L’Arca dell’Alleanza: oggetto sacro oppure tecnologia… “aliena”? di Roberto Volterri

 

Immagine di apertura; L’Arca dell’Alleanza, affresco del XIII secolo della Cripta della Cattedrale di S. Magno ad Anagni (FR) – foto G. Pavat 2006

 

L’Arca dell’Alleanza: oggetto sacro oppure tecnologia… ‘aliena’ ?

   di Roberto Volterri

 

“…e il santuario del tempio di Yahweh che

è in cielo fu aperto, e l’Arca del suo patto

fu vista nel suo tempio.

E ne seguirono lampi e voci e tuoni e

un terremoto e grossa grandine…”

    (Giovanni, Apocalisse, 11-19)

 

 

Deserto del Negev.

Monte Sinai. Alba di un giorno del  XIII secolo  a.C.

 

“ Mosè, vai e parla ai figli di Israele !

Dì loro che devono fare un’Arca di legno

d’acacia, la sua lunghezza di due cubiti e mezzo

e la sua larghezza di un cubito e mezzo e la sua

altezza di un cubito e mezzo…”

 

E Mosè parlò e istruì Bezalel e il suo popolo nella piana di Refidim…

 

“…Quest’Arca fatta era dello stesso prezioso legno di Setim, ma dentro e fuori vestita di fino oro…Un intaglio massiccio d’oro fatto a corona sorgeva, e correva intorno a tutto il suo labbro. Serravala un coperchio  piano pur tutto d’oro, su cui due Cherubini dello stesso metallo l’un contro l’altro su due estremi della lunghezza erano collocati…”.

 

Inizia così la descizione dell’Arca dell’Alleanza che troviamo, oltre che in Esodo XXV,10, anche in un mio interessante volume del 1780,   L’Istoria Santa dell’Antico Testamento “, sul quale ho indagato alla ricerca di ‘anomali’ spunti di ricerca su  strumenti, apparecchi, oggetti cultuali appartenenti alla tradizione ebraica che, visti in un’ottica più moderna, sembrerebbero suggerire l’esistenza di ‘anacronistiche conoscenze tecniche‘…

 

2. Immagine sopra: Mosè, ispirato dall’Altissimo, descrive come deve essere realizzata l’Arca dell’Alleanza.

 

Da un punto di vista pratico, la descrizione che abbiamo dell’Arca non può non farci subito pensare ad un condensatore elettrico di grande capacità, costituito da due armature (le lamine d’oro all’interno e all’esterno) separate da un dielettrico (il legno di Setim, cioè d’acacia), assimilabile quindi ad una sorta di gigantesca ‘Bottiglia di Leida’ in grado di accumulare grandi, e a volte pericolose, quantità di elettricità statica.

 

3. Immagine sopra: Dalle descrizioni bibliche si evince che la struttura dell’Arca assomigliava molto ad un condensatore elettrico con due armature metalliche (le lamine d’oro) separate da uno strato isolante (il legno di Acacia)

  1. Immagine sopra: Le “Pile di Leida” sono dei condensatori elettrici ideati nel 1746 e realizzati come forse era costruita l’Arca dell’Alleanza: due “armature” metalliche (l’oro) separate da un materiale isolante (il legno). Potevano accumulare elettricità anche ad alta tensione, come i moderni condensatori usati nei circuiti elettronici.

 

 

Infatti…

 

“…Uzza stese ora la mano verso l’Arca del vero Dio e l’afferrò…allora l’ira di Yahweh divampò contro Uzza e il vero Dio lo abbattè lì per l’atto irriverente così che morì lì presso l’Arca…”

( Secondo Libro di Samuele VI,7 ).

Il povero e ignaro Uzza aveva infatti avuto la non brillante idea di sostenere l’Arca che stava per cadere dal carro con il quale Davide, con l’aiuto proprio dello sventurato Uzza e di Ahio, figli di Abinadab, la stava trasportando nella casa di Obed-Edom. L’averla toccata, verosimilmente in un punto ad alto potenziale elettrico rispetto a terra, aveva fatto sì che il suo corpo fosse attraversato da una scarica elettrica che lo aveva fulminato. Almeno così sembrerebbe potersi desumere dalle descrizioni veterotestamentarie.

