interesse, al pari dell’aria frizzantina di montagna che stuzzica l’appetito, ma il nostro è un appetito ben diverso… è l’interesse per i misteri… misteri di un passato medievale che Patrica cela sotto le sue spoglie piu’ moderne… un passato glorioso però che riaffiora prepotentemente dai suoi edifici religiosi e civili, il tutto riferito a quella potente e misteriosa famiglia dei dè Ceccano, la cui storia è legata a doppio filo con i mitici Cavalieri Templari ed ai loro simboli di marcatura dei luoghi !
….. Ma non è tutto…. Perché in centro così piccolo si trova una chiesa di quelle proporzioni e dedicata al culto di San Pietro Apostolo e che risulta essere la più grande di tutta la Diocesi di Frosinone???
(Foto sopra: campanile della grande chiesa di S. Pietro a Patrica)
Troppo maestosa per il luogo in cui si trova e poi questo culto per l’Apostolo Pietro che ricorre a Ceccano e troppo spesso in tutta la vecchia Contea….mistero…. si proprio una strana coincidenza… il tutto porta verso una unica direzione, una unica teoria tanto fantasiosa quanto probabile, quella da far supporre un ipotetico passaggio del Santo Apostolo nella vecchia Contea, fantasia ?
Si effettivamente… irreale….. ma per noi ricercatori il confine tra la fantasia e la realtà è molto sottile… molte volte ciò che è fantasioso si rivela essere realtà… a tale proposito non dimenticate che la vecchia Contea dei dè Ceccano era il punto di passaggio dei Pellegrini diretti in Terra Santa, dato che nell’attuale città balneare di Terracina vi era un importante porto dei Cavalieri Templari (come ha spiegato in maniera approfondita Giancarlo Pavat nel suo libro “Nel Segno di Valcento” edizioni belvedere 2010) da cui si partiva per Gerusalemme e per le crociate. Tale porto era già usato al tempo dei Romani , i quali lo avevano costruito per lo stesso scopo cioè per andare nelle colonie del Mediterraneo orientale con le loro galere.
(Sopra: lo Stemma dei Conti di Ceccano)
Quindi… se il Santo fosse approdato sulla nostra costa e transitato per quella che sarebbe diventata poi, la via dei Pellegrini che attraversava la Valle Latina ,per giungere fino a Roma ?
(Foto sopra: un’altra aquila scolpita su una chiave di volta a Patrica…ricorda quella imperiale dei de’ Ceccano)
Anzi di piu’…e… se la stessa via di pellegrinaggio fosse stata creata proprio dal suo passaggio ?
Se migliaia di pellegrini percorrevano questa via appunto perché tracciata dal Santo quando arrivò dalla Terra Santa ?
Tutte queste teorie spiegherebbero perché nella vecchia Contea, ci sono così tante chiese dedicate al culto San Pietro Apostolo….
…Ma questo… è un altro mistero che analizzeremo e di cui parleremo in seguito… sennò che mistero sarebbe…..
SEMPER SURSUM CORDA ET AD MAIORA !
(Mario Tiberia).
Tutte le foto sono di Giancarlo Pavat.
(Foto sopra: Palazzo Spezza a Patrica)