Report – IL CALDO SOFFOCANTE NON FERMA IL VI ITINERARIO DEL MISTERO ad Anagni.

Immagine di apertura; un centinaio di persone hanno sfidato il caldo soffocante di venerdì sera per partecipare al VI Itinerario del Mistero ad Anagni, con Giancarlo Pavat, Marisa D’Annibale e Velia Viti e 9n collaborazione con ITINARRANDO. Tra l’altro, la prima parte dell’Itinerario e stata trasmessa in diretta dal canale digitale LATANADELBIANCONIGLIO (Foto Riccardo Pau).

 

Report

VI ITINERARIO DEL MISTERO AD ANAGNI NELL’AMBITO

DELL’8^ EDIZIONE DI ANAGNI MAGICA  MISTERIOSA

Immagine sopra:; Velia Viti, Giancarlo Pavat e Marisa D’Annibale sul sagrato della chiesa di San Vincenzo in San Giacomo durante le riprese per LATANADELBIANCONIGLIO (Foto Riccardo Pau). Immagini in basso; Giancarlo Pavat illustra i simboli presenti all’interno della chiesa ??Foto Riccardo Pau)

 

 

CHIESA DI SAN VINCENZO IN SAN GIACOMO CON LA CROCE EVANGELICA DI SAN TOMMASO E IL PAVIMENTO COSMATESCO

Immagini sopra e sotto; Giancarlo Pavat in azione all’interno della chiesa di San Vincenzo in San Giacomo ad Anagni (Foto Verojica Pietrobono – Itinarrando).

 

CONVITTO NAZIONALE “REGINA MARGHERITA” CON I DUE PILASTRI DELL’INGRESSO DECORATI CON CRIPTICHE SIMBOLOGIE

Immagine sopra; l’ingresso del Convitto Nazionale “Regina Margherita”. Immagini in basso; le simbologie presenti sui pilastri dell’ingresso del Convitto, interpretate da Marisa D’Annibale (foto Riccardo Pau)

 

 

 

 

Immagine sopra; i partecipanti al VI Itinerario del Mistero davanti a Porta Cerere ad Anagni (Foto Veronica Pietrobono – Itinarrando)

PORTA CERERE e un tratto delle MURA SILLANE.

Quasi al centro dell’immagine si nota una CAPPELLA eretta sulle mura e sui bastioni realizzati dopo la tragica occupazione spagnola del XVI secolo. Forse come ex voto per la riconquistata Libertà e Pace.

Sulla parete di fondo c’è un affresco (purtroppo molto rovinato) raffigurante Gesù crocifisso contornato da angeli. Uno di questi sembra raccogliere in una specie di ampolla il sangue che sgorga dal costato di Cristo.

 

 

Sopra il portone si vede una lapide con il TRIGRAMMA CRISTICO e un SIMBOLO MARIANO.

Al civico 32 si apre un grande portale in pietra la cui chiave di volta è caratterizzata da una cuspide con sopra una SFERA perfetta. Quasi fosse una palla di cannone.

In via San Paolo si nota un bassorilievo in cui sono raffigurati 2 VOLTI contrapposti (forse rappresentanti altrettanti venti)  che soffiano su 2 CANDELE o su fiaccole poste su colonne. Al centro domina una STELLA A 12 PUNTE.

Sono state proposte diverse interpretazioni. Forse la più semplice è quella che vede nelle 2 CANDELE (o FIACCOLE SU COLONNE) le due famiglie SILVESTRI e FAA, imparentatesi tra loro e proprietarie del palazzo (che tra l’altro venne costruito sul sito dell’antica chiesa di Santo Stefano) e che facevano parte delle 12 nobili e potenti famiglie che governava Anagni. Forse rappresentate dalla STELLA A 12 PUNTE.

In pratica i due venti indicherebbero le traversie affrontate dalle due famiglie nel corso della Storia ma che, nonostante tutto, le ha viste resistere invitte. Ma le due CANDELE o FIACCOLE potrebbero anche richiamare i valori della CONOSCENZA e della LIBERTÀ che uno stato totalitario e intollerante come quello della Chiesa di Roma, che nei secoli  ha sempre cercato di soffocare e spegnere.

 

 

 

Da via San Paolo, dopo essere sbucati davanti alla facciata dell’omonima chiesa, si scende nuovamente verso corso Vittorio Emanuele, non prima di aver incrociato vicolo Pio Salvati.

Luogo che merita qualche minuto (anche più) di attenzione per due lapidi visibili sul Palazzo al termine del vicolo stesso. La prima, posta sopra una finestra, recita; JOHANNES MODESTUS VARRESINS AD MDLXXII.

Ovvero ricorda GIOVANNI MODESTO VARESE che nel 1572, dopo la dura occupazione spagnola, venne incaricato di coordinare la ricostruzione della città. Quattro anni dopo, con l’epidemia di peste, GIOVANNI MODESTO VARESE diresse l’attività volta a cercare di arginare la diffusione del morbo, con l’adozione di regole igienico-sanitarie.

La seconda lapide, invece, è una attestazione di proprietà. Infatti vi si legge; CLEMENTE VOLPE COMPRÒ AD 1696.

In pratica un certo Guidone Volpe attesto’ che nel 1696, un suo antenato di nome Clemente, aveva acquistato quel palazzo.

Ritornati in corso Vittorio Emanuele, lo si risale in direzione di piazza Cavour.

Poco prima di CASA BARNEKOW, sempre sul lato sx, ecco la facciata settecentrsca di PALAZZO AMBROSI TOMASI.

All’entrata dei timpano sopra il portone principale, si vede lo stemma della nobile famiglia anagnina. Più in alto, sotto un balcone con le artistiche ringhiere in ferro battuto, fa buona guardia un mascherone dalle grottesche sembianze.

CASA BARNEKOW.

 

Immagini sopra; l’ingresso di un edificio privato con una piccola  Croce di legno inchiodata  sul portone. Forse ricorda le vittime di una epidemia o di un efferato fatto di sangue?

 

 

UN MURO IN OPUS RETICULATUS È  CIÒ CHE RIMANE DELLA CASA DI SANTA SECONDINA, GIOVANISSIMA MARTIRE MOLTO VENERATA AD ANAGNI.

 

 

 

LA CHIESA DELLA MADONNA DEL POPOLO COSTRUITA SU UNA CHIESA PIU ANTICA SUL SITO DI UN LUOGO DI CULTO PAGANO DEDICATO ALLA DEA LUBIDINA, IN CUI, IN EPOCA ARCAICA  SI PRATICAVANO ANCHE SACRIFICI UMANI.

Per questo motivo la piazza antistante la chiesa viene considerata uno del “luoghi neri” di Anagni.

PORTA GARIBALDI, EX SAN FRANCESCO

Ai lati dell’ingresso si notano due sfere di pietra. Si tratta di pelle di cannone spagnole che agli inizi del XVIII secolo, durante la ristrutturazione della Porta, vennero murate come ornamento e forse come forma di elemento apotropaico affinché la città  non dovesse mai più sopportare assedi ed occupazioni. 

Il bassorilievo raffigurante SAN FRANCESCO, secondo diversi studiosi, costituirebbe la prova che il “Poverello di Assisi” sia effettivamente stato ad Anagni.

E precisamente quando si era incontrato con Innocenzo III per chiedere il riconoscimento del nuovo ordine religioso. 

Secondo Bonaventura da Bagnoregio, autore della “Legenda major“, l’incontro sarebbe avvenuto nel luglio del 1210, ma non specifica dove. Si è sempre pensato che i 2 giganti della Storia medievale si siano incontrati a Roma. Una stesura successiva della “Legenda”, con diverse aggiunte, riporta che i due si sarebbero incontrati in San Giovanni in Laterano.

Ma se andiamo a scorrere  la storia di quel primo decennio del XIII secolo, scopriamo che tra l’ottobre del 1209 e il dicembre 1210, la “Città Eterna” era in oreda a tumulti e disordini, iniziati con la cacciata di Ottone di Brunswick, appena incoronato Sacro Romano Imperatore proprio da Innocenzo III. Quindi risulta difficile pensare che nel luglio del 1210 il pontefice si trovasse a Roma. Un rifugio sicuro per inpapi in fuga dalla Capitale della Cristianità è sempre stata Anagni.  Quindi è più che probabile che si trovasse nel proprio Palazzo avito anagnino e che abbia incontrato SAN FRANCESCO. 

 

BASSORILIEVO CON S. FRANCESCO E STEMMA FAMIGLIA CONTI

Sotto lo stemma si legge il motto di Torquato Conti, coraggioso condottiero che nel 1565 ebbe l’incarico di rifare le mura urbiche, rinforzandole con numerosi bastioni.

FULGOR NON TERRET TORQ. DE COMI TIBUS PRAESI DE

 

VIA GARIBALDI 

TRIGRAMMA CRISTICO INVICO SU ARCHITRAVE PORTALE DI EDIFICIO MEDIEVALE IN VIA GARIBALDI 

 

Immagine sopra; ….ormai è tarda notte…ma si è concluso il VI Itinerario del Mistero. I partecipanti posano davanti al Monumento ai Caduti in piazza Cavour ad Anagni (Foto Veronica Pietrobono- Itinarrando).
se non altrimenti specificato, le immagini sono di Giancarlo Pavat.

 

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