di Alessandro Giorgio Pacetti.
VALLEPIETRA. – Il Santuario della Santissima Trinità di Vallepietra invaso dai pellegrini provenienti dalle Diocesi del Lazio.
Se per i musulmani La Mecca è la mèta agognata almeno una volta nella vita, nel Lazio, invece, il devoto pellegrinaggio viene rinnovato con cadenza annuale da parte dei giovani e meno giovani, facenti parte delle “Compagnie della SS. Trinità” per raggiungere a piedi la piccola chiesa, incastonata tra i dirupi del monte Tagliata del gruppo dell’Autore, sita a quota 1337.
Se camminare a piedi sta diventando per altro uno sport diffuso per riconciliarsi con il proprio fisico, spesso costretto a ritmi di alimentazione scorretti e riacquistare un contatto più diretto con la natura, per le “Compagnie della SS. Trinità” è stato, da tempi lontani un modo di testimoniare la propria devozione affrontando la fatica e, spesso, i disagi del viaggio a piedi, accompagnato da canti e preghiere, recuperando, altresì, un rapporto più disteso con gli altri e con l’invisibile.
E’ per questo che i pellegrinaggi aumentano sempre di più in questi tempi e la religiosità popolare, a volte disprezzata, finisce per configurarsi come una sorta di “rivincita di Dio”. In questo caso, poi, il fatto è ancora più interessante, perché coinvolge proprio i giovani delle Diocesi del Lazio considerati lontani dalla dimensione spirituale della vita cristiana.
Pellegrino a Vallepietra fu anche il Beato Karol Wojtyla il 3 Ottobre 2000 al Santuario della Santissima Trinità.
Ad immortalare la storica visita “lampo segreta” al Santuario di Vallepietra, mentre il Santo Padre firmava il registro degli ospiti, è stata una macchinetta fotografica “usa e getta”. Oggi, in questo smarrimento totale, non farà certo male rivolgersi ancora una volta con le parole e con la mente all’unico vero Dio, ottenendo in cambio quella forza e quella pace interiore che era propria nei nostri avi, attraverso una semplice preghiera o invocazione.
Evviva la Santissima Trinità!!!