Continua a far discutere ( ed inquietare) il misterioso fenomeno verificatosi giovedì scorso sulle splendide spiagge di Sperlonga e Gaeta in provincia di Latina, ma che in realtà è stato notato lungo tutta la costa tirrenica dalla Liguria alla Calabria. Alle ore 09.30 circa, di giovedì 12 luglio 2012, i numerosi bagnati che affollavano le spiagge del Basso Lazio hanno visto davanti ai propri (increduli) occhi, il mare ritirarsi di oltre 10 metri (in certi punti della costa si sarebbe ritirato anche di 20 metri). In un attimo il pensiero è corso al rischio tsunami e si è verificato un fuggi fuggi generale, ma fortunatamente l’onda di ritorno non ha superato i due metri. Il fenomeno, però, si è protratto per quasi tutta la giornata. lasciando tutti stupefatti e preoccupati. Che cosa ha provocato questa specie di “mini tsunami” (come è stato subito definito)?
In particolar modo ha colpito il silenzio da parte della Protezione Civile e dei mass media che soltanto nei giorni seguenti hanno riportato la notizia. Tentativi di minimizzare, insabbiare, occultare o, semplicemente, non c’era assolutamente alcunchè di cui preoccuparsi?
I “mareografi” dell’ISPRA (Istituto per la protezione e le ricerche ambientali) hanno subito segnalato l’inconsueto moto ondoso. Tanto che dall’Istituto è stata avanzata un spiegazione secondo la quale la sensibile variazione del livello del mare sarebbe stata causata dall’influsso di una perturbazione atmosferica di origine nord-africana. La stazione mareografica di Anzio (RM) ha registrato, infatti, un moto ondoso anomalo che si è sovrapposto ad uno normnale di marea, stabilendo in questo modo una variazione del livello marino di 50 cm circa, di cui almeno 30 sono certamente da attribuire al fenomeno anomalo. Ma una spiegazione scientifica certa ed incontrovertibile, in realtà, non è stata assolutamente data. Ed i ricercatori e scienziati brancolano nel buio.
L’ipotesi di un “meteo tsunami”, come proposto dall’ISPRA, non ha trovato daccordo moltissimi esperti, soprattutto geologi.
Si è pensato ad una scossa tellurica. Ed effettivamente giovedì se n’è registrata una di magnitudo 4.1 al largo dell’isola campana di Ischia, ma si verificata in tarda serata, quindi molto dopo lo scatenarsi del “mini tsunami”.
Resta in piedi la possibilità che si sia trattato di un frana sottomarina nei pressi dell’isola di Ponza (LT), ma comunque i sismografi avrebbero dovuto registrare qualcosa e comunque, quanto vasta sarebbe dovuta essere stata questa frana per far sentire gli effetti sino in Calabria? E, ancora, che cosa l’avrebbe provocata?
In attesa che la Scienza dica la parola fine al valzer di ipotesi e illazioni, rimane il fatto che la mancanza di spiegazioni plausibili e la sensazione (probabilmente errata) che ci sia stato un tentativo di insabbiamento, ha fatto scatenare la fantasia di molte persone, anche di seri ricercatori del mistero. Tanto che già si parla di “Sperlonga Anomaly”, parafrasando la “Baltic anomaly”, ovvero il mistero del Mar Baltico recentemnete portato all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale.
C’è chi parla del Vulcano Marsili pronto ad esplodere, chi di un altro vulcano che starebbe per emergere al largo delle coste laziali, chi di misteriosi esperimenti militari di potenze straniere, chi , addirittura, di una astronave aliena inabissatasi.
Per ora il mistero rimane tale. Noi continueremo a seguire la vicenda e non mancheremo di tenere informati i nostri lettori.