Un nuovo successo a livello europeo come ricercatore e divulgatore per Giancarlo Pavat ed un altro piccolo passo sulla strada per diffondere sempre più la conoscenza dell’enigmatico affresco con il Cristo nel Labirinto di Alatri.
La prestigiosa rivista in lingua inglese “Caerdroia”, fondata nel 1980 dallo studioso inglese Jeff Saward e da lui diretta, dedicata unicamente allo studio ed alla ricerca sui labirinti di tutto il mondo, ha pubblicato nel numero 42 appena uscito dalle rotative, un articolo (ovviamente in inglese) con alcune foto di Pavat dedicato, appunto alla conclusione dei restauri dell’affresco del chiostro di San Francesco ad Alatri (FR) che raffigura Cristo al centro di un enorme labirinto appartenente alla cosiddetta tipologia “Chartres” (“Chartres-type” in inglese).
Già nel 2011 “Caerdroia” aveva pubblicato un altro articolo di Giancarlo Pavat dedicato alle ricerche sull’affresco alatrense. La nuova pubblicazione conferma il grande interesse ed entusiasmo da parte di appassionati e ricercatori inglesi o comunque anglofoni (la rivista, infatti, oltre che in Gran Bretagna è diffusa in tutti i paesi anglosassoni come gli Stati Uniti, l’Australia, la Nuova Zelanda, il Canada) per l’affresco di Alatri e le scoperte ad esso inerenti effettuate da Giancarlo Pavat. Che ormai nell’ambito della “comunità” di studiosi di labirinti viene considerato un autorevole punto di riferimento come ricercatore non solo per il labirinto alatrense ma pure per gli altri labirinti italiani.
Non è stato certo un caso che Saward abbia accettato di scrivere la prefazione del libro di Pavat, Marovelli, Consolandi, Pascucci e Ponzo, “Fino all’ultimo labirinto”, uscito lo scorso inverno.
Un aspetto dell’articolo di Pavat sull’ultimo numero di “Caerdroia” ha colpito in modo particolare chi ha già avuto modo di leggerlo. Ovvero la totale assenza di cenni a tutto ciò che è successo dopo il restauro. Ci stiamo riferendo all’allagamento del cunicolo con l’affresco e al danneggiamento dello stesso e degli altri cicli simbolici dipinti. Avvenimenti che, come si ricorderà, hanno scatenato polemiche e accuse con tanto di e-mail inviate d a tutta Italia con le quali si esprimeva il rammarico, rabbia e preoccupazione per la sorte del “Cristo nel labirinto” e si chiedeva a Comune e Sovrintendenza di intervenire per il ripristino delle opere pittoriche. Cosa, tra l’altro, che non è stata fatta.
L’assenza di tutto ciò dall’articolo di “Caerdroia”, sebbene Pavat non abbia dato alcuna spiegazione non abbia fatto commenti, va letta non come una omissione ma, probabilmente, nel senso che i panni sporchi vanno lavati in casa. Pavat è un patriota, parola forse desueta in tempi come questi, ma resta che il fatto che, visto che i nostri governanti e amministratori non ci fanno certamente brillare in Europa e nel Mondo, ha probabilmente ritenuto di, almeno in questo caso, evitare ulteriori figuracce alle nostre pubbliche amministrazioni.
Ma polemiche a parte, il nuovo articolo sul numero 42 dimostra come l’affresco con il “Cristo nel labirinto” abbia delle potenzialità per attrarre appassionati, studiosi e turisti che non sono state ancora sviluppata e sfruttate appieno da Alatri.