Immagine di apertura; Il Palazzo della Ragione di Anagni (FR), detto anche “Palazzo d’Iseo”, attuale sede del Comune (foto Giancarlo Pavat)
IL PALAZZO DELLA RAGIONE DI ANAGNI (FR)
Il più antico palazzo pubblico d’Italia e, probabilmente, del mondo
di Guglielmo Viti
Ancora oggi se vogliamo sapere quale è stato il più antico Palazzo della Ragione e andiamo a leggere cosa ci viene raccontato, troviamo scritto che il più antico fu quello di Bergamo, seguito a breve distanza da quello di Padova.
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2. Immagine sopra; il Palazzo della Ragione di Bergamo.
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3. Immagine sopra; il Palazzo della Ragione di Padova.
In realtà il più antico Palazzo della Ragione della storia fu il Palazzo della Ragione di Anagni, che fu costruito nel 1163 mentre quello di Bergamo risale al 1183 e quello di Padova al 1218.
Questa priorità non significa soltanto una priorità architettonica – monumentale ma, come in altre occasioni in cui Anagni fu protagonista della storia, racconta di una sensibilità primaria rispetto ad altre città del ruolo dell’istituzione comunale, ovvero del governo autonomo della città da parte dei cittadini.
Ma perché Anagni può vantare questo primato?
Andiamo con ordine: fino al 1163 non esisteva il Palazzo Comunale, ovvero un luogo dove un collegio di cittadini eletti dal popolo potesse esercitare il governo ma, come accadeva anche in numerose città italiane compresa Roma, i luoghi destinati erano l’edificio sacro più importante, “case private, all’aperto nelle piazze e soprattutto all’interno delle residenze vescovili” (op.cit).
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4. Immagine sopra; l’imperatore Federico I Hohenstaufen, della Casa di Svevia, detto “il Barbarossa”.
Nell’anno 1159, qualche anno prima, mentre l’imperatore Federico I detto il Barbarossa, assediava Crema, i Milanesi, i Bresciani ed i Piacentini, insieme inviarono dei legati ad Anagni chiamati dal Papa inglese, Nicholas Breakspeare, Adriano IV per organizzare un piano di attacco contro il Barbarossa, un piano che vedeva da una parte le armi e dall’altra la scomunica.
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5. Immagine sopra; papa Adriano IV, al secolo Nicholas Breakspeare, l’unico Pontefice inglese della Storia.
Premetto che la scomunica oltre al valore religioso toglieva ai sudditi l’obbligo di obbedienza al l’imperatore e questo permetteva ai pretendenti al trono di detronizzarlo ufficialmente. Il 19 agosto, festa del santo patrono San Magno, in Anagni fu redatto e firmato il primo Pactum Anagninum che istituisce ufficialmente la lega tra i comuni sottoscrittori contro l’imperatore tedesco.
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6. Immagine sopra; papa Alessandro III, al secolo il senese Rolando Bandinelli
L’anno successivo, morto Adriano IV , per aver bevuto acqua fredda in una giornata particolarmente calda, fu papa Alessandro III a sottoscrivere un nuovo Pactum Anagninum, che segna la definitiva costituzione di quella che sarà la Lega Lombarda che, con buona pace dei leghisti di oggi, nasce ad Anagni.
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7. Immagine sopra; “La Battaglia di Legnano” di Amos Cassioli (1832-1891) , oggi conservato presso la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze.
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8. Immagine sopra; “La Battaglia di Legnano” di Massimo d’Azeglio (1798-1866), tela conservata presso la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea (GAM) di Torino.
Sarà solo nel maggio 1176 che con la battaglia di Legnano la Lega Lombarda, dopo anni di lotte e sconfitte disastrose, sconfiggerà definitivamente l’imperatore Federico I.
La Battaglia di Legnano fu combattuta tra l’esercito imperiale del Sacro Romano Imperatore Federico I Barbarossa e la Lega Lombarda il 29 maggio 1176, tra le località di Legnano e Borsano nel territorio di Milano.
Voglio ricordare che a Legnano furono ben 400 gli anagnini che combatterono guidati da Giovanni Conti.
Fra i delegati nel 1159 era presente l’architetto Jacopo d’Iseo, probabile rappresentante della città di Brescia.
Questo “Magister architector”, “peritissimo nell’arte muraria che era allora in gran fiore in Lombardia” come scrive lo Zappasodi, fu incaricato proprio dal Papa per progettare e costruire un Palazzo della Ragione che fu completato nel 1163.
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9. Immagine sopra; Il Palazzo della Ragione di Anagni (FR).
Siamo certi della data perché fu redatto un documento, una ricevuta del saldo, la terza rata, per l’opera di Jacopo d’Iseo, proprio in quell’anno. Il testo di questo documento, purtroppo l’originale è andato perso, è riportato per intero dal De Magistris nella sua monumentale “Storia di Anagni” e indica in modo esplicito che l’ architetto riceve il compenso per “opere aedificationis palacii rationum Comunis Anagne” ovvero è per la costruzione di un Palazzo della Ragione di Anagni.
Il De Magistris fa notare che il documento indica come luogo della firma Città di Castello e insieme al giorno 12 settembre ed all’anno 1163 indica solo il nome di “Friderici imperatoris” e non il nome del Papa che allora era Alessandro III. Il periodo è quello dello scisma con la nomina da parte del Barbarossa di un antipapa, Vittore IV, e della sostituzione del legittimo vescovo di Città di Castello con uno gradito all’imperatore, ed ecco spiegata l’assenza del nome del Papa di Roma.
Altra notizia importante del grande storico anagnino è che la città di Iseo fu distrutta da Federico I nel 1162 ed è quindi probabile che l’architetto Jacopo si fosse rifugiato a Città di Castello sotto la protezione di Orso Caetani di cui era amico fin dal 1159 anno di inizio dei lavori del Palazzo della Ragione.
Forse l’anagnino Orso Caetani si trovava in quella città come Podestà, infatti era uso che il podestà cambiasse città ogni anno ed inoltre altri Caetani ricoprivano ruoli importanti nel governo di città come Orvieto, Todi, Siena, Perugia ecc..
Lo Zappasodi invece racconta che l’architetto si trovasse in Città di Castello per l’esecuzione di alcuni lavori.
Il nuovo edificio nasce come raccordo fra “alcune cellule residenziali a schiera, preesistenti lungo la via Maggiore (oggi Corso Vittorio Emanuele II) e sulla piazza del Macello…Tutti gli elementi d’analisi rilevati concordano con l’ipotesi che la “fondazione” del palazzo diretta da Jacopo d’Iseo abbia comportato la rifusione di cellule edilizie precedenti e la costruzione di una nuova porzione di fabbricato innestato sullo spazio fino allora inedificato e occupato dai percorsi viari di attraversamento dell’isolato”. (M. Acierno,T. Cecilia, G. Giammaria, “Il palazzo comunale di Anagni“, 2016).
Il progetto di Jacopo da Iseo rappresenta anche per la sua ideazione una novità architettonica assoluta: l’inserimento di un nuovo fabbricato in un contesto edilizio antico senza sconvolgimento ma nel rispetto totale dello stile e della struttura esistente in un armonioso completamento spaziale. La stessa idea di creare uno spazio aperto sormontato da una grande sala riprende le consolidate tradizioni di una amministrazione cittadina organizzata all’aperto o, in alternativa, al chiuso.
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10. Immagine sopra; Il Palazzo della Ragione di Anagni (foto Giancarlo Pavat),
Ma l’importanza temporale della nascita del Palazzo della Ragione anagnino sta nell’aver anticipato di molto la realizzazione di strutture destinate a questo scopo. Normalmente si data al 25 giugno 1183 con la Pace di Costanza, dopo la battaglia di Legnano, l’dea stessa di COMUNE come entità di autogoverno indipendente dall’impero.
A seguito di questa nuova organizzazione politica e amministrativa in diverse città del nord si realizzano spazi in cui sia possibile organizzare le assemblee cittadine per la gestione della cosa pubblica e della giustizia.
Ad Anagni l’idea del papa Adriano IV era quella di controbilanciare il potere imperiale decentrando la gestione della cosa pubblica tramite governi locali sotto l’egida vescovile realizzando un forte simbolo, come il Palazzo della Ragione ad Anagni. Naturalmente non stiamo parlando di una partecipazione popolare, democratica, come la intendiamo oggi, ma chi governa è sempre una piccola rappresentanza delle classi più abbienti. Con il passar del tempo dopo le profonde crisi economiche nate dalla caduta dell’impero romano, piano piano si ricostituiscono i centri urbani , si ripopolano le città e , con la realizzazione di piccoli borghi, nasce una nuova classe sociale che si contrappone all’antica nobiltà, la borghesia. Questa nuova classe che prospera grazie al commercio ed all’artigianato, diventa di fatto la classe dominante che, finanziando i nobili, in realtà governa spesso in contrasto ed in assenza del potere imperiale contando molto su quello papale. In ogni caso sta proprio in questo quasi ritorno alle antiche città stato che si gettano i semi di quella struttura democratica che a fatica, oggi stiamo realizzando.
(Guglielmo Viti)
– Se non altrimenti specificato, le immagini sono state fornite dall’autore.
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11. Immagine sopra; Il Palazzo della Ragione di Anagni (FR).