La sonda-rover “Curiosity” è arrivata su Marte ed inizia la caccia fotografica alla ricerca di prove dell’esistenza di vita.

“Curiosity” è finalmente arrivata. E noi siamo tutti curiosi (scusate il gioco di parole) di vedere cosa (o chi) riuscirà a fotografare. La nuova Sonda-rover della NASA ha infatti raggiunto la superficie di Marte alle 7.31 ore italiane del 6 agosto 2012, seguita nella sua discesa da brividi verso la superficie del Pianeta Rosso, dall’ “occhio vigile” di Mars Odyssey.
Non è un segreto (dopotutto lo ha dichiarato esplicitamente anche la NASA) che lo scopo principale della missione di Curiosity sia quello della ricerca di tracce di vita su Marte.
Gli scettici ad oltranza non hanno dubbi. Non troverà e fotograferà nulla perchè non c’è nulla da fotografare. Non c’è vita e non c’è mai stata. Figuriamoci possibili rovine di una antichissima civiltà tecnologicamente avanzata. O, addirittura ancora esistente. Parimenti sono dubbiosi i cospirazionisti (o complottisti) che ritengono che, comunque, qualsiasi cosa trovi Curiosity sul Pianeta del dio della guerra, la NASA in ogni caso lo occulterà. Allo stesso modo di quanto avrebbe fatto negli ultimi decenni a proposito di UFO e vita extraterrestre.
Noi che invece siamo possibilisti, e che sino a prova contraria abbiamo fiducia nell’Uomo, attendiamo speranziosi.
Dopotutto, ci sia, oppure no, un cover-up in atto, è pur vero che spesso alla NASA sono “sfuggite” (deliberatamente?) fotografie quantomeno “singolari”. Basti pensare a quella, visibile nello stesso archivio on-line dell’Ente Spaziale americano (e sul nostro sito, nella categoria “Ufo”), in cui si nota un oggetto volante sopra le distese di Marte.
Nel frattempo Curiosity ha invitato a Terra la sua prima istantanea. Un autoscatto in cui si vede una ruota della stessa sonda-rover sulla superficie marziana, nei pressi del “Cratere di Gale”.
Ma su Marte, assieme a Curiosity, è arrivato anche un pezzettino di Italia e della nostra inimitabile ed impareggiabile storia culturale ed artistica. Di cui, di frequente, siamo i primi a scordarci. Nella sonda-rover è stato infatti inserito un chip contenente il celebre autoritratto di Leonardo Da Vinci conservato a Torino e il cosiddetto “Codice del Volo”. Testo nel quale il Genio del Rinascimento descrive il volo degli uccelli e la sua “Macchina volante” per questo viene considerato il fondamento della storia del volo umano.
In bocca la lupo Curiosity!

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