Con il pezzo scritto da Giancarlo Pavat, relativo alle misteriose simbologie che si possono vedere nel centro storico di Maenza in provincia di Latina, il nostro sito ha dato il via ad una serie di articoli dedicato ai paesi del Lazio meridionale che un tempo facevano parte dell’antica e dimenticata Contea di Ceccano.
L’interesse suscitato dall’articolo di Pavat ci ha spinto a chiedergli di tracciare un facile itinerario tra vicoli, piazzette, stradine di Maenza (oggetto appunto del suo precedente articolo ), evidenziando gli elementi storici, artistici, curiosi ed …enigmatici.
Un percorso che tutti possono fare per immergersi in atmosfere d’altri tempi e per riscoprire un grande Passato spesso volutamente fatto scivolare nell’oblio.
(Foto 1: piazza della Portella e il castello dei Conti di Ceccano).
UNA PASSEGGIATA “INSOLITA” A MAENZA (LT)
di Giancarlo Pavat
Partiamo da piazza della Portella, la piazzetta sulla quale troneggia maestoso il castello voluto da Berardo I° dei Conti di Ceccano (1201-1254), e ci infiliamo nella stretta via della Portella che divide il maniero dal Duomo dedicato a Santa Maria Assunta, dove venne sepolto un altro personaggio della nobile schiatta dei “De Ceccano”; Giacomo I (1299-1363).
(Foto 2: la stretta via che divide il Castello dal Duomo).
La chiesa in stile neoclassico si affaccia su piazza Duomo caratterizzata da un recente monumento a San Tommaso d’Aquino, che, come ho spiegato nel mio precedente articolo, nel 1274 risiedette per 40 giorni nel castello ospite della nipote Francesca degli Annibaldi, moglie di Annibaldo dei Conti di Ceccano.
(Foto 3: Duomo di Maenza)
Da piazza Duomo, seguendo il pronao della chiesa, prendiamo la stradina che corre lungo il fianco sinistro (per chi guarda la facciata) dell’edificio e che dopo aver sfiorato dei portali di pietra con stemmi gentilizi in parte scomparsi, sbuchiamo in piazza Maria de Mattias (già piazza Rosa) dove si trova l’Ostello dedicato al grande Aquinate e s’erge un monumento alla santa originaria di Vallecorsa (FR).
(Foto 4: piazza Duomo con il monumento a San Tommaso d’Aquino)
(Foto 5: piazza Santa Maria de Mattias e l’Ostello “Sam Tommaso d’Aquino”)
Da piazza Maria de Mattias ci infiliamo in Corso Italia, una delle principali arterie del centro storico e vera e propria vetrina di curiosi elementi architettonici ed interessanti simbologie.
(Foto 6: Corso Italia e sullo sfondo piazza Santa Maria de Mattias).
Ad esempio, si notano subito due chiavi di volta di altrettanti portali che recano rispettivamente il Monogramma AVM (interpretabile come Ave Vergine Maria ) con la data 1808, ed uno strano simbolo in cui spicca un Cuore.
(Foto 7 e 8: In alto: il Monogramma AVM e , in basso, lo strano simbolo con un Cuore).
Proseguendo si incontra sulla sinistra via San Giacomo, che mediante una erta gradinata conduce alla chiesa sconsacrata dedicata all’Apostolo fratello di San Giovanni Evangelista.
(Foto 9, 10 e 11: via e chiesa di San Giacomo)
Sulla facciata di conci di calcare si nota l’artistico archinvolto dell’ingresso, e uno strano rosone in pietra vulcanica che ricorda una “Croce patente”.
Ridiscesi in Corso Italia e alzato lo sguardo, non si può fare a meno di ammirare sul lato destro della strada, una elegante bifora medievale.
(Foto 12: Bifora medievale in Corso Italia)
(Foto 13: scorcio di Corso Italia).
Sempre sul lato destro di Corso Italia si apre una stradina in discesa (via del Tocco) dove, sulla chiave di volta dell’ingresso di un palazzo si nota un rarissimo Simbolo Mariano o Monogramma di Maria.
(Foto 14 e 15: Simbolo Mariano in via del Tocco).
Risaliti in Corso Italia, incontriamo (sempre sul lato destro della via) una chiave di Volta che reca il Trigramma di Cristo IHS ed i tre Chiodi della Crocifissione. Il sapiente restauro del palazzo a fianco di questo portale, a riportato alla luce ciò che rimane di un arco a sesto acuto nella cui chiave di volta si nota un Giglio araldico.
(Foto 16 e 17: Trigramma di Cristo IHS con i tre Chiodi della Crocifissione in Corso Italia).
(Foto 18 e 19: Arco a sesto acuto e Giglio araldico in Corso Italia).
Un altro arco a sesto acuto (ma sul lato sinistro) costituisce l’ingresso dell’edifico in cui (come recita un targa apposta sulla facciata) nel 1850 Maria de Mattias (1805-1866) mise la sede della Comunità di Suore Adoratrici del Preziosissimo Sangue di Cristo.
(Foto 20: Comunità delle Suore Adoratrici del Preziosissimo Sangue di Cristo).
Ritornati sul lato destro di Corso Italia, subito dopo il Palazzo con l’arco a sesto acuto con il Giglio scolpito, si apre un altro ingresso con uno dei diversi mascheroni apotropaici rintracciabili a Maenza. Si tratta del volto di un essere zoo-antropomorfo, con una lingua biforcuta che termina con due spirali, che sembra scrutare i passanti.
(Foto 21 e 22: Mascherone apotropaico in Corso Italia).
(Foto 23: Corso Italia con evidenziati alcuni elementi architettonici e simbolici).
In uno slargo di Corso Italia si trova un muretto con sopra incise ben sette Triplici Cinte particolarmente consumate ed appena visibili.
(Foto 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30 e 31: Le Triplici Cinte sul muretto di Corso Italia).
Proseguendo arriviamo in piazza Leone XIII su cui si affaccia Palazzo Pecci, famiglia di Papa Leone XIII (al secolo Gioacchino Pecci, 1810-1903, nativo di Carpineto Romano, oggi in provincia di Roma). Lo stesso pontefice, da giovanissimo risiedette in questo Palazzo, oggi sede del Municipio di Maenza.
(Foto 32: Palazzo Pecci in piazza Leone XIII).
Proprio di fronte a Palazzo Pecci si apre una ampia volta, dalla quale inizia una stradina in salita che riporta in piazza Duomo e al Castello dei Conti di Ceccano. Lungo la salita si notano chiavi di volta con roselline (che qualche studioso ha ritenuto di identificare con il simbolo dei Rosacroce) e lo Stemma dei Caietani.
(Foto 33 la stradina che da piazza Leone XIII conduce in piazza Duomo).
(Foto 34: Rosellina su chiave di volta).
(Foto 35 Stemma della Famiglia Caietani).
(Foto 36: la stradina che da piazza Leone XIII conduce in piazza Duomo, sullo sfondo il Castello dei Conti di Ceccano).
Ritornati a piazza Leone XIII, si passa sotto la Porta Urbica (o Porta Maggiore) sorvegliata dallo Stemma di Maenza costituito da una Torre con sotto un Aquila Leporaria (ovvero che ghermisce una lepre tra gli artigli). Stranamente nello Stemma moderno della cittadina l’Aquila non è più Leporaria ma una semplice Aquila araldica.
(Foto 37 e 38: Porta urbica con stemma di Maenza)
Sulla destra si apre la caratteristica piazza coperta medievale nota come Loggia dei Mercanti.
(Foto 39: Loggia dei Mercanti).
Dentro la Loggia dei Mercanti sono visibili ben tre esemplari di Triplice Cinta. La prima sopra una specie di sedile litico che delimita la “Loggia”. La seconda, piuttosto consumata, è stata incisa su un altro lungo sedile che corre sotto l’ampio finestrone panoramico (affacciato sulla vallata del fiume Amaseno) ad arco a tutto sesto. Infine, la terza Triplice Cinta è stata realizzata su un ulteriore sedile in pietra posto contro un muro della Loggia, presso l’angolo tra il cartello turistico e la lapide che ricorda i Caduti maentini della Prima Guerra Mondiale.
(Foto 40, 41, 42: Le Triplici Cinte della Loggia dei Mercanti).
(Foto 43: Monumento ai Caduti maentini).
Dalla Loggia dei Mercanti accediamo a piazza Umberto I°. Seguiamo la stretta curva della strada che da questo punto prende il nome di via Cesare Battisti e sull’ennesimo muretto maentino, in corrispondenza al civico 33, ecco un altro esemplare del simbolo della Triplice Cinta. Come ho spiegato nel mio precedente articolo su Maenza, pur essendo molto consumata, la Triplice Cinta è individuabile grazie al foro centrale ancora perfettamente visibile.
(Foto 44: “Porta a bandiera” di una bottega medievale in via Cesare Battisti).
Si prosegue per via Cesare Battisti e si passa sotto una volta, dentro la quale, sul lato destro, si apre una splendida “porta a bandiera” di una bottega medievale.
(Foto 45: Triplice Cinta incisa sul davanzale della “porta a bandiera” in via Battisti).
Una piccola Triplice Cinta è incisa sul davanzale della “porta a bandiera”.
(Foto 46: Muro di contenimento dei Giardini di Palazzo Pecci).
Appena sbucati da sotto la volta, sulla destra ci troviamo il muro di contenimento dei giardini di Palazzo Pecci; sulla sinistra, invece, corre un muretto. Sopra quest’ultimo ci sono due Triplici Cinte. Una è perfettamente visibile, l’altra appena percettibile.
(Foto 47: Via Battisti: muretto con le due Triplici Cinte).
Proseguendo la nostra passeggiata lungo via Battisti, sulla destra, l’occhio è attirato da una ennesima chiave di volta con un Trigramma di Cristo IHS ed i Chiodi della Crocifissione.
(Foto 48: Via Battisti: Trigramma di Cristo IHS ed i Chiodi della Crocifissione).
Un altro Trigramma di Cristo IHS, sempre con i Chiodi della Crocifissione, è visibile sulla chiave di volta di un portale in pietra di vicolo del Giardino, viuzza che si apre in discesa sul lato sinistro di via Battisti.
(Foto 49, 50 e 51: Trigramma di Cristo IHS con i Chiodi della Crocifissione su chiave di volta in vicolo del Giardino).
Sempre seguendo il tracciato di via Battisti si incontra la Chiesa di Sant’Antonio Abate, con una bella Croce Patente scolpita a bassorilievo sopra l’architrave di quello che un tempo, certamente era un ingresso dell’edifico sacro.
(Foto 52, 53 e 54: Chiesa di Sant’Antonio Abate con la Croce Patente)
La Chiesa di Sant’Antonio Abate è una cappella privata della Famiglia Bove, ma viene aperta una volta all’anno il giorno della Festa del Santo; il 17 gennaio. Vi si tiene una Messa e la Benedizione degli animali domestici portati dai maentini. Nell’occasione vengono distribuiti ai presenti i tipici panini all’anice chiamati “Panicegli”.
(Foto 55: via Nazario Sauro).
Proseguendo lungo l’arteria, dopo un ampio tornante la strada prende il nome dell’eroe istriano Nazario Sauro. Sulla destra si apre un ambiente voltato (che sbuca nella sottostante via della Circonvallazione) con gradini e sopra due di questi si vedono altrettante Triplici Cinte.
(Foto 56, 57 e 58: Triplici Cinte sui gradini di ambiente voltato tra via Nazario Sauro e via Circonvallazione).
Sempre in via Nazario Sauro si notano un portale con il Monogramma AVM in ferro battuto e uno Stemma nobiliare e un altro inquietante mascherone apotropaico che sembra portare una corona.
(Foto 59: via Nazario Sauro: Monogramma AVM in ferro battuto e Stemma nobiliare).
(Foto 60 e 61: via Nazario Sauro: inquietante mascherone apotropaico).
Più avanti, sempre sul lato destro in una nicchia su un muro, si vede un altro Trigramma di Cristo IHS con i Chiodi della Crocifissione e sotto un bassorilievo con un angelo che prega.
(Foto 62: via Nazario Sauro: Trigramma di Cristo IHS con i Chiodi della Crocifissione e bassorilievo con angelo orante).
Un altro mascherone apotropaico ma questa volta con i lineamenti meno inquietanti si vede su una chiave di volta di un portone in pietra di un palazzo sul lato destro della strada.
(Foto 63, 64 e 65: via Nazario Sauro: mascherone apotropaico).
Ormai via Nazario Sauro è al termine e siamo in via dei Villici. Scendiamo lungo l’ampia gradinata ed arriviamo alla piazza all’ingresso del paese, ornata da una fontana monumentale, su cui si affaccia la chiesa convento di Santa Reparata, risalente al XV secolo ma restaurata nel 1823.
(Foto 66: via dei Villici).
(Foto 67: chiesa di Santa Reparata e fontana monumentale).
La nostra passeggiata è giunta al termine, ma si tratta soltanto di uno dei possibili itinerari che il borgo medievale di Maenza ci può offrire. Inoltre non ho elencato nemmeno tutti gli elementi interessanti che si possono incontrare tra vie, piazzette e vicoli.
Lascio all’occhio attento del visitatore curioso il piacere di scoprirne tutti gli altri.
Buona passeggiata.
(Foto 68: Castello dei Conti di Ceccano a Maenza).
Contatti: giancarlo.pavat@gmail.com
Nota:
Tutte le foto (tranne quelle altrimenti specificato) sono di Giancarlo Pavat, che ringraziamo per la disponibilità nel concederle.
Cartina di Maenza (LT) con il percorso proposto da Giancarlo Pavat.
- – Piazza della Portella.
- – Castello dei Conti di Ceccano.
- – Piazza Duomo e Monumento a S. Tommaso d’Aquino.
- – Duomo di Maenza.
- – Piazza e monumento a Santa Maria de Mattias e Ostello “S. Tommaso d’Aquino”.
- – Chiesa S. Giacomo.
- – Monogramma AVM.
- – Simbolo con un Cuore.
- – Bifora medievale in Corso Italia.
- – Simbolo Mariano in via del Tocco.
- – Trigramma di Cristo IHS.
- – Giglio araldico.
- – Muretto con sette Triplici Cinte.
- – Piazza Leone XIII.
- – Palazzo Pecci – Municipio.
- – Rosellina su Chiave di Volta.
- – Stemma dei Caietani.
- – Porta Urbica con Aquila Leporaria.
- – Loggia dei Mercanti con 3 Triplici Cinte.
- – Volta di via Battisti con Porta a bandiera.
- – Via Battisti: muretto con 2 Triplici Cinte.
- – Trigramma di Cristo IHS in via Battisti e in vicolo del Giardino.
- – Chiesa di S. Antonio Abate e croce Patente.
- – Via Nazario Sauro: 2 Triplici Cinte.
- – Via Nazario Sauro: Monogramma AVM in ferro battuto.
- – Via Nazario Sauro: mascherone apotropaico.
- – Via Nazario Sauro: Trigramma di Cristo IHS e angelo orante.
- – Via Nazario Sauro: mascherone apotropaico.
- – Chiesa di Santa Reparata e fontana monumentale.
Bell’articolo. Chi mai aveva notato tutti questi particolari. Un bel modo per conoscere la propria città.
Diego.