5. Immagine sorpa: “Uzza stese ora la mano verso l’Arca del vero Dio e l’afferrò…allora l’ira di Yahweh divampò contro Uzza…”

 

Proseguiamo, rimanendo per ora sull’ipotesi più diffusa, quella cioè che vedrebbe nell’Arca un apparato elettrico…

“…E devi fare un coperchio di oro puro…E devi fare due cherubini d’oro…Dovete fare i cherubini sul coperchio, alle sue due estremità…” ordina ancora dall’alto l’Eterno a Mosè. E Mosè fece realizzare una struttura che farebbe pensare a due elettrodi contrapposti (le ali dei cherubini) con la funzione di scaricatori dell’elettricità statica accumulata dalle due superfici metalliche d’oro separate dal legno d’acacia, a seconda delle necessità tecniche …del  progettista.

6. Immagine sopra: La classica raffigurazione dell’Arca dell’Alleanza

7-8. Immagini ai lati; Altro che Indiana Jones……Un’Arca dell’Alleanza molto… sperimentale  ma poco biblica realizzata dal professor Volterri ricorrendo alla tecnologia: un generatore elettronico di alte tensioni (circa 15.000 Volt) collegato a due elettrodi metallici sagomati come “cherubini”, tra le ali dei quali scocca una scintilla. Forse il povero Uzza toccò sul serio gli “elettrodi” della vera Arca…

 “…E lì per certo mi presenterò a te e ti parlerò di sopra il coperchio…” , continua Yahweh, l’Eterno, facendo intendere a Mosè che l’apparato che gli ha insegnato a costruire fungerà come mezzo di comunicazione con l’Altissimo?

Infatti “…ogni volta che Mosè entrava nella tenda di adunanza per parlare con lui (Yahweh. N.d.A), udiva quindi la voce che conversava con lui di sopra il coperchio che era sull’Arca della Testimonianza, di fra i due cherubini, e gli parlava…”, leggiamo in Numeri VII, 89.

Ma allora, perché l’Eterno ordinò di tenersi a debita distanza dall’Arca?

“…Appena vedrete l’Arca del Patto di Yahweh…la dovrete seguire, solo ci sia tra voi ed essa una distanza di duemila cubiti; non vi avvicinate ad essa…” troviamo infatti in Giosuè III,3.

 

Forse, quando funzionava, sviluppava un’energia (elettrostatica?) pericolosa per chi non sapesse usarla con le giuste precauzioni?

Tentiamo ora di indagare anche in un’altra direzione…
Vorrei infatti proporre all’attenzione dei lettori una mia personalissima ipotesi derivante da una diversa ‘lettura’ della struttura dell’Arca dell’Alleanza desunta dalle descrizioni bibliche.
Intendiamoci: ciò che esporrò vuole costituire unicamente un diverso filone di ricerca, un diverso stimolo per i lettori de Il Punto sul Mistero, un ulteriore…dubbio in base al quale cercar di portare un po’ più avanti la Conoscenza. Non è, non può essere, non intende essere una mia certezza

Dunque l’Arca era costituita da una parte in legno d’acacia (quindi materiale organico) rivestito all’interno da una lamina d’oro (quindi materiale conduttore di elettricità).

All’esterno mostrava un’altra ricopertura d’oro (ma su questo punto tornerò più avanti).

L’Arca, inoltre, veniva coperta, soprattutto quando era conservata all’interno del Sancta Sanctorum, con paramenti sacri costituiti da stoffe di lana (e anche questo aspetto sarà analizzato più avanti).

“…L’accumulatore orgonico consiste in un involucro di materiale organico (legno). La parete di questo contenitore è internamente rivestita con lamiera di ferro sottile…Il numero degli strati, ciascuno consistente in materiale organico all’esterno e in metallo all’interno, può essere aumentato…In tal modo gli strati possono essere parecchi…” sosteneva, alla fine degli anni Quaranta, il contestato psichiatra americano Wilhelm Reich nel suo  La biopatia del cancro”.

 

9. Immagine sopra: Il dottor Wilhelm Reich ideatore dei cosiddetti Accumulatori Orgonici, per molti versi simili alla struttura dell’Arca dell’Alleanza così come ci viene tramandata dai testi biblici.

