SIMBOLI E MISTERI NELLA CHIESA CIMITERIALE DI SANTO STEFANO A CARISOLO (TN)
di Franco Manfredi
“Gli uomini credono volentieri ciò che desiderano sia vero”
(Caio Giulio Cesare )
Le considerazioni del prof. don Vincenzo Biagini sul caso delle sei dita di San Giovanni nella chiesa cimiteriale di Santo Stefano a Carisolo apparso sul bollettino “Campane di Rendena n 199”, mi hanno spinto ad approfondire ulteriormente l’indagine sui Misteri del luogo.
In questa occasione mia nipote Elena, giovanissima appassionata di architettura, ha voluto seguirmi.
Ho pertanto iniziato a consultare, nella biblioteca di Pinzolo, documenti e libri messi a disposizione dei numerosi turisti che affollano nel periodo estivo la località della Val Rendena, alla ricerca di testimonianze che potessero suffragare la mia personale impressione di mistero che la chiesa cimiteriale di Santo Stefano a Carisolo suscita in tanti visitatori.
A questo riguardo vorrei ricordare che, tra le tante iniziative, l’Azienda per la promozione Turistica del Trentino ha curato, in anni recenti, la pubblicazione de “I Misteri della Val Rendena”, nella collezione Trentino da mistero.
Guarda caso è proprio su quella pubblicazione che viene citato come il rendenese Nepomuceno Bolognini ( Pinzolo 1824 – Milano 1900 ), grande studioso del folklore trentino oltre che naturalista, storico ed etnografo, tra le streghe confinate in Val Genova annoveri anche Baòrca, “la strega con sei dita per mano….”
Il tema dell’esadattilia sembra quindi affondare le radici nella narrazione di favole e leggende popolari oltre che nelle arti figurative a cavallo tra il XV e il XVI secolo.
Alone misterioso e…grande fascino
La prof.ssa Silvia Garbari nella sua tesi di Laurea“Pittura lombarda in Trentino fra Quattro e Cinquecento” così descrive il luogo :
“Nei pressi di Carisolo, su uno sperone di roccia a picco sul fiume Sarca, sorge la chiesa di Santo Stefano, fiancheggiata dal cimitero del paese.
E’ un monumento ricco e interessante, un gioiello dell’arte medievale, carico di storia e di leggenda, che costituisce una testimonianza molto significativa del passato.
Si giunge alla chiesetta percorrendo un antico sentiero che attraversa un bosco di castagni secolari, fiancheggiato dai capitelli della Via Crucis………
Dal culmine della roccia accanto alla chiesa, chiamato Zucal o Calvario, dove oggi sono collocate tre croci che simboleggiano il Golgotha, si possono ammirare da un lato il panorama dell’alta Val Rendena e il gruppo di Brenta, dall’altro le rocce granitiche e l’imbocco della Val di Genova.
La collocazione della chiesa, in armonia con un ambiente naturale così silenzioso e suggestivo, le conferisce una sorta di alone misterioso e un grande fascino.”
Nel libro “Santo Stefano in Carisolo, Storia-Arte-Fede”, edito da Pro Loco di Carisolo nel 2015, Fulvia Chiappani e Graziella Trenti scrivono:
Colpisce la sua collocazione sull’alto sperone roccioso, sul monte, dove cielo e terra s’incontrano in uno straordinario connubio, un luogo privilegiato che permette all’uomo di entrare in comunione con Dio (p.5)
Entrando… E’ un colpo d’occhio panoramico che nessun visitatore si aspetta, in un luogo così lontano dall’abitato e circondato da un ambiente naturale tanto selvaggio…
L’affresco della Crocefissione, che abbraccia l’intera parete absidale, introduce al Mistero della Fede
I Misteri della chiesa di Santo Stefano a Carisolo non si limitano alle sei dita del piede di San Giovanni nel grande affresco del presbiterio o al Tredicesimo personaggio che si trova nell’Ultima Cena. Di seguito vogliamo ricordare alcuni dei tanti Misteri, Simboli … forse Errori? che possiamo osservare negli affreschi dei Baschenis e in generale nel complesso di questa testimonianza dell’arte medievale.
IL MISTERO DEGLI ANELLI.
Circa la presenza di grossi anelli di ferro, che si troverebbero sulla parete rocciosa a picco verso il Sarca, nel corso del tempo sono state proposte varie e a volte pittoresche ipotesi dagli studiosi dell’argomento a cominciare dal citato Nepomuceno Bolognini (1823-1900) che aveva ipotizzato che gli anelli servissero alle imbarcazioni come punto di attracco quando attorno alla rupe e al fortilizio esisteva un lago ( ? ).
La presenza degli anelli è confermata anche dal trentino Luciano Viazzi che riteneva fossero resti di antichi rituali religiosi.
Forse ci appare più verosimile la tesi del ricercatore storico giudicarese Padre Cipriano Gnesotti (1717-1796), secondo cui gli anelli avevano la funzione di delimitare i confini del comune di Strembo, allora proprietario della val Genova.
Per Fulvia Chiappani e Graziella Trenti tuttavia la questione relativa alla presenza di anelli sulla parete rocciosa resta, a tutt’oggi, ancora oscura.
SAN CRISTOFORO E LO STRANO ESSERE AI SUOI PIEDI.
Sulla parete esterna della chiesa di Santo Stefano, come in altre chiese affrescate dai Baschenis in Val Rendena, quali a Pelugo e Massimeno, appare in tutta la sua imponenza l’immagine di San Cristoforo.
Qui però, guardando con attenzione, si può intravedere l’immagine, benché sia molto sbiadita dal tempo, di uno strano essere a forma di sirena che il Santo è in atto di calpestare.
Graziella Trenti e Fulvia Chiappani non esitano a definirlo “un simbolo oscuro e diabolico che il cristiano può incontrare nel suo percorso di vita” ( p.27 )
ULTIMA CENA: GAMBERI E TEMPLARI.
Del Tredicesimo Apostolo abbiamo già parlato in altro capitolo basti qui riportare quanto ci ha confidato un abitante del luogo : “decisamente quell’ Ultima cena a Santo Stefano è molto misteriosa, più la guardo più mi appare inquietante e piena di messaggi “in codice, c’è anche chi ritiene sia legata ai Templari di cui il gambero di fiume era un po’ il simbolo”. Si legga “ Il gambero di fiume” di Enrico Gasperi, Vigo Rendena.
Sappiamo che di ultime cene con gamberi in tavola ne esistono forse un centinaio in tutto il Nord Italia e pensiamo che il motivo più plausibile sia perché all’epoca dei dipinti i gamberi di fiume costituivano uno degli ingredienti più comuni nel periodo pasquale in quanto ne erano ricchi i corsi d’acqua.
Tuttavia a molti studiosi piace vedere nello strano incedere del gambero, che si muove a ritroso, deviando dal retto cammino, l’allusione al peccato e agli eretici, che prendono strade opposte rispetto alla Verità, allontanandosi dalla parola di Dio, considerano il gambero come “animale che cammina a ritroso e rimanda ad un concetto di eresia della quale i Templari erano consci”.
“Di tutti gli animali, che si muovono o vivono nelle acque, nei mari e nei fiumi, quanti non hanno né pinne né squame, li terrete in abominio” (Levitico 11, 10).
CARLO MAGNO.
Errori nell’esecuzione dell’affresco o messaggi voluti di cui ignoriamo il significato?
All’interno della chiesa al centro del grande affresco sulla parete nord-ovest, che ricorda la leggenda della spedizione di Carlo Magno in Val Rendena, è rappresentato al centro Papa Urbano attorniato da sette Vescovi nell’atto del battesimo di un catecumeno.
Peccato che all’epoca di Carlo Magno era Papa Adriano (772 – 795) e non Urbano ( 1088 – 1089 ): si tratta di un falso storico, di un banale Errore oppure c’è un motivo a noi sconosciuto che ha portato Simone II Baschenis nel 1539 a raffigurare un Papa diverso ?
Non risulta che all’epoca del passaggio di Carlo Magno in Italia ( 774 ) esistesse una cappella dove oggi sorge la chiesa di Santo Stefano, la cui origine probabilmente si fa risalire a circa due secoli dopo. Carlo Magno appare in abiti regali con corona in testa e barba fluente.
Il piede destro è girato all’indietro, quasi volesse evidenziare un passo avanti e uno indietro (?), così come i piedi e le gambe del soldato in armatura che lo scorta alla sua destra.
SIMBOLI
La prof.ssa Gabriella Cattaneo di Ciaccia, docente presso l’Istituto Superiore si Scienze Religiose di Milano, nel sua guida “S.Stefano di Carisolo” mette in evidenza i tanti Simboli che possiamo riscontrare negli affreschi.
All’esterno, nella prima arcata sotto la scala, si trova l’affresco della Trinità dove Cristo appare sulla croce con rivoli di sangue sulla fronte per la corona di spine. Secondo la prof.ssa G. Cattaneo “l’accentuazione del sangue……Simbolo della grazia salvifica che sprizza con il sangue, dalla croce di Cristo.
La colomba ..Simbolo dalla Santissima Trinità.
Il Padre seduto….. sedere sul trono è Simbolo di regalità.
Sull’arcata all’ingresso della cripta, dove sono sepolti tre sacerdoti, si trova inciso il Calice, Simbolo di sacerdozio. Sulla volta a fondo bianco, con stelle aranciate, erano i quattro viventi di Ap 21, 22 usati nell’arte cristiana come Simboli degli Evangelisti: Toro ( Luca ), Angelo ( Matteo ), Leone ( Marco ), Aquila (Giovanni ). Al centro vi è una raggiante con il Simbolo di Gesù eucaristico.
L’Ultima Cena è ricca di simbologia cristologica :
- Pane e il vino sono Simbolo dell’Eucarestia.
- Agnello pasquale Simbolo di Cristo vittima innocente
- Il pesce Simbolo cristiano delle origini: unendo le iniziali delle cinque parole greche che significano Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore” si ottiene ICHTYS, cioè pesce.
- Gamberi di fiume possibile Simbolo cristologico in quanto cambia colore nella cottura come la Passione di Cristo.
Le foto sono di Franco Manfredi.