I coniugi Rita Fanfarillo e Giamcarlo Rossi di Alatri, entrambi insegnanti ed appassionati ricercatori, da sempre impegnati, anche con l’Archeoclub di Alatri, nella riscoperta del passato dimenticato della loro città e del territorio circostante, qualche giorno fa, durante una passeggiata sulla via Appia Antica, nei pressi di Terracina, hanno individuato un esemplare del simbolo della Triplice Cinta. Per quanto ne sappiamo, questo esemplare non era mai stato segnalato e documentato.
Ci hanno inviato alcune fotografie del reperto ed alcune righe che spiegavano dove e come fosse stato individuato.
Ritenendo di fare cosa gradita ai nostri lettori, proponiamo le immagini della Triplice Cinta e alcuni stralci del testo dei due ricercatori.
“Avevamo deciso di fare una passeggiata alla scoperta dell’Appia Antica nel territorio di Terracina.
Siamo partiti dalla stazione di Terracina ed abbiamo puntato verso La Fiora.
Tra i vari reperti ad un certo punto siamo arrivati al Santuario di Feronia.
Si tratta di pochi resti appartenenti al santuario della dea Feronia, noto soprattutto dalle fonti letterarie, in particolare Orazio e Virgilio.
Nel complesso costituito da un bosco sacro e da una sorgente tuttora attiva, ove si svolgeva la cerimonia di liberazione degli schiavi.
Oggi la struttura ricade in una proprietà privata, all’interno del Mulino Gallina.
Volevamo fare delle foto più ravvicinate, anche perchè avevamo notato che un argine della sorgente formava un muro di sostegno della strada ed era formato da blocchi calcarei abbastanza grandi, per cui ci siamo fatti coraggio ed abbiamo chiesto ai proprietari se potevamo accedere per scattare qualche foto.
Si sono dimostrati molto gentili e ci hanno permesso di andare da soli.
Mentre scattavo delle foto lo sguardo di Rita (la maestra Rita Fanfarillo NDR) si è posato su una grossa pietra che fuoriusciva in parte dal terreno e su di essa era scolpita una Triplice Cinta”.
Giancarlo Rossi si è chiesto se l’esemplare fosse stato già censito, magari sui libri di Giancarlo Pavat, in particolare “Nel segno di Valcento”, edizioni Belvedere di Latina, 2010, che si occupa in maniera dettagliata di questo simbolo e in cui effettivamente si fa cenno di alcuni esemplari di Tc visibili a Terracina.
Rossi non avendo il volume al seguito non era stato in grado di fugare subito il dubbio.
Comunque non vi è alcuna citazione della Tc del tempio della dea Feronia.
Giancarlo Rossi, conclude con alcune considerazioni che non possiamo che sottoscrivere appieno.
“Sono sempre più convinto che l’Italia, in fatto di bellezze, è una miniera a cielo aperto, più giri e più scopri. peccato solo che non riusciamo a conservarle e a pubblicizzarle. Mah…………”