In questo volume egli descriveva la struttura del suo “Accumulatore Orgonico”, un dispositivo cioè in grado di accumulare e restituire una forma di energia, l’orgone atmosferico, da lui ipotizzata e che si sarebbe potuta utilizzare in vari campi, compreso quello terapeutico.

10. Immagine sopra: Accumulatori Orgonici disponibili in commercio, utilizzati anche a fini terapeutici

 Energia ‘orgonica’ assimilabile, forse, all’altrettanto discussa energia ‘pranica’?

In realtà, né la sua teoria ‘orgonica’ né Reich stesso ebbero vita facile.
Lo psichiatra finì i suoi giorni il 3 novembre 1957 nel carcere di Lewisburg (USA) per aver brevettato e diffuso i suoi Accumulatori Orgonici, frutto dei suoi studi compiuti anche nei laboratori appositamente allestiti a Rangeley, nel Maine. Ciò, nonostante lo stesso Albert Einstein avesse preso in considerazione le sue teorie e sperimentato un  Accumulatore Orgonico’, pur pervenendo a risultati in buona parte contrastanti con le teorie dello psichiatra  ‘eretico’.

Eretico o… mal compreso ?.

Quel che è certo è che la stessa figlia di Reich, Eva, ebbe a dichiarare che il padre “…commise l’errore di offrire le proprie scoperte al governo statunitense e, dopo aver fatto tanto, fu perseguitato, fu imprigionato, morì in carcere vittima di una cospirazione per occultare le scoperte rivoluzionarie dell’orgonomia e la verità sugli UFO …”. More solito

11-12. Immagini sopra e sotto: A sinistra il libro su quelli che ai tempi di Wilhelm Reich si chiamavano “Dischi volanti. A destra il recente libro di Roberto Volterri su inquietanti tracce e testimonianze rintracciabili in antichi dipinti.

Le teorie, le idee di Wilhelm Reich sono, comunque, oggetto di studio di moltissimi ricercatori, anche italiani, con il gruppo dello psichiatra Luigi De Marchi (1927 – 2010) in testa, che non si sono certamente fermati di fronte al vecchio diktat della Federal Food and Drug Administration americana. Vedremo…

Torniamo ora al confronto tra la struttura dell’Arca dell’Alleanza e l’Accumulatore Orgonico di Reich.

Questi sosteneva che il funzionamento del suo ‘accumulatore di energia orgonica’ era legato anche a fattori di natura termica…

 ”…la cassetta [dell’Accumulatore] , insieme con la custodia del termometro erano in una seconda scatola ;…coprii il tutto con una coperta di lana…Naturalmente – per trattenere il calore prodotto (necessario al buon funzionamento dell’Accumulatore) – l’ambiente di misurazione va protetto contro la bassa temperatura esterna…”.

 “…E devi fare una cortina di filo turchino e lana tinta di porpora rossiccia e fibre di colore scarlatto e lino fine ritorto…E devi… portare l’Arca della testimonianza là, dentro la cortina…”

impose, tre millenni prima, Yahweh, a Mosè, insieme ad un’altra miriade di complicate istruzioni i cui particolari potrete trovare  in Esodo XXV, XXVI e seguenti; istruzioni che potrebbero essere anche analizzate in un’ottica ‘tecnologica’…

È un caso che anche il Tabernacolo contenente l’Arca dell’Alleanza dovesse essere coperto con appositi paramenti di  lana e altre fibre tessili : semplici ornamenti o anche accessori atti a creare una sorta di isolamento termico per mantenere l’Arca  a temperatura costante?

13. Immagine sopra: Stupendi paramenti di  lana e altre fibre tessili avevano scopo ornamentale oppure contribuivano all’ottenimento di particolari prestazioni di carattere fisico dall’Arca dell’Alleanza e altre strane strutture contenute nel Tabernacolo?

Lo strato di lamina d’oro posto all’esterno costituiva solo un abbellimento o aveva anche una sua precisa funzione?

Stiamo avanzando soltanto azzardatissime ipotesi?

Può darsi, però credo che l’argomento meriti uno studio più approfondito.

