ENIGMA DELL’ARTE AL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA FONTANA A CASALMAGGIORE (CR)
di Franco Manfredi
Il Santuario, la cui erezione, iniziata nel 1463, ebbe termine nel 1478 su un preesistente luogo di culto dove sgorgava una sorgente d’acqua perenne, salutare e prodigiosa, fu affidato all’Ordine dei Padri Serviti.
Nel 1798 la Repubblica Cisalpina decretò la soppressione dell’annesso Convento e nel 1810 un’ordinanza napoleonica decretò la chiusura del luogo di culto.
Solo nel 1904 il Vescovo di Cremona, Geremia Bonomelli, affidò la gestione della chiesa e del Convento della Fontana ai Padri Cappuccini che tuttora ne sono custodi, mentre la Curia di Cremona è proprietaria del complesso.
Il 22 luglio è anniversario del nostro matrimonio. Da oltre quarant’anni, io e Maria Carla, mia moglie, in questa occasione ci rechiamo a far visita al Santuario della Fontana, fuori Casalmaggiore. Ogni volta è un test della memoria alla ricerca di ricordi ed emozioni di quella cerimonia che ha segnato il percorso delle nostre vite.
Come per gli affreschi che adornano le pareti del Santuario dove il tempo ha svaporato i colori a volte quasi cancellato i volti, cosi è per le immagini e le sensazioni di quel giorno: si sono depositate in qualche angolo delle nostre menti e lentamente riaffiorano seppur con tanti spazi vuoti.
Questa volta la visita doveva riservarmi una sorpresa. Così era scritto da tempo.
Appena varcata la soglia ho pensato alla ricerca sull’esadattilia nell’arte che quest’anno mi ha portato a segnalare ben tre casi in pochi mesi.
Dopo l’affresco dell’Apostolo Giovanni (seconda metà XV secolo, incerta attribuzione Baschenis) nella chiesa cimiteriale di Santo Stefano a Carisolo e l’ancòna della Madonna nella chiesa di Massimeno, entrambi in Val Rendena (TN), e dopo l’affresco della Madonna che legge (1498 – Raffaello Sanzio) in Casa Santi ad Urbino, tutte opere con personaggi sacri che presentano sei dita in un piede, avevo la sensazione che qualcosa di simile doveva trovarsi anche lì al Santuario della Madonna della Fontana.
Carla si era seduta in un banco in fondo alla chiesa, come suo solito.
“Aspettami qui, torno subito, faccio un giro veloce” , le bisbigliai.
“Non cercherai anche qui”? mi rispose a bassa voce Carla
Senza ribattere mi diressi, dopo una breve sosta, come sempre, davanti alla tomba del Parmigianino, verso la Cappella di San Rocco, la quinta della navata sinistra.
Il mio sguardo si è posato sull’effigie della Madonna della Rosa con il Bambino che in mano tiene una rosa, ora quasi completamente scomparsa.
Sono rimasto alcuni istanti a fissare il piede del Bambino incredulo ma al tempo stesso certo che le dita fossero sei. Era come se quell’immagine mi aspettasse da cinque secoli !
(Immagine in alto: Madonna della Rosa con il Bimbo, Cappella di San Rocco, affreschi dei secoli XV e XVI dei fratelli Pesenti e collaboratori di Sabbioneta – Santuario della Fontana, Casalmaggiore – CR. Foto F Manfredi)
(Immagine in alto: Particolare della Madonna della Rosa con il Bimbo. Piede destro ( ?) con sei dita – Foto F Manfredi)
Possibile che il Bimbo avesse effettivamente 6 dita in un piede ?
Era abitudine dei fratelli Pesenti, di Sabbioneta,“firmare” con questo insolito particolare ?
Ci sono altri esempi di affreschi degli stessi autori con tali particolarità ?
Possiamo ritenere che si tratti di un errore ?
Potrebbe essere un messaggio voluto dall’artista ?
Possibile sia dovuto ad un restauro poco accorto ?
Forse l’autore ha preso come modello un bimbo affetto da esadattilia ad un piede ?
Forse ha voluto immortalare questo particolare perché lui stesso o un suo parente ne era affetto ?
Potrebbe trattarsi di un segno positivo o negativo rintracciabile in un testo sacro ?
Se fosse un segno negativo come è possibile che nei secoli non sia stato “ordinato” di rimuoverlo o cancellarlo ?
Considerando anche gli altri casi di esadattilia nell’arte, ricordati all’inizio, concepiti tra il XV e il XVI secolo, penso ci sia motivo sufficiente per una ricerca sulle motivazioni che hanno portato gli artisti a proporre immagini di soggetti sacri con sei dita al piede.
In quegli anni gli affreschi e i dipinti nelle chiese, oltre ad essere ornamento, avevano spesso il compito di comunicare anche ai più poveri e ignoranti i messaggi dei Testi Sacri.
Cosa hanno voluto dirci i nostri antenati con queste particolarità nelle loro opere ?
Non potendo chiederlo direttamente agli autori è auspicabile il contributo di tutti gli appassionati e amanti dell’arte e degli enigmi nell’arte al fine di promuovere la ricerca della verità anche tra gli affreschi del Santuario della Madonna della Fontana di Casalmaggiore.
(Franco Manfredi)
(Immagine sopra: la navata centrale del Santuario della Madonna della Fontana – Foto F. Manfredi)
Sono rimasto molto interessato
E’ TUTTO MOLTO INTERESSANTE