SULLE TRACCE DEI TEMPLARI NELLA CIOCIARIA STORICA
IL BORGO DI SONNINO
LA TERRA DI MEZZO DI LEGGENDARI BRIGANTI E DI MISTICI SIMBOLI ARCAICI.
di Mario Tiberia
Seguendo le infinite strade degli enigmi celati nelle pietre del passato attraverso i territori del Basso Lazio, alla ricerca delle testimonianze degli Antichi e Mitici Ordini Cavallereschi che durante tutto il Medioevo hanno fatto la storia di questo territorio, ( Come spiega in maniera approfondita Giancarlo Pavat nel suo libro “Nel Segno di Valcento” ed. Belvedere Latina 2010 ), era doveroso fare una tappa all’antico borgo di Sonnino la terra dei briganti per eccellenza…. Ma anche di tante pietre che raccontano di un enigmatico passato che riaffiora sotto la forma di arcaiche e mistiche simbologie, legate alla religione ed agli ordini Monastico-Cavallereschi del Medioevo nonché ad eruditi Pellegrini che transitavano sulle vie sacre!
Con questo spirito di avventura, io, Giancarlo Pavat e Alex Vigliani di Vivi Ciociaria in una piovosa domenica di inizio autunno, ci siamo recati a Sonnino per un giro di perlustrazione accompagnati da Angela Pacchiarotti e gli altri amici di Fossanova Slow Travel che gentilmente ci hanno mostrato il centro storico del paese ed i tanti simboli celati in quello che è un vero e proprio dedalo di vicoli e viuzze, dove da soli certamente ci saremmo persi ed avremmo vagato come “ anime in pena”, confondendoci con i veri “ Fantasmi del passato “ !
Sonnino è un antico borgo di origine medievale (VIII Sec. D.C. ) arroccato sul fianco di una montagna, nella tipica posizione difensiva dei paesi del passato,in un luogo poco visibile e poco accessibile da qualsiasi direzione; un valido rifugio dal clima insalubre della sottostante ex Palude Pontina… e dalle scorrerie dei sanguinari Pirati Saraceni !
Esso conserva intatto il nucleo originale edificato nell’alto Medioevo insieme con il castello ed alla maestosa torre cilindrica, intorno al IX Secolo dalla famiglia De Sompnino che furono i primi veri signori del borgo e che presero il nome dal paese stesso……. Che strana coincidenza….. anche a Ceccano, i Conti dè Ceccano quando arrivarono intorno al VII / VIII Secolo, presero il nome dalla stessa Ceccano e nessuno conosce il loro vero nome!!! Guarda caso dopo l’arrivo dei Longobardi e la discesa delle grandi famiglie di origine Teutonica; stessa origine Sassone per ambedue ? Ramo di parentela? Chissà….è un’ipotesi da approfondire…
Infatti non a caso, il borgo si trovava in quella “terra di mezzo o di nessuno”, compresa tra due lembi di quella famigerata e potente Contea dè Ceccano che estendeva i suoi domini, in tutti i territori della Campagna e Marittima fino ad arrivare al mare… a Terracina anch’essa feudo dei dè Ceccano dove esisteva un porticciolo, Romano prima e Templare dopo, da cui si partiva per la Terra Santa e le relative Crociate (come descritto sempre da Giancarlo Pavat nel suo libro prima citato). Guardando la cartina di quell’epoca della Contea, non si esclude una influenza dei potenti nobili Ceccanesi su Sonnino.
Nel secolo XIX , Sonnino divenne nota per essere la patria di Briganti famosi come il leggendario Gasbarrone vissuto fino al 1880, una sorta di Robin Hood locale che distribuì gran parte dei suoi bottini agli anziani ed ai bambini ed in generale ai popolani bisognosi, era il terrore dei ricchi signori che sfruttavano i poveri e fu colui che realizzò una sorta di rivincita contro le umiliazioni dei potenti del tempo.
(Immagine di apertura: scorcio del centro storico di Sonnino. Immagine sopra; una Triplice Cinta sui gradini della chiesa di San Michele Arcangelo a Sonnino – Entrambe le foto sono di G. Pavat)
Tornando alla nostra visita tra gli stretti vicoli del paese, abbiamo potuto osservare numerosi portali, settecenteschi ed ottocenteschi , con simboli esoterici sconosciuti abilmente celati tra gli stemmi delle antiche casate, come se ogni famiglia avesse un suo simbolo particolare e segreto, ma ciò che attira l’attenzione è la presenza di decine di esemplari di Triplice Cinta nelle due varianti e cioè la piu’ comune, la classica con i segmenti entranti a forma di croce e l’altra piu’ complessa con le diagonali a formare otto raggi entranti e che richiama da vicino, la simbologia dell’ottonario o dell’ottagono, ovvero quello che nel nuovo testamento è indicato come l’ottavo giorno dopo Pasqua, il giorno delle resurrezione di Cristo e della rinascita a nuova vita, ma come pure richiama il famigerato Centro Sacro o Simbolo della Commenda dei Templari, formato da un rettangolo con altrettanti otto raggi che si uniscono al centro !
Non mi fermo qui a spiegare i molteplici significati della Triplice Cinta, simbolo trinitario per eccellenza, ma dirò soltanto che principalmente essa ha, sia un significato esoterico e sia uno prettamente religioso; in chiave esoterica è il percorso iniziatico… i tre gradi di iniziazione necessari per raggiungere la fonte suprema ed inesauribile dell’insegnamento … la sapienza infinita rappresentata dal quadrato piu’ interno; in chiave Cristiana rappresenta la Santissima Trinità ed il percorso che il buon cristiano deve compiere ottenere la salvezza eterna ed ecco quindi che le due teorie convergono nello stesso punto comune… ovvero un cammino per gradi di iniziazione esoterico-religiosa! Molti esemplari li possiamo trovare sui muretti ai bordi delle strade in quanto venivano usati come schema per il gioco del Filetto, ma trovarli scolpiti in verticale sui muri degli edifici e sulle pietre all’ingresso delle chiese, cambia totalmente significato…..ritorna quel motivo tanto caro ai Templari…. Ovvero la marcatura dei luoghi cosiddetti di “Sacralità Tellurica”, mentre ,nell’Alto Medioevo erano scolpiti sulle soglie ed i muri delle comuni abitazioni ed avevano lo scopo di protezione della casa stessa dagli spiriti maligni che si aggiravano la notte, tutto ciò che era “negativo” rimaneva fuori dalla porta!
(Immagine sopra: il Segno del Golgota inciso sul muro di una casa presso la chiesa di San Michele Arcangelo a Sonnino – Foto M. Tiberia)
IL GOLGOTA
Arrivando in cima al paese fino alla chiesa di San Michele Arcangelo, ci si trova immersi nella parte piu’ vecchia ed originaria della cittadella Medievale, quella che viene comunemente chiamata il “ Castello “…. Ed anche qui i simboli abbondano ! Infatti abbiamo osservato nell’ordine: un sole scolpito vicino ad un portale e nello stesso edificio due mascheroni apotropaici mentre su una pietra incastonata su un muro, uno splendido esemplare del Segno del Golgota fa bella vista con il suo mistico ed arcaico significato di seguito riportato; Golgota o Calvario (dal latino Calvaria che significa “luogo del cranio”) è la collina appena fuori dalle mura di Gerusalemme su cui, secondo la narrazione dei vangeli, fu crocifisso Gesu’.
Il luogo è anche detto Golgota (dall’Aramaico Gûlgaltâ con il medesimo significato di “luogo del cranio”). Secondo la mitologia si suppone che esso sia il punto dove vi è seppellito Adamo. In effetti il Golgota, per tradizione si ritiene essere la tomba di Adamo. In molte iconografie antiche infatti, le crocifissioni venivano raffigurate con un teschio inumato, dipinto sotto la croce. Il profondo significato del Nuovo Adamo (Gesù Cristo senza peccato che risorgerà dai morti) ed il vecchio Adamo, morto per i suoi peccati e sepolto in attesa della resurrezione.
Secondo alcune tesi , tale simbolo comincia ad essere usato dai Templari ed a comparire nei loro luoghi, poco dopo la loro persecuzione… come se essi volessero raffigurare il disagio di questa condizione personale attraverso il simbolo della passione di Cristo e quindi accostandosi ad Esso nella stessa sofferenza.
La piazzetta della chiesa di San Michele è piena di esemplari di Triplice Cinta, ma…. È nell’architrave del portale ed in una pietra inserita nella base della stessa che si possono ammirare, due simboli enigmatici ed alla stesso tempo carichi di significati esoterico-religiosi. Questi due mistici simboli sono la Spiga di Grano e L’Ala d’Angelo di cui cercherò di dare una spiegazione sommaria in quanto ambedue affondano le radici del loro significato, nella mitologia di diverse religioni e culture del passato, ma quello piu’ importante è relativo alla religione Ebraica e Cristiana.
(Immagine sopra: l’Ala d’Angelo incastonata nella parete laterale destra della chiesa di San Michele Arcangelo a Sonnino – foto M. Tiberia)
DIFFERENTI SIGNIFICATI DELL’ALA d’ANGELO
Le ali come simbolo hanno sempre rappresentato, nell’immaginario collettivo, un senso di libertà, di unione con il cielo e, quindi, di unione con la Divinità. L’Angelo è una entità spirituale da sempre raffigurata come creatura dotata di ali; le ali di Angelo sono quindi un elemento simbolico molto potente che identifica immediatamente la connessione alla “sfera celeste” ed il contatto con “ L’Essere Supremo”…. L’Angelo è il “Messaggero di Dio “… colui che reca agli Umani la Parola di Dio e che ha il compito di proteggere gli stessi. In tutte le culture del passato,Possiamo trovare Creature Alate dotate delle medesime caratteristiche, ma con nomi differenti.
Secondo alcune tesi esoterico-religiose possiamo interpretare tale simbologia essenzialmente in 3 modi:
ALI D’ANGELO COME SIMBOLO TRASCENDENTALE
Le ali sono le sostanze spirituali volatili dell’ascensione, molto care all’alchimia, veicolano nozioni di realizzazione, di elevazione e purificazione….. quindi veicolano la Sapienza infinita ed assoluta.
Le ali quindi raffigurano l’elevazione verso il sublime, uno slancio che trascende e supera la condizione umana e in generale, qualsiasi condizione di fissità e ristagno.
ALI D’ANGELO COME SIMBOLO DI IMMAGINAZIONE E LIBERTA’
Le ali sono l’organo principale della “Creatura Angelica”, intermediaria fra terra e cielo. L’Angelo è un simbolo di elevazione, di libertà. In senso ancora più mistico le ali rappresentano la spiritualità, il pensiero e l’immaginazione e la capacità di trasformazione. Hanno ali anche l’ingegno, la fama, la gloria, la parola, la forza vitale.
ALI D’ANGELO COME SIMBOLO DI PROTEZIONE
Infine le ali d’angelo si collegano ovviamente alla figura dell’Angelo custode, l’Entità Celeste che ci accompagna fin dalla nascita alla morte, a cui Dio ci ha affidati e che ci guida e ci protegge dai mali del mondo. Le ali dell’angelo custode si chiudono su di noi come due candide mani protettive, preservando la purezza della nostra anima.
(Immagine sopra: la spiga di grano sull’architrave della chiesa di San Michele Arcangelo a Sonnino – foto M. Tiberia)
SIGNIFICATO DELLA SPIGA DI GRANO
Il chicco di grano è simbolo di rinascita, segno di speranza e di futuro.
La spiga di grano è l’emblema della primavera, della natura che si risveglia, che vince il buio e l’immobilità dell’inverno e dunque la morte (Mito di Proserpina).
Proserpina è la versione romana della dea greca Persefone o Kore. Il nome potrebbe derivare dalla parola latina proserpere (“emergere”) a significare la crescita del grano. Infatti, in origine, fu senza dubbio una dea agreste.
Proserpina era figlia di Cerere; rapita da Plutone re dell’Ade mentre coglieva i fiori sulle rive del lago Pergusa ad Enna, fu trascinata sulla sua biga trainata da quattro cavalli neri, ne divenne la sposa e fu regina degli Inferi. Dopo che la madre ebbe chiesto a Zeus di farla liberare, poté ritornare in superficie, a patto che trascorresse sei mesi all’anno ancora con Plutone. I Greci si spiegavano così l’alternarsi delle stagioni.
Grano dono di Dio, simbolo del lavoro e della fatica umana.
Il seme ogni anno muore per rinascere puntualmente a nuova vita salvando l’uomo dalla morte per fame.
Il grano in semi è sentito come una metafora visibile e concreta: da un lato il suo aspetto inerme, la sua morte apparente, dall’altro la potenza di vegetale racchiusa in esso lo identifica come fonte di vita, territorio di nessuno nella frontiera tra il vivere e il morire. Morendo, infatti, si moltiplica.
Nella Bibbia molti sono i passi che fanno riferimento al grano, in particolar modo nei Vangeli dove questa pianta addomesticata dall’uomo non è solo dono divino e segno di abbondanza, ma diventa simbolicamente alimento per l’anima.
Il pane ottenuto dal grano diventa il corpo stesso di Cristo e, con il vino, il suo sangue, simbolo eucaristico per eccellenza. La Spiga di Grano, semplicemente, contiene la rivelazione biblica della Genesi ed esattamente…. Ge 1:26-29 “ Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro :< Crescete,moltiplicatevi e riempite la terra >.
Per continuare questo nostro lungo discorso, ho in serbo una piccola sorpresa… di quelle che non ti fanno dormire la notte e ti fanno stare sveglio a guardare il soffitto in cerca di risposte che non arriveranno mai, se non dopo tante notti insonni e le borse sotto agli occhi tipo uno Zombie ! In un secondo giro di ricognizione da me effettuato ho scovato alcuni simboli molto noti, ma scolpiti e raggruppati tutti insieme su alcune pietre di un muro vicino ad un arco di ingresso alla cittadella medievale, guarda caso davanti alla chiesa di San Giovanni; Si tratta di una bella composizione di tipo esoterico-massonico-religiosa… una cosa da farci su un convegno per una settimana… tanto per gradire !
Si trattano nell’ordine di un classico I H S , meglio noto come Trigramma Cristico o Cristogramma (Immagini sotto, dall’alto in basso: Cristogramma. Simbolo Mariano e Cuore – foto M. Tiberia), con croce potenziata sotto al quale si trova un cuore, simbolo Cristiano del Sacro Cuore di Gesu’ ed emblema della verità e dell’amore del Signore, usato anche da maghi ed alchimisti per incantesimi riguardanti questioni di amore e passione.
Una data 1839 sormontata da una apparente lettera “ V” che in realtà è il simbolo del Calice e rappresenta l’elemento femminile, mentre nel Medioevo veniva indicato come il Vaso Spirituale in alcune litanie dedicate alla Vergine; a seguire due lettere “A” di tipo “ Massonico” formate cioè dall’unione della Squadra e del Compasso, una Triplice Cinta molto consumata e quasi invisibile e…..quella che all’inizio sembrava una Losanga, un altro famoso simbolo di protezione ed invece, ad una attenta analisi, si è rivelato essere un Monogramma di Maria o Mariano nella rara versione che secondo una teoria di alcuni studiosi, deriverebbe dalla traslazione dei vertici opposti della Stella di Davide o Sigillo di Re Salomone, o per meglio dire dalla rotazione laterale dei triangoli della stella fino ad assumere una posizione verticale ai bordi opposti della figura rimanente ( vedasi foto schema). In realtà Sempre secondo questa ipotesi, si tratterebbe di una “ costruzione Massonica “ per mascherare in un simbolo a carattere religioso, l’affiliazione alla “ Fratellanza” ; quale abile scalpellino ha ordito tale composizione “esoterica “ ? Cosa voleva dirci e lasciarci intendere l’ignoto e sapiente autore di tali graffiti ? Comunque tanto per sollevare un dubbio… il Sacro Cuore, il Calice ed il Monogramma di Maria….. casuale riferimento alla leggenda del Sacro Graal ?
Ci aspettano sicuramente altre notti insonni, alla ricerca della risposta… che forse non arriverà mai !
Per ben finire bisogna spendere qualche parola per l’ antica chiesa di San Michele Arcangelo dalle forme che richiamano l’architettura Gotico-Cistercense; al suo interno vi è una cappella laterale con strani simboli scolpiti sui capitelli delle colonne dal significato indecifrabile, Anche qui quale messaggio ci avrà lasciato l’anonimo scultore di tali capolavori ? Intanto… sempre per la cronaca… San Michele Arcangelo è uno dei Santi a cui erano devoti i Templari in quanto , come è noto, Michele è l’Arcangelo guerriero a capo delle Milizie Celesti, ma per tornare agli enigmatici capitelli…. Una spiegazione ci sarebbe….anche perché sostando al centro di essa e toccando una particolare colonna , si prova una strana sensazione…come un brivido.. Ma come al solito questo è un mistero che spiegheremo in un altro capitolo del nostro viaggio intorno alle simbologie del medioevo…. Anche perché vi è piu’ gusto a svelare gli arcani poco per volta… ad assaporare la rivelazione degli enigmi lentamente… ed a passare le notti in bianco in cerca della soluzione !
Un saluto a tutti voi ed alla prossima !!!
Semper Sursum Corda et Ad Maiora !
Mario Tiberia
…mah?! voler vedere il mistero dove non esiste è senza dubbio una forzatura: cito solo quella che voi definite “la triplice cinta”, che altro non era se non il giuoco del “filotto”. Anche nel mio oliveto c’è una di queste pietre, e gli antichi proprietari erano “scalpellini”!