Continuiamo…

Sempre dall’esame dell’opera di Reich si evince inoltre che nell’Accumulatore Orgonico potevano svilupparsi tensioni elettrostatiche che raggiungevano anche i 780 volt, più che sufficienti – nel caso stessimo parlando… dello stesso ‘strumento’ – a fulminare sia lo sfortunato Uzza, sia Nadab e Abihu, i due figli di Aronne!

Wilhelm Reich – nato nel 1897 in Galizia da un’agiata famiglia di origine ebraica – per i suoi studi si ispirò forse alle descrizioni bibliche, perfezionando l’apparato descritto nel Vecchio Testamento in base a ‘eterodosse’ conoscenze di fisica?

L’Arca dell’Alleanza fu realizzata solo a fini religiosi, cultuali o rappresentò anche uno strumento in grado di produrre intensi effetti fisici, forse anche terapeutici?

Ci stiamo avventurando su un terreno ‘a rischio’?

Può darsi, però le non poche analogie invitano a…proseguire nella ricerca!

Vorrei, infatti, fornire ora ai lettori altri, inediti e intriganti spunti di ricerca.

Grazie alla cortesia e alla collaborazione di un caro amico, Arie Ben Nun, grande esperto di misticismo ebraico, in passato ho finalmente potuto studiare – consultando un ormai irreperibile testo in lingua francese di Mochè Levine, intitolato “Le Tabernacle ”, arricchito da uno splendido apparato iconografico – come potevano essere costituiti alcuni oggetti di culto della religione ebraica, compresi l’Arca dell’Alleanza e il Pettorale del Gran Sacerdote, il kohèn gadòl cui era riservato l’ingresso nel Sancta Sanctorum.

 

14. Immagine sopra: “Le Tabernacle ” di Mochè Levine contenente stupende immagini degli oggetti sacri descritti nei testi biblici.

 

Non tornerò ora sulla struttura generale dell’Arca, poiché abbiamo già visto come essa era stata realizzata da Bezalel in base alle istruzioni ricevute…dall’ alto, ma mi soffermerò su alcune strutture simili all’Arca, a loro volta conservate nel Tabernacolo, che sposterebbero ancora l’attenzione più sull’ipotesi Accumulatore Orgonico che su quella che individua nell’Arca un Condensatore Elettrico di grande capacità.

“…E formerai ancora d’oro purissimo le scodelle e le caraffe, i turiboli e le coppe, onde offerire le libagioni e sulla mensa terrai sempre esposti davanti a me i pani della proposizione…”

 

… ordina l’Eterno a Mosè (Esodo XXV, 29).

E Mosè fece realizzare, secondo l’interpretazione rabbinica di Mochè Levine, anche l’altro contenitore che vediamo raffigurato in questo articolo e che era destinato a contenere i cibi destinati ai sacerdoti per i rituali e altri oggetti ‘sacri’, insieme a “…l’Arca del patto ricoperta d’oro da ogni parte, nella quale erano altriuna giara d’oro contenente la manna e la verga di Aronne che germogliò e le tavolette del patto…” troviamo infatti in Ebrei IX,4.

15. Immagine sopra: “…E formerai ancora d’oro purissimo le scodelle e le caraffe, i turiboli e le coppe…” (Esodo XXV, 29).

 Ciò farebbe pensare ad apparecchi in grado di esercitare un’influenza (‘orgonica  o d’altra natura?) da parte del contenitore (l’Arca o l’altra, simile, struttura) sul contenuto (i pani, la ‘manna’, la ‘verga’ di Aronne che germogliò inaspettatamente) più che ad apparati per accumulare elettricità statica, cosa questa incompatibile con la presenza, all’interno dell’altro ‘apparecchio’,  dei piatti con profilo trapezoidale, in oro puro, e della struttura metallica sostenente i piatti stessi.

16. Immagine sopra: Il germogliare della Verga di Aronne in un’antica stampa.

Ma allora, quale poteva essere, in base a questa ipotesi, la funzione ‘tecnica’, non ornamentale, dei due cherubini posti sul Propiziatorio?

Confesso di non saper dare, al momento, una esaustiva e definitiva spiegazione in merito: inviterei perciò i lettori a considerare, unicamente come ipotesi di lavoro, l’idea che l’Arca fungesse da accumulatore forse di elettricità statica oppure di quella energia che Wilhelm Reich definiva ‘orgonica’, e di  trovare, in quest’ottica, una  razionale giustificazione della presenza degli apparati, degli accessori e delle strutture interne ed esterne che, secondo il rabbino Levine, costituivano questo strano e prezioso oggetto.

Oggetto rituale che tanta importanza ebbe nella storia ebraica dei millenni passati e che ancor oggi suscita tanto interesse soprattutto tra gli archeologi di non strettissima osservanza, propensi perciò a prendere in seria considerazione la possibilità che essa si trovi ad Axum, in Etiopia, oppure a Gerusalemme, presso la Moschea di Omar.

17. Immagine sopra: In una cappella di questa chiesa dedicata a Nostra Signora Maria di Sion, ad Axum, dovrebbe essere conservata la vera Arca dell’Alleanza…

 Per concludere questo articolo vorrei ora accennare ad una diversa, altrettanto originale, interpretazione della struttura dell’Arca dell’Alleanza, interpretazione dovuta al caro amico Prof. Mario Pincherle (1919 – 2012), autore della Prefazione al mio libro “Archeologia dell’Impossibile”.

Egli sostiene – in un suo interessante libro di cui mi fece gradito dono in occasione di una mia visita al suo affascinante appartamento-laboratorio – che la struttura dell’Arca, e soprattutto la presenza dei due cherubini, possa caratterizzare una sorta di ‘amplificatore acustico’ mediante il quale Mosè, con l’aiuto di Giosuè, forniva i suoi comandi al popolo di Israele.

18. Immagine sopra: Arce (FR) – Affresco della volta della parrocchiale dei SS Pietro e Paolo (XVIII secolo) – foto G. Pavat 2019

 

19. Immagine sopra: la celebre “non canonica” raffigurazione dell’Arca dell’’Alleanza visibile nei bassorilievi di Chartres in Francia – foto G Pavat 1987

 

Ciò che ho prima descritto, la possibile struttura interna dell’Arca dell’Alleanza, il suo uso come Accumulatore Orgonico, come Condensatore Elettrico o come apparato di comunicazione tra il Cohen e Yahweh, vogliono, per ora, costituire, come già detto, un diversi e forse originali spunti di ricerca Ricerca, consultando anche diverse edizioni dell’Antico Testamento, cercando di interpretare alcuni particolari passi biblici non in un’ottica religiosa, ma in chiave tecnologica, senza per questo farsi trascinare da facili entusiasmi e da eccessivamente suggestivi  ‘voli pindarici’.

Nel pieno rispetto, cioè, del sempre sano “principio dell’economia delle cause’, cioè “entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem”, ovvero dovrebbe prevalere il valore della spiegazione più semplice, principio tanto caro a Guglielmo di Occam, principio che fin dall’inizio di queste ‘eretiche’ ricerche ho consigliato ai lettori dei miei libri, dei miei articoli e, forse, non sempre riuscendoci…anche a me stesso!

 

(Roberto Volterri)

 Se non altrimenti specificato, le immagini sono state fornire dall’autore.

 

Sarebbe ben arduo sperare di rintracciare in qualche Museo alcuni dei reperti descritti in questo libro. Perché? Ma è semplice: perché… non esistono o non sono mai esistiti. Almeno ‘ufficialmente’… Questo lavoro vorrebbe, quindi, colmare tale lacuna e dovrebbe essere inteso come un vero e proprio manuale di Archeologia eretica”, indispensabile a tutti quei ricercatori dell’ignoto che vogliono affrontare uno studio sperimentale sulle “possibili tecnologie antiche”, con l’indispensabile apertura mentale necessaria ad intraprendere una strada irta di ostacoli, ma soprattutto nel pieno rispetto dell’ortodossia scientifica.

Pila di Baghdad? Arca dell’Alleanza? Lumi eterni? Bussola Caduceo? Specchi ustori? Urim e Tummin? Lente di Layard? Sono degli oggetti “impossibili”… ma non per tutti e, seguendo le indicazioni fornite in questo libro, anche voi riuscirete a realizzarli con una certa facilità…

Per qualsiasi informazione o ordine:   https://www.eremonedizioni.it/wp-content/uploads/2016/11/Numero-Verde-2.jpg

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Un commento:

  1. guido giralico

    Vorrei conoscere l’amico Roberto Volterri Grazie

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