LA CHIESA DI SAN SEBASTIANO A CECCANO (FR).
I SEGRETI DELLA NATIVITÀ
Non tutti coloro che vedono hanno gli occhi aperti
e non tutti coloro che guardano, vedono.
di Marisa D’Annibale
(Immagine in alto: Affresco della Natività – foto D’Annibale)
1999: anno in cui termina il restauro della Chiesetta di San Sebastiano, tutta la popolazione accorre al festeggiamento della nuova inaugurazione.
Ci sono: il Parroco Don Antonio Piroli, il Vescovo e altre personalità ecclesiastiche, ci sono anch’io ed altri artisti di Ceccano con le proprie opere. Splendono nelle pareti laterali due dipinti, uno di fronte l’altro , a sinistra “San Francesco che riceve le stigmate”, a destra la “Natività”. Dietro l’altare a sinistra “la Strage degli Innocenti” a destra “L’Adorazione dei Magi”, ma la mia attenzione si dirige verso la “Natività” ed esclamo: l’artista non sa contare!
La mano di San Giuseppe ha sei dita.
(immagine in alto: San Giuseppe con la mano destra con sei dita – foto D’Annibale)
Il caso “Esadattilia” e non solo, a Ceccano.
L’esadattilia è una anomalia caratterizzata dalla presenza di un dito soprannumerario al piede o alla mano. che ha suscitato nell’arco dei secoli credenze, superstizioni e leggende più o meno oscure.
Generalmente, chi nel passato possedeva sei dita ai piedi o alle mani era da considerare un alleato o un messaggero delle forze demoniache.
Poi diventa il segno di chi è destinato a compiere grandi imprese e appare con questo significato in alcuni dipinti a partire dall’anno mille.
Nella pittura rinascimentale esplode con il Perugino nello Sposalizio della Vergine, con Raffaello lo Sposalizio della Vergine e Madonna col bambino e S. Giovannino, conTimoteo Viti la Madonna con il bambino, S. Marco e S. Luca nella chiesa di Ponte a Chianale, il S. Sebastiano nella chiesa di S. Sebastiano e S. Rocco ad Acuto e il singolare caso dell’esadattilia di S. Giacomo maggiore con il dito del piede mozzato nell’Oratorio del crocifisso a Cori.
(Immagine sopra: la mano con sei dita di San Marco)
Andando indietro nel tempo, nella Bibbia in un passo citato nel II Libro di Samuele (21,20): “… vi era un uomo di grande statura che aveva sei dita per ogni mano e sei dita per ogni piede, in tutto ventiquattro…”.
Andando a ritroso si passa anche per il mito dei Giganti, quella razza antica dell’Era degli Dei e Semidei per arrivare alle pitture rupestri con tracce di mani e piedi a sei dita.
(Immagine con l’impronta rupestre con sei dita – foto D’Annibale)
La presenza di quel dito in più ha influenzato credenze di ogni genere.
Una maggiore attenzione e rivolta verso i ritrovamenti di scheletri a sei dita, appartenenti a uomini giganti.
Altro si fa visibile: l’artista del seicento non è solo, il dipinto sembra eseguito a quattro mani.
Splendido è il volto di Maria come il volto di Giuseppe, rispecchiano le correnti del ‘600, mentre il tratto del bue e dell’asinello sono con un tratto quasi stilizzato ( ricorda Picasso).
Nel volto di Giuseppe c’è Saggezza, determinazione, come è determinato il carattere dell’asino che è rivolto verso una infinita scalinata come ad indicarci un nuovo percorso.
(Immagine sopra: particolare della scala – foto D’Annibale)
Il simbolismo della scala è nelle tradizioni religiose e sapienziali, nell’ebraismo, nei misteri mitraici, nel cristianesimo, islamismo, gnosticismo e nell’alchimia. Nelle possibili letture la scala rappresenta l’elevazione spirituale, conoscitiva e morale, è il significato di congiungimento tra cielo e terra, è la scala che serviva agli spiriti degli uomini per salire al cielo e a cui gli uomini volgevano lo sguardo.
Altra considerazione non meno importante è la rappresentazione del Presepe.
Il primo presepe fu realizzato nel 1223 da San Francesco nell’eremo di Greccio (in provincia di Rieti), con il Bambino neonato adagiato in una mangiatoia, tra il bue e l’asinello.
La loro presenza (come la grotta) è segnalata nel vangelo apocrifo dello Pseudo Matteo… o meglio, nella sua errata traduzione dal greco al latino. Nel testo originale della Bibbia dei Settanta, infatti, Abacuc (l’ottavo dei 12 profeti minori) profetizza che il messia nascerà “en meso duo zoon”, ovvero “in mezzo a due età” (forse a indicare che la sua nascita farà da spartiacque tra due ere), ma il traduttore latino ha confuso il genitivo plurale di zoè (età) con quello di zoon (animale), rendendo con “in medio duorum animalium”. Così i “duorum animalium”divennero automaticamente il bue e l’asino
Infatti Gesù è nato tra due Ere, la fine dell’Era del toro e l’inizio dell’Era dei pesci.
Oggi ci troviamo in un altro periodo molto particolare, la fine dell’Era dei pesci e l’inizio dell’Era dell’acquario.
Chi farà oggi con la sua nascita da spartiacque tra due ere?
Il bastone di Giuseppe e il bastone di una del gruppo delle tre figure incorniciano in un triangolo le figure principali.
Il Triangolo = VOLONTA’ – L’AMORE – SAPERE
Infine non meno importante è il drappo con una scritta molto precisa e definita:
GLORIA IN EXC…
(Glória in excélsis Deo = Gloria a Dio nell’alto dei cieli ), e il seguito?
Seguendo la linea dell’interpretazione misteriosa, non posso che pensare che la cosa sia voluta, anche perché la linea del drappo da quella sensazione che invece di scendere sale verso l’alto ed ha la forma sinuosa di un serpente, il serpente della conoscenza.
Il Serpente viene considerato anche il simbolo della conoscenza.
Nell’energia del Serpente risiede il potere della guarigione interiore e di quella fisica: annienta ogni male dell’anima e risana il corpo dalle malattie che lo affliggono. Infatti, il veleno del serpente veniva usato e viene usato tuttora per realizzare diversi medicinali.
E’colui che risveglia, e contribuisce al risveglio della nostra divinità sopita e dimenticata.
(Immagine sopra: particolare del drappo – foto D’Annibale)
Anno 2016: anno in cui Ceccano viene riscoperta.
Apre le sue porte e accoglie chi risveglia un po’ di orgoglio ceccanese .
Dapprima si prende coscienza che c’è molto da riscoprire, che ci troviamo in un Centro Sapienziale.
Dove la storia è scritta non con parole ma con immagini , simboli e percorsi che seguono antiche conoscenze da troppo tempo celate che non aspettano altro che essere svelate.
Il vero mistero del mondo è il visibile, non l’invisibile.
Oscar Wilde
(Marisa D’Annibale).