Un ricercatore di Casalmaggiore (CR), Franco MANFREDI, che segue il nostro sito ha inviato al nostro Giancarlo PAVAT una graditissima e-mail con un non meno gradito (ed interessante) articolo:
“Vi allego una nota che ho predisposto su un caso di Esadattilia che ho scoperto in un affresco nella chiesa di Santo Stefano in Carisolo. Ho preso spunto da quanto letto recentemente sul sito www.ilpuntosulmistero.it per proporre in loco una ricerca sui misteri della Val Rendena in Trentino“.
Visto il grande interesse che sta suscitando l’Esadattilia nell’Arte e, soprattutto, il fatto che non ci risultava l’esistenza di questo “caso”, con grande piacere, proponiamo ai nostri lettori il lavoro di Franco MANFREDI, invitandolo a tenerci informati sulle eventuali novità che salteranno fuori dal proseguo delle sue ricerche.
LO STRANO CASO DEL SAN GIOVANNI CON SEI DITA NELLA CHIESA DI SANTO STEFANO DI CARISOLO (TN)
di Franco MANFREDI
Durante una visita guidata alla splendida chiesa di Santo Stefano in Carisolo, la mia attenzione era caduta su un particolare della Crocifissione sulla parete di fondo del presbiterio, affresco dei Baschenis della II metà del secolo XV.
Tra l’incredulo e il perplesso ho contato più volte le dita del piede sinistro di Giovanni, l’apostolo prediletto.
Ne ho contate 6 ( forse 7 ? ) certamente non 5 ! Un caso di esadattilia.
Non saprei dire esattamente per quale motivo ma da qualche tempo avevo cominciato a cercare nella pittura ( non certo in quella di Picasso ) “errori” o particolarità nel numero delle dita dei piedi nei soggetti raffigurati. Finalmente, nell’affresco dei Baschenis, avevo trovato quello che cercavo.
(La Crocifissione dei Baschenis nella chiesa di Santo Stefano di Carisolo – TN – foto F Manfredi)
Penso che questa particolarità meriti un approfondimento da parte degli studiosi dei Baschenis e/o di San Giovanni.
- L’apostolo Giovanni aveva effettivamente 6 o 7 dita nel piede sinistro ?
- Era abitudine dei Baschenis “firmare” alcune loro opere con questo insolito particolare ?
- Esistono altri affreschi in Val Rendena con simili anomalie ?
- Possiamo ritenere che si tratti di un banale e grossolano errore dell’artista ?
- Possiamo pensare che si tratti di un messaggio voluto dall’autore ?
- Il dipinto originario presentava gli stessi elementi oppure l’attuale è il frutto della reinterpretazione di un restauratore un poco disinvolto ?
Potrebbe la ricerca di una risposta a queste ed altre domande accrescere l’interesse di un vasto pubblico, sempre più attratto e affascinato dal mistero, e promuovere visite alle chiese della Val Rendena ?
Il prof. don Vincenzo BIAGINI, critico autorevole per la sua profonda conoscenza artistica circa gli affreschi di S. Stefano, interpellato da Graziella Trenti e Fulvia Chiappani, autrici del bellissimo volume “Santo Stefano in Carisolo. Storia-Arte-Fede”, edito dalla Pro Loco di Carisolo nel 2015, ha così risposto :
“A proposito della curiosità……. penso che riguardi le dita del piede sinistro dell’apostolo Giovanni, che sembrano sei. Dico ‘sembrano’, perché ricordo che con mio fratello l’abbiamo osservato attentamente, concludendo che non era del tutto sicura la sagoma del sesto dito esterno, e che forse si poteva confondere con ombre sul terreno su cui poggia il piede.
Questo non toglie che le opinioni possano essere diverse… e ponendo che il piede abbia sei dita non saprei proprio cosa escogitare a commento. Preferisco pensare a uno scherzo cromatico”.
Le osservazioni di Giuseppe CIAGHI:
Da giudicarie.com, pubblicato Martedì, 29 Marzo 2016
Forse il passo che ho trovato nel libro di Massimo Centini “I segni delle Alpi: simboli, credenze, religiosità, miti e luoghi della montagna” può aiutare a capire la presenza di personaggi raffigurati con sei dita come puntualmente segnalato dal signor Manfredi ………………. .
Vi si legge: “…un singolare caso …è quello relativo alla presenza, nell’iconografia, di personaggi (santi in genere) caratterizzati da esadattilia. Per esempio, presso la chiesa di Burgusio (BZ) si può ammirare una singolare scultura di una creatura il cui aspetto ricorda quello di un folletto: le sue piccole mani sono dotate di sei dita. Se ci spostiamo sul lato opposto delle Alpi e raggiungiamo la chiesa di san Pietro in Vincoli a Pontechianale (CN) troviamo due dipinti del XVII secolo che raffigurano gli evangelisti Marco e Luca con sei dita nelle mani e nei piedi.
L’esadattilia è un’anomalia non sconosciuta alla scienza, anche se rara; da sempre questa particolarità ha comunque determinato la formazione di credenze e di superstizioni.
Generalmente in passato chi possedeva un numero di dita superiore a quello canonico, era considerato in rapporto con le creature dell’ombra e spesso era indicato come strega o eretico”.
Personalmente penso che per i santi si sarebbe potuto trattare di un rapporto col cielo. Giovanni infatti era l’evangelista più acuto, simboleggiato dall’aquila, il più vicino al cielo; è probabile che proprio per questo fatto nella chiesa di santo Stefano a Carisolo sia stato raffigurato con sei dita. Nel libro di Centini si legge anche:
“Secondo una diffusa tradizione popolare chiunque nasca con più di cinque dita sarà molto fortunato e otterrà sempre degli ottimi risultati in qualunque campo si applicherà, nel bene o nel male.
Circa l’aspetto della demonizzazione della esadattilia, nella Bibbia si legge:
“Vi era un uomo di grande statura che aveva sei dita per ogni mano e sei dita per ogni piede, in tutto ventiquattro; anch’egli discendeva da Rafa. Oltraggiò Israele, ma Gionata, figlio di Simeià, fratello di Davide, lo abbatté”. (Libro di Samuele 20,21).
Da questi versetti si apprende che la presenza delle sei dita era la caratteristica più evidente della misteriosa razza di giganti indicati nella Bibbia come creature malvagie, nate dall’unione degli angeli decaduti e le donne della terra“.