(Piglio- FR – Chiesa di S. Rocco – Beato Andrea Conti affrescato a fianco di S. Giovanni Evangelista).
Piglio, l’immagine del Beato Andrea Conti nei cicli pittorici esistenti in molte città italiane e straniere.
di Giorgio Alessandrio Pacetti.
A Firenze, nella celebre basilica di Santa Croce, la “cappella maggiroe” fu di patronato della famiglia Alberti e l’altare degli Alamanni.
Agnolo Gaddi, allievo del padre Taddeo e ultimo dei pittori giotteschi, ha affrescato intorno al 1380 la “Leggenda della vera Croce” in accordo con la dedicazione della cappella e della chiesa stessa.
Le storie, narrate con grande vivacità, seguono il testo della “Legenda aurea” di Jacopo da Varagine e si sviluppano dall’alto in basso, prima sulla parete destra poi su quella antistante, traducendo in immagine le complesse e millenarie vicende del legno della Croce di Cristo.
L’altissima e ampia cappella è illuminata dalla luce profusa dalle vetrate, realizzate per la maggior parte su disegno dello stesso Agnolo e della sua bottega.
Nel ciclo degli affreschi dedicati alla leggenda della Vera Croce sono presenti anche figure di santi francescani ai lati delle scene.
Tra queste, nella parte sinistra guardando la cappella, tra San Ludovico di Tolosa e Ubertino da Casale, è inserita la figura del Beato Andrea Conti di Anagni, che rifiuta la porpora cardinalizia gettando via il cappello rosso, insieme ad altre importanti figure del mondo religioso principalmente francescano conventuale.
Un’altra immagine del Beato Andrea Conti, viene ritratta esattamente nell’intradosso dell’arco della Cappella Rinuccini nella sacrestia della Basilica di Santa Croce molto simile a quella della Cappella Maggiore, ma anteriore come datazione, dove il Beato è in atteggiamento uguale però senza il libro in mano (dopo 1369, attribuita a Matteo di Pacino seguace di Giovanni da Milano).
Qui il Beato Andrea è in compagnia di San Francesco, San Ludovico di Tolosa, Sant’Antonio da Padova. Il libro in mano, rappresentato successivamente, è quello scritto dal Beato sul parto di Maria Vergine.
A Piglio esiste la più antica immagine del Beato Andrea Conti con il libro in mano. E’stata rinvenuta nel 1986 nella chiesa di San Rocco-Madonna della Valle, nell’affresco del 1300 di scuola giottesca-napoletana, insieme alla Madonna con Bambino in trono, a San Giovanni Evangelista, a San Leonardo e a Sant’Antonio Abate.
A Ragusa Ibla una cartolina ritrae il Beato Andrea Conti nella chiesa di San Francesco.
Altri cicli pittorici riguardanti il Beato Andrea sono presenti in località di varie regioni d’Italia , quali Palermo, Asti, Chieti, Benevento, Firenze, Lucera, Ragusa Ibla, Piacenza, Noto e Oristano per non parlare delle località del Lazio, da Bagnoregio ad Arpino, da Nettuno a Poli, da Segni, a Veroli, da Ferentino ad Alatri oltre alla nativa Anagni, dove è invocato come patrono “minus principalis” di tutta la diocesi.
Per completare questo sguardo panoramico, dobbiamo anche aggiungere che, essendo stato il culto verso il Beato Andrea Conti promosso quasi esclusivamente dai Frati Minori Conventuali, l’assenza forzata di detti religiosi da molte delle località su elencate ha influito negativamente sul culto medesimo, per cui se oggi non è difficile trovare in quegli stessi luoghi un quadro o un immagine pittorica che ricordi il Beato è diminuita e, a volte scomparsa la devozione a questo “insigne”, quanto umile Beato che, pur essendo stato raffigurato in ogni epoca ed in moltissime località, anche straniere, da ben tre secoli circa è rimasto semplicemente e solamente “Beato”