E’ in edicola il numero di giugno 2013 di “FENIX, Enigmi e misteri della storia e del sacro”, diretto da Adriano Forgione.
EDITORIALE
La Voce della Sfinge
La risposta alla questione se siamo soli nell’universo potrebbe essere proprio sotto il nostro naso o, più letteralmente, all’interno di ogni cellula del nostro corpo. I nostri geni potrebbero nascondere il “timbro del produttore” intelligente al loro interno, codificatovi eoni fa altrove in qualche luogo del cosmo. Tale “griffe” sarebbe un timbro indelebile di una maestra civiltà aliena, che ci ha preceduto di milioni o miliardi di anni. Il suo lascito finale si sarebbe diffuso nella Via Lattea “ad immagine e somiglianza” biologica. È quello che hanno ipotizzato lo scorso mese di marzo due scienziati kazaki, il matematico Vladimir I. shCherbak dell’Università Nazionale del Kazakistan al-Farabi, e Maxim A. Makukov dell’Istituto Astrofisico Fesenkov. I due studiosi ipotizzano che un segnale intelligente potrebbe essere incorporato nel nostro codice genetico attraverso un messaggio matematico e semantico, che non è coerente con l’evoluzione darwiniana. Lo chiamano “SETI biologico” e sostengono che abbia maggiore longevità e possibilità di essere rilevato rispetto a qualsiasi altra forma di segnale extraterrestre. In un articolo scientifico pubblicato sulla rivista Icarus dal titolo “Il Segnale WOW del codice genetico extraterrestre”, affermano: «Una volta fissato, il codice potrebbe rimanere invariato su scala temporale cosmologica, essendo la più durevole struttura conosciuta. Costituisce quindi una memoria eccezionalmente affidabile per una firma intelligente. Una volta che il genoma è opportunamente riscritto, il nuovo codice con la firma inseritavi rimarrà congelato nella cellula e nella sua progenie e potrebbe quindi essere spedito attraverso lo spazio e il tempo». Per superare il test di progettazione, questa firma deve possedere modelli nel codice genetico statisticamente molto significativi e funzioni intelligenti che non sono coerenti con qualsiasi altro processo naturale conosciuto. I due scienziati, nella loro analisi dettagliata, sostengono che il genoma umano mostri proprio approfonditi precisione e ordine nella mappatura dei nucleotidi del DNA e negli aminoacidi. «Accordi semplici del codice – hanno scritto i due – rivelano un insieme di impronte aritmetiche e ideografiche tipiche del linguaggio simbolico», con l’uso della notazione decimale, trasformazioni logiche e l’uso del concetto astratto dello zero. «Accurate e sistematiche, queste impronte appaiono come un risultato di assoluta precisione» hanno scritto. Questa interpretazione li porta a una sola conclusione: che il codice genetico «sembra sia stato inventato al di fuori del sistema solare diversi miliardi di anni fa», una dichiarazione che offre credito all’idea della panspermia, l’ipotesi che la Terra sia stata inseminata di vita interstellare. Una sorta di conquista della galassia basata sull’eternità di un’impronta genetica aliena, studiata e impiantata ovunque da super-esseri. Tuttavia, a mio parere, la risposta a questa affascinante possibilità potrebbe andare ben oltre il progetto di una superciviltà ed essere più aderente all’idea di un superessere, una supercoscienza che noi associamo al divino, un architetto di pura vibrazione che è alla base di questo messaggio, in linea con la teoria del Disegno Intelligente da me trattata nel numero 4 di FENIX (pag. 26). che interpreta l’Universo come una Matrice, simile ad un programma informatico (idea che ha fatto la fortuna della trilogia cinematografica di Matrix). L’idea che qualche programmatore abbia generato il codice genetico della vita nell’ “universo modello” è coerente con i suggerimenti dei due scienziati kazaki, oltre che con le conoscenze che provengono dal passato, dove il DNA è codificato come il “messaggero” (è il simbolismo della scala di Giacobbe o del Caduceo di Hermes). Per concludere, vi ricordo la nostra conferenza del 23 giugno a Roma (vedi pagina a fronte).
Adriano Forgione
adrianoforgione@gmail.com – http://ilblogdiadrianoforgione.myblog.it
Tra gli interessanti articoli di questo numero segnaliamo in particolare:
“Il raggio della Morte: una realtà storica” di Gerardo Severino e Giancarlo Pavat.
“I Segreti della chiesa di San Swithun” di Giulio Coluzzi.
“Farfalla di luce” di Isabella Dalla Vecchia.
Buona lettura a tutti.