Immagine di apertura: Il gesuita Louis de Coma. Sullo sfondo la chiesa che nel 1956 venne fatta letteralmente esplodere. Perché?
A sinistra dell’edificio si vedono le nuvole nere dovute ad una delle esplosioni…
Reportage dal Mistero.
Carol, l’Abbazia dei Misteri.
di Roberto Volterri
Francia sud occidentale, seconda metà del XIX secolo.
Uno strano curato, grazie ad una disponibilità di denaro pressoché illimitata, avvia la costruzione di imponenti e, soprattutto, inconsueti edifici religiosi…
Ci troviamo nel villaggio di Baulou località ad una cinquantina di chilometri di distanza da Rennes-le-Château – teatro delle ormai note vicende di Rennes-le-Château e del suo enigmatico parroco, Bérenger Saunière – ai piedi dei Pirenei, molto vicino alla ben nota Montségur. Anche in questo caso l’oscuro protagonista è un parroco, il gesuita Louis de Coma, le cui vicende iniziano, però, quasi trent’anni prima rispetto a quelle relative al suo “dirimpettaio” Saunière permettendo di attribuirgli, almeno per il momento, la primogenitura delle stranezze in Linguadoca.
Intorno alla metà del XIX secolo Louis de Coma, deciso ed integerrimo sacerdote, inizia a costruire nella campagna circostante il villaggio di Baulou una vera e propria ‘cattedrale nel deserto’, quella che passerà alla storia come l’Abbazia di Carol, forte di una ingente disponibilità di denaro legata anche ad una generosa donazione di 4000 Franchi Oro da parte della contessa di Chambord.
Proprio la stessa contessa che molti anni dopo donerà una cifra di poco inferiore a Bérenger Saunière per iniziare i lavori di “restauro” a Rennes-le-Château…
Aiutato dai Gesuiti di Narbonne, gli stessi di cui era membro anche Alfred Saunière, fratello e, forse, braccio operativo di Bérenger, e da alcuni “confratelli” di Parigi, legati al “tempio” di Saint-Sulpice, dove aveva dei contatti importanti, Louis de Coma può continuare la propria misteriosa “missione”. I lavori dureranno quasi vent’anni e porteranno il parroco di Baulou a spendere la considerevole somma di 500.000 Franchi Oro, quasi due volte e mezzo in più del “tesoro” che spenderà Bérenger Saunière diversi anni dopo e che gli causerà notevoli problemi con le alte gerarchie ecclesiastiche!
Uno splendido complesso che, in maniera difficilmente comprensibile, nel non lontanissimo 1956 – lo stesso anno in cui si iniziò a parlare di Rennes-le-Château – venne fatto letteralmente esplodere grazie ad alcune cariche di dinamite con tutto ciò che conteneva… per quale motivo?
È da ritenere attendibile la voce secondo cui questa decisione sarebbe stata presa per ovviare all’impossibilità di trovare il denaro necessario per mantenere queste proprietà?
Oppure, anche in questo caso come a Rennes-le-Château, gli elementi anomali che l’abate de Coma aveva introdotto in questo edificio religioso che – diversamente dagli altri orientati lungo l’asse est-ovest, dalla luce alle tenebre, dalla nascita alla morte – appariva orientato secondo l’asse nord-est/sud-ovest, erano troppo ‘scomodi’ per le autorità ecclesiastiche?
- Immagine sopra: Uno scorcio del magnifico complesso di edifici religiosi fatto edificare dal gesuita Louis de Coma.
- Immagine sopra: Un più ampio scorcio della “Cattedrale nel deserto” fatta edificare dal De Coma. Si intravede anche il vasto giardino con fontane che davano origine a suggestivi giochi d’acqua…
- Immagine sopra: il professor Volterri in azione. Quel che resta di una fontana costituita da un delfino (?) da cui sgorgava l’acqua che poi defluiva in altre Artistiche fontane. Quasi tutto distrutto. Perché^?
- Immagine sopra: Oggi dell’Abbazia e dei vari edifici religiosi che la circondavano resta solo questa costruzione in condizioni di parziale abbandono…
- immagine sopra: Oggi, nel luogo dove sorgeva la chiesa, resta solo questo prato. Tabula rasa! Uno stretto cunicolo collegava la sovrastante chiesa con la grotta del “Cristo. A cosa serviva?
Si voleva forse evitare che si aprisse una vera e propria caccia al tesoro come stava avvenendo, proprio in quegli stessi anni un po’ più a est, a Rennes-le-Château? “Caccia” che ancor oggi persiste…
Da questa vera e propria damnatio memoriae si sono salvate solamente due particolari e suggestive grotte artificiali, esplorate nel corso delle ricerche, realizzate utilizzando anche stalattiti e stalagmiti riportate da alcune grotte naturali della zona, all’interno delle quali sono poste due stupende sculture: in una, indicata come “Grotta della Maddalena”, è presente una statua della Maddalena, la presunta sposa del Cristo, onnipresente anche nell’iconografia delle opere di Louis de Coma, così come lo è in quelle di Saunière.
- Immagine sopra: Nella grotta più piccola c’è la statua della Maddalena, assorta in preghiera e piangente
- Immagine sopra: La Maddalena, assorta piangente. Si notano le lacrime…
Nell’altra, indicata come la “Grotta del Cristo dei Getsemani”, appare un Cristo assorto in preghiera nel ‘giardino degli ulivi’.
9-10-11. Immagini sopra e sotto: Nella grotta più grande c’è una suggestiva statua del Cristo quando sudò sangue, per ematoidrosi, ben sapendo che da lìè a poco lo avrebbero arrestato nell’Orto degli ulivi“ “In preda all’angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra.” (Vangelo di Luca , 22,39-44).
E quest’ultima rappresenta una vera e propria chiesa sotterranea all’interno della quale possiamo anche trovare i sepolcri di alcuni congiunti del de Coma, nel corso del XX secolo profanati da qualche audace cercatore di tesori nascosti…
- immagine sopra: Nella grotta più grande c’è anche la tomba del gesuita Luois de Coma
- Immagine sopra: Sulla parete interna, a sinistra, della tomba di De Coma c’è questa piccola nicchia. Cosa conteneva?
A rendere ancora più suggestive queste due magnifiche grotte artificiali vi è la loro localizzazione, si trovano infatti ormai nascoste da una fitta vegetazione che le rende quasi sconosciute anche ad alcuni degli abitanti della zona.
E proprio questa boscaglia nasconde agli occhi dell’ignaro passante quello che ancora rimane di alcuni strani edifici religiosi, fatti costruire dal misterioso abate protagonista di questa vicenda.
(Roberto Volterri)
Tutte le immagini sono del professor Roberto Volterri (in basso: con il demone Asmodeo di Rennes-le-Chateau).