Strane, misteriose, brevissime “melodie” nascoste qua e  là; di Roberto Volterri.

 

 

Nel suon de le parole maladette…

                                                        (Dante, Canto VIII, v. 95)

 

Strane, misteriose, brevissime “melodie” nascoste qua e  là.

di Roberto Volterri

 

Suvvia, confessatelo anche voi!
Chi più, chi meno ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha cercato di suonare un qualsiasi strumento musicale. C’è chi ha tentato con l’armonica a bocca – con risultati a dir poco inquietanti – c’è chi, all’epoca dei favolosi Beatles, ha pizzicato, senza risultato alcuno, le corde di una chitarra molto incautamente barattata con una ricca collezione di francobolli ricevuta dal nonno – ne sa qualcosa chi scrive… – e c’è chi ha tentato anche con il ben più complesso pianoforte, avendo la possibilità di ricevere gratuitamente lezioni private – sempre il “chi scrive” di cui sopra… – ma senza andare oltre qualche strimpellamento adatto al massimo a far guaire il cane del vicino di casa!
Ergo – direbbe ora il solito cultore di studi su René Descartes – perché non tentare di capire quale criptico messaggio musicale sembra sia inserito in alcuni brevissimi “spartiti” qua e là disseminati in opere pittoriche, in stemmi araldici e nei luoghi più impensabili. Anche graffiti malamente su un muro, ma su un tetragramma – il “nonno” dell’odierno pentagramma – verosimilmente in ambito medievale.
Poiché non tutti i lettori (e noi con loro) sanno leggere la musica, abbiamo pensato di adottare un semplice metodo che trasformi la posizione delle note in una numerazione leggibile su una semplice tastiera come quella riportata in queste pagine. Abbiamo “traslitterato” solo quattro brevi brani musicali lasciando ai lettori… il piacere di dedicarsi all’interpretazione degli altri.
Ma la ricerca, sia sul web sia nei libri di storia dell’arte, produrrà interessanti sorprese.
Datevi da fare!

 

… non sbigottir, ch’io vincerò la prova.

                                                                         (Dante, Inferno, VIII, v. 122)

 

In queste pochissime pagine intenderei suggerire di fare due passi nell’universo di una musica non proprio di stretta osservanza, una musica di certo non insegnata in ogni Conservatorio che si rispetti!
Per lasciare in voi il desiderio di continuare su questa strana linea di ricerca, a chi mai ha affrontato, neppure a livello molto amatoriale, lo studio delle sette note, della chiave di violino, del “misterioso” (per noi!) FA diesis, o, peggio, dell’inquietante SI bemolle, delle scale tonali e di quel meraviglioso coacervo di concetti che fa della musica seria, quella vera, una meravigliosa galassia di suoni, vorrei consentirvi di strimpel…” – pardon! – di suonare quelle brevissime frasi musicali che abbiamo rintracciate, con notevole impegno e difficoltà, qua e là nel mondo.
Le abbiamo trovate, ad esempio, sul “lato B” di un curioso personaggio raffigurato in uno degli stranissimi dipinti di Hieronymus Bosch, li abbiamo individuati all’interno di un coperchio di una variopinta bara, li abbiamo scovati su qualche stemma araldico, li abbiamo rintracciati un po’ ovunque.
Poiché – è questa la ferma opinione di chi scrive – nulla (o quasi) viene raffigurato a caso nei vari dipinti, sculture, immagini di ogni tipo che in qualche modo raccontano un frammento degli avvenimenti storici nascosti nelle pieghe del tempo, quegli accennati “spartiti” musicali – chiamiamoli così per innata simpatia nei confronti di chi li ha raffigurati – qualcosa vorranno pur dire!
Alcuni saranno di certo stati inseriti nei dipinti o altre raffigurazioni unicamente come piacevole “fronzolo” in grado di abbellire l’opera pittorica, ma altri – e qui la ricerca nostra e vostra si potrebbe allargare a macchia d’olio – potrebbero avere un criptico significato, potrebbero rappresentare la chiave di lettura per frugare più in profondità nella mente di chi ha inteso tramandare qualche “messaggio” avvalendosi soltanto delle sette note.
Insomma, non se ne abbiano a male i veri musicisti, quelli con la M maiuscola, quelli che hanno passato anni ed anni in qualche Conservatorio unicamente per poter suonare il pianoforte – ho un eclatante esempio in famiglia… – il violino o anche soltanto quel bistrattato (solo da noi profani! Che Erich von Hornbostel e Curt Sachs ci perdonino!) strumento appartenenti alla famiglia degli idiofoni che, non potendo fare altrimenti, chiamiamo sic et simpliciter… “Triangolo”.
Speriamo invece che il vastissimo universo dei “non musicisti”, universo a cui chi scrive appartiene, apprezzino gli embrionali esempi che troverete nelle pagine che seguono. Esempi che potrebbero mettervi in condizione di scoprire sul serio qualcosa di nuovo, qualcosa di inaspettato, qualcosa che anche a noi è sfuggito…
 

“Bando alle ciance e fiato alle trombe, Turchetti!”

 

Con questa frase il mai dimenticato Mike Bongiorno dava inizio alla trasmissione “Rischiatutto” andata in onda in TV nella prima metà degli anni Settanta, fornendo un divertente “LA” – rimaniamo in tema musicale! – al regista Piero Turchetti (1924 – 2003) per passare alle fasi più importanti del programma.
Or non è più quel tempo e quell’età…”, avrebbe detto il Carducci, ma facciamo nostro il “grido” del Mike nazionale per invitarvi sul serio a procuravi una comunissima pianola, semplice uno strumento con cui verificare quale sia la “frase musicale” illustrata negli spartiti che ora esamineremo, indicando per ciascuno di essi la precisa collocazione. Non sempre riuscirete a suonare una “melodia” gradevole ad ascoltarsi, ma questo dipende da molti fattori, non ultimo quello di riuscire ad interpretare con la dovuta precisione le singole note riportate in immagini non del tutto intellegibili. Ce ne scusiamo con gli aspiranti… direttori d’orchestra!
Quindi, dopo un doverosissimo ringraziamento alla professoressa di pianoforte Rita Boscarini – consorte del dottor Roberto Volterri ma del tutto disinteressata ai “misteri” musicali… – per aver aiutato gli autori a convertire in un’appropriata numerazione le note dei brevissimi “spartiti”, bando alle “ciance”, ad ulteriori chiacchere, mani sulla tastiera, occhio ai numeri riportati accanto alle note e sentiamo cosa avevano da dirci quei lontani, lontanissimi artisti…

 

  1. Immagine sopra: La professoressa di musica e pianista Rita Boscarini, consorte dell’Autore, ci ha aiutati a trasformare le note musicali in una numerazione adatta a noi “dilettanti”!

 

Numerazione della tastiera con Toni e Semitoni

Nella foto (immagine 3 in alto) è stata raffigurata una porzione di una qualsiasi tastiera di pianoforte (o, meglio ancora, di organo) con l’indicazione delle note naturali (tasti bianchi: 1; 2; 3; ecc.)  e alterate (tasti neri 1N: 2N; 3N; ecc.)
Nelle brevissime esemplificazioni musicali raffigurate nelle pagine seguenti i “non addetti ai lavori” (leggasi: ”quelli, come noi, che non distinguono un FA diesis da un SI bemolle”!) per ascoltare la “melodia”  in esse celata, dovranno premere, in sequenza, i tasti seguendo la numerazione indicata sotto ognuno di essi.
In queste pagine abbiamo riportata la trasposizione “Nota/Numero” di pochissimi strani “spartiti”: per tutti gli altri che qui trovate (e per quelli che voi stessi riuscirete a scoprire consultando testi di Storia dell’arte o raffigurazioni presenti qua e là anche nel nostro Bel Paese)… dovrete cavarvela da soli!
                                       
Con riferimento alla tastiera riportata nella immagine precedente – che consigliamo di fotocopiare in quattro o cinque copie per rendere più agevole l’esecuzione dei vari brani senza tornare sempre alla predetta pagina – se volete ascoltare la breve melodia suonata fin dal XVII secolo per “curare” le “tarantolate”, agite sui tasti indicati in sequenza per ogni “spartito”…

 

Michael Bernhard Valentinus illustrazione Natur- und Materialien-Kammer (1714)

 

7    7    6    9   (brevissima pausa)   8   7   6   8   7   6   7 (brevissima pausa) 8   4   4   2N  (brevissima pausa) 3   10   10   9   9   8   5   9   8 (brevissima pausa)   7   7   8   7   6   5   4   4  4 3                                                                                                              

 

Cattedrale di Durham

              6   8   7   6    7   5   4  7   8   6N    7   7   3   8   8N   9   9   4   3  
Per concludere, per i veri musicisti proporrei qualche strana raffigurazione di brevissimi, misteriosi, brani musicali da chi scrive rintracciati non senza qualche difficoltà. Suonandoli, chissà cosa ne verrà fuori…

 

Salisburgo, Biblioteca dell’Università.

 

Hieronymus Bosch

 

 

 

Soffitto Palazzo Ducale di Mantova

Cattedrale di Norwich (Inghilterra)

 

Cattedrale di Orvieto. Biblioteca del vescovo Antonio Albèri

J.S. Bach

 

 

 

Chissà cosa avrà voluto dirci il buon Johan Sebastian Bach con questo suo molto improbabile gesto che, un po’, ci ricorda il grande Albert Einstein ed un suo compleanno del 1951.

Forse un commento a qualche improvvisato interprete degli spartiti  illustrati in queste pagine?

 

(Roberto Volterri)

  • Le immagini sono state fornite dall’autore.
 
Per chi volesse approfondire gli aspetti meno conosciuti del misterioso universo musicale…si consiglia il seguente libro